Capitolo 27/ Mya

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Caro diario,

E' tutto finito, andato come un sogno al mattino. Ho lasciato Edie e, con lei, una parte di me. Sono passate settimane dall'ultima volta che l'ho vista ma il ricordo del suo sguardo quando le ho detto che non avremmo dovuto frequentarci più continua a perseguitarmi. Quei magnifici occhi marroni che tanto amo mi fissavano confusi, strabordanti di tristezza e rabbia. Non mi sono mai sentita male quanto in quegli istanti.  Dentro di me sento un'enorme voragine che si allarga sempre di più fino ad inghiottirmi. Ma la cosa peggiore non è avvertire la presenza di questo abisso, ma piuttosto il fatto che se anche ne venissi risucchiata non me ne importerebbe. Senza Edie niente ha più importanza. Era riuscita a colmarmi di gioia, speranza, amore e ora che non c'è più si è portata via tutto lasciandomi vuota. Senza di lei non riesco a vivere, sono in crisi d'astinenza: continuo a piangere, tremare per una debolezza che mi si annida nelle ossa, non mangio più, non dormo più. L'unica cosa che riesco ancora a fare senza essere travolta dai sentimenti è respirare. Vorrei solo che tutto questo finisse. Vorrei che non mi avesse mai incontrata così ora sarebbe felice, la sua vita sarebbe quella di un'adolescente qualsialsi e non sarebbe stata deturpata da una stupida pazza come me. L'odio e il disgusto che una volta provavo per me stessa hanno ricominciato a scalciare senza lasciarmi tregua. La bestia che ero riuscita a domare negli ultimi tempi si è risvegliata e non ha intenzione di lasciarmi andare. Non ho più la forza per combattere e in fondo penso che tutto questo casino me lo sia proprio meritata. Vorrei essere una persona migliore, per lei.

Per qualche istante rimango a fissare la mia scrittura minuta e frettolosa rovinare il bianco candido delle pagine del solito quaderno nero. Lo chiudo con uno scatto e lo scaravento sul letto al centro della camera spoglia. Vorrei urlare per sfogare la rabbia, il senso di colpa e la tristezza annidati nel petto ma invece di strepitare, sbattere la testa contro il muro o fracassare ogni cosa si trovi sul mio cammino, afferro con le mani che mi tremano un pacchetto di sigarette appoggiato su un piccolo tavolino ed esco di casa.

L'aria è tiepida, il sole brilla alto nel cielo e tutto è tranquillo. Il mondo mi sbatte il faccia la sua felicità mentre sto per crollare. Mi accascio contro il muro e mi raggomitolo per scaldare le quattro ossa che mi ritrovo guardando dritto davanti a me. Accendo una sigaretta e aspiro. Una lieve sensazione di sollievo mi pervade e inizio a sentirmi più rilassata. Penso a come dovrò sembrare alla gente che passa: il viso devastato da ore di pianto, il trucco sbavato, gli occhi e le guance arrossati, sono a pezzi.

Mentre consumo la sigaretta tiro dopo tiro rifletto. Non voglio esere triste per sempre, non voglio sentirmi così mai più ma non so che fare per migliorare le cose. Sono stanca , sfinita da questa inutile fuga dal mio passato. Mi sento come se fossi un'evasa con i poliziotti alle calcagna. Forse dovrei smettere di correre e lasciarmi inghiottire dall'ondata nera che mi sono sforzata di lasciarmi alle spalle finora. Per quanto continui a ripetermi che lasciare andare Edie sia stata la cosa migliore, non riesco a impedire al mio cuore di battere ogni attimo per lei. Ogni cellula del mio corpo sente la mancanza delle sue carezze dolci e innocenti, del suo dolce profumo, del suo calore e della sua voce che mi confortava nei momenti più duri. So che dovrei sforzarmi di dimenticarla ma il fatto è che non posso e, soprattutto, non voglio. Quando vivi nel buio per molto tempo, appena vedi una luce, per quanto piccola e debole sia, ti ci aggrappi con tutte le forze e nel momento in cui questo bagliore scompare precipiti di nuovo nell'oscurità, quindi ci sono solo due modi per affrontare la situazione: o ti rassegni a vivere per sempre nell'oblio oppure stringi i denti e combatti per trovare un modo per riacciuffare la luce. Non si sa se ci riuscirai ma se non provi  non lo saprai mai.

Spengo il mozzicone di sigaretta e lo calpesto con la scarpa. Dopodichè mi alzo in piedi e respiro profondamente.

A volte l'unico modo per chiudere con il proprio passato è andarci incontro e affrontarlo.

La notte non fa più pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora