Capitolo 10 - Hugging you

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Quando arrivo davanti al pub vedo Ross seduto sulla panchina accanto all'albero sotto il quale si sono baciati Jamie e Riker ieri sera.
Indossa un paio di jeans neri, una maglietta gialla di cotone e una giacca scura con il cappuccio che ha lasciato aperta. Ai piedi indossa un paio di All Stars nere. Sta davvero bene.
Quando mi vede si alza e mi viene incontro. Sembra preoccupato.
--Laura...
Non faccio in tempo a parlare che mi cinge tra le sue braccia. Rimango stupita, ma poi lo stringo forte. Ho bisogno di qualcuno con cui sfogarmi.
Quando scioglie l'abbraccio mi guarda negli occhi. Vorrei che non lo facesse perché sento gli occhi lucidi, ma non mi importa se mi vede piangere, non mi importa se crederà che io sia debole, perché adesso è come mi sento. Non voglio tenermi tutto dentro e soffrire e sopratutto non voglio sembrare un'altra persona.
--Non sai quanto mi dispiace Laura...
--Non dispiacerti, non è colpa tua.
--Non meriti di soffrire così, sei una bella persona e nessuno ha il diritto di rovinati in questo modo.
Cerco di sorridere, ma mi vine solo da piangere. Abbasso lo sguardo, ma lui mi alza il mento e mi costringe a guardarlo.
--Io non conosco tuo padre e non voglio giudicare nessuno ma...
Gli metto due dite sulle labbra per zittirlo.
--Non parliamo più di questo, ti prego. Ho bisogno di distrarmi.
Lui annuisce, ma so che se lo avessi lasciato parlare avrebbe continuato.
--Vuoi fare qualcosa?--mi chiede accennando un sorriso.
Mi dimentico di mio padre e di tutto il resto.
--Certo.-- Ricambio il sorriso.
Solo lui riesce a rendermi così...
Spazza via la mia tristezza con un abbraccio e riesce a farmi sorridere in qualsiasi momento.

Stiamo camminando senza sapere di preciso dove andare.
--Se vuoi possiamo andare a casa mia-- propone Ross. Mi sembra un'ottima idea, così annuisco sorridendo.
--Però credo che i miei fratelli non siano in casa.
Rimaniamo per un pò in silenzio quando Ross ricomincia a parlare.
--Lo sai che la scuola che frequento è vicino a casa tua?-- Davvero?
--Davvero?-- gli chiedo sorpresa.
--Sì, vado alla Long Beach Polytechnic Hig School.
--Ah sì ho capito...ma credevo che frequentassi una scuola di canto.-- Sorride.
--No, be'...prendevo delle lezioni da piccolo insieme ai miei fratelli, ma adesso sono troppo occupato.
--Capisco.-- Mi guarda e io ricambio con un sorriso.
--Tu che scuola frequenti?--mi chiede.
--La Wilson, hai presente?
--Sì, ci passo davanti ogni giorno per andare al lago.-- Lo guardo stupita.
--Tu vai al lago ogni giorno?-- Lui sorride.
--Mi piace quel posto, mi aiuta a ragionare...potremo andarci insieme un giorno, magari a fare un pic-nic.
--Oh sì ti prego! Adoro i pic-nic!--gli dico quasi saltellando.
Mi sembra di tornare al giorno in cui mio padre mi promise che mi avrebbe fatto girare il mondo. All'ora avevo solo sei anni ed ero piena di gioia e curiosità. Ogni giorno gli chiedevo quando l'avrebbe fatto...ho sempre creduto a quella promessa, ma adesso ho perso la speranza.
--A cosa pensi?-- mi chiede Ross risvegliandomi dai miei pensieri. A niente.
--A mio padre-- dico abbassando lo sguardo. Fa male, davvero male.
--Laura...-- si ferma e mi mette una mano sulla spalla.
--Adesso non devi pensare a lui capito? Io non so come ci si sente, ma non posso vederti in questo stato.-- Fa una pausa.
--Vedrai che si sitemerà tutto...
Non so perché, ma le sue parole sono come la luce in fondo al tunnel per me, mi danno speranza.

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SPAZIO AUDITRICE
Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto per questo capitolo, ma dovevo studiare la cartina di Long Beach, ahah.
Comunque ho già in mente qualcosa per i prossimi capitoli.

Votate e commentate☆ vi ringrazio
E se vi piace continuate a leggere ; )

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