5. Naadir [parte 3/3]

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«Non mi interessa chi sono!» sentenziò Anna «Buttiamoli fuori dalla mia nave!»

In un attimo scoppiò la battaglia. Gli uomini mezzi-pesce attaccavano con forza, tecnica e tenacia, rivelandosi ben presto dei nemici molto più ostici di quelli che avevano affrontato fin ad allora.

«Anna, questi non sono come gli altri!» esclamò Emrad dopo aver respinto l'assalto di un pirata con una chela al posto della mano sinistra «Queste sono chimere[2]! Non possiamo sconfiggerle tutte!»

La piratessa afferrò la testa di un nemico con un pugno di energia nera e la frantumò come fosse una noce. Odiava rinunciare ai suoi obiettivi e ancora di più odiava scappare, ma sapeva che Emrad aveva ragione. C'erano troppi nemici, restare in quelle acque avrebbe voluto mettere in serio pericolo la vita dei suoi uomini. «Tenebra, ce ne andiamo!»

Subito la nave rispose all'ordine del suo padrone e mosse le vele per cercare di catturare un vento favorevole, ma tentare di fuggire era inutile fintanto che il ponte della nave pullulava di chimere.

Un urlo acuto ruppe la cacofonia della battaglia. Un uomo aveva afferrato Eleonorah con il suo tentacolo e stava cercando di trascinarla con sé in mare.

Emrad non poteva intervenire, era già impegnato a combattere contro tre chimere, e lo stesso valeva per Arïth, Anna poi stava facendo l'impossibile per impedire agli aggressori di distruggere Tenebra. Con una lama corvina mozzò l'arto da calamaro, permettendo così alla cuoca di correre sottocoperta, poi si rivolse a Naadir: «Trecentomila juweel[3] per scacciare questi bastardi dalla mia nave.»

L'assassino non ci mise molto a decidere: «Accetto.»

Le sbarre nere si sciolsero e tornarono ad Anna, l'ex prigioniero invece si mise i piedi. I lunghi giorni di inattività avevano reso il suo corpo pesante e legnoso, ma non aveva tempo per pensare a queste frivolezze. Schivò di lato una sciabola, da una manica tirò fuori un coltello e con micidiale precisione centrò l'occhio sinistro del suo aggressore. La chimera non urlò, non si dibatté, arretrò solo di un passo: gli uomini di Davy Jones erano senza dubbio dei combattenti spaventosi.

Naadir si gettò a terra e con una capriola raccolse una spada con cui parò il fendente diretto alla sua testa. Con un abile gioco di polso si liberò della pressione del nemico e gli conficcò l'arma nell'altro occhio, trapassandogli il cranio da tartaruga.

Raccolse anche la spada che era del suo avversario e già dovette difendersi da un nuovo attacco. Vide una chimera che balzava sul parapetto, stava per lanciarle contro una spada quando un getto d'acqua la sparò in mare. Senza distrarsi colpì il nemico di fronte con un fendente al viso, saltò su una cassa e con un balzo fu sul cassero di poppa. Tagliò la testa da murena di una chimera, ne sgozzò un'altra prendendola alle spalle e poi si lanciò di nuovo sul ponte, sfruttando una corda per cogliere di sorpresa l'ennesimo nemico.

Naadir non possedeva la forza fisica di Emrad o i poteri di Anna e Arïth, in ogni caso era un guerriero davvero fenomenale che sapeva sfruttare a suo vantaggio ogni caratteristica del campo di battaglia in cui si trovava. Era costato un po', in ogni caso era un bene averlo come alleato in quello scontro.

I quattro guerrieri diedero fondo a tutte le loro abilità e così, non senza fatica, riuscirono a respingere anche l'ultima chimera di Davy Jones. Tenebra ormai era lontana dallo Scrigno e con ogni probabilità il capitano nemico aveva deciso di lasciarli andare, preferendo concentrarsi sull'uovo di drago marino. A questo proposito, il vascello della marina nowana stava ormai colando a picco e gli uomini dell'equipaggio – i morti così come quei pochi ancora in vita – sarebbero presto diventati cibo per pesci.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 27, 2015 ⏰

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