- 15
HANA
Sbuffai davanti al mio riflesso. I capelli rosso fuoco mi ricadevano sulle spalle in onde disordinate dandomi un'aria sfacciata e in fondo lo ero. Gli occhi verdissimi brillavano sul volto pallido. Il corpo esile sembrava a malapena in grado di tenermi in piedi. Le curve non mancavano, però.
Non è colpa mia- pensai scuotendo il capo. Abbassai lo sguardo sulle braccia sottili. I lividi le ricoprivano quasi completamente. Sospirai rassegnata. Non ero riuscita ad oppormi nemmeno questa volta. Eppure sarebbe così facile chiedere soccorso, se solo non mi sentissi così lontana da tutti. Mi rimisi la vestaglia con un movimento goffo. Mi trascinai in camera senza prendermi la briga di alzare i piedi.
Mi gettai sul letto e afferrai il diario che giaceva sul comodino.
Mi ritrovai a sorridere davanti al piccolo libricino.
Non vedevo l'ora di scrivere del ragazzo e di come mi ero sentita quando parlavano. Ma la sua faccia stava scomparendo lentamente dai miei ricordi, era come se diventasse solo una sensazione, un qualcosa di vicinissimo, ma inafferabile. I suoi tratti stavano svanendo lentamente dai mie occhi. Capelli biondi, non molto alto, occhi belli. Ma non riuscivo a vedere il bagliore del suo sguardo, il rossore delle guance, il modo in cui i suoi capelli svolazzavano mossi dal vento, come teneva le mani, la sua bocca mentre mi parlava.
Lasciai cadere la testa all'indietro. Mi maledissi mentalmente. Il suo nome. Almeno il suo nome.
Nevicava quel giorno. La neve gli bagnava dolcemente il volto. Neve.
- Yukine! – urlai fuori di me dalla gioia. Alzai le braccia la cielo per poi lasciarmi cadere sul materasso.
Feci scorrere la penna sul diario con movimenti circolari. "Yukine" lessi muovendo le labbra, ma senza emettere alcuno suono. Spensi la luce.
Non sapevo se il gioro dopo sarebbe venuto, se si sarebbe ricordato di me o se mi avrebbe preso in considerazione. Non mi interessava più di tanto ad essere sincera. Mi ero fatta avanti e avevo avvicinato un ragazzo. Avevo vinto. Finalmente mi ero presa una rivincita. Sorrisi nel buio. E cullata da questi pensieri, il calore del sonno mi avvolse.
- 14
YUKINE
Calciai la neve avanti a me. Guardai l'orologio che avevo al polso. Sbuffai rassegnato. Ero sicuro che non si sarebbe fatta rivedere, ma la speranza mi aveva riscaldato il cuore e rinunciare a quell'emozione era davvero orribile. Avrei continuato a guardarla vivere la sua vita. L'avrei rivista sorridere, l'avrei rivista far scorrere i suoi occhi da una parte all'altra, mentre cercava di catturare con lo sguardo ogni singolo fiocco di neve. Avrebbe riso, avrebbe accarezzato le guancia di un ragazzo e un giorno si sarebbe sposata e avrebbe avuto una famiglia, ma in questi piani io non ci sarei mai stato.
Sorrisi con un poco di malinconia verso la sua scuola. Cacciai indietro tutta la tristezza e respirai profondamente.
Decisi di aspettare su di una panchina. Avrei aspettato fino a quando non sarebbe uscita da scuola nel pomeriggio e avrei visto il suo meraviglioso sorriso.
Mi voltai, ma qualcosa mi bloccò. Una voce. Il cuore mi salì in gola. Mi voltai. Era lì.
- Pensavi di andartene, eh? – era piagata in due. Teneva le esili braccia sulle ginocchia nude. Era ansimante, probabilmente aveva corso. Le guancia delicate era paonazze, forse lo sforzo o il freddo. I capelli rossi le ricadevano sulle spalle. Era bellissima, più bella di quanto me la ricordassi. Mandai giù un bel sorso di saliva. Yato mi avrebbe ucciso, ma poco mi importava.
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Noragami- Keep Smiling
FanfictionLa neve continua ad imbiancare Tokyo. Tutti sono a casa a godersi il caldo, ma non Hana. Lei riesce a vedere oltre i lividi che le solcano le braccia. Lei vede quello che gli umani ignorano. Forse è per questo motivo che la sua storia si intreccia i...