YATO
Il dolore mi invase tutto il corpo. Gemetti .
Mi lasciai scivolare addosso ad un muro, il respiro corto. Lasciai cadere la testa all'indietro. Abbassai lo sguardo sulla mano. Stava assumendo un colore livido. Imprecai.
- Yato, ti vuoi muovere?! Quell'Ayakashi è enorme. – Digrignai i denti. Era colpa sua se ero in quelle condizioni. Da qualche giorno lo sentivo lontano. Avevo provato ad avvicinarmi a lui, a tirargli un'ancora in mezzo alla tempesta, ma non l'aveva afferrata. Il suo cuore era distante.
- Taci! – gli sibilai con decisione.
Lui si zittì all'istante. Strinsi la mano intorno alle lame. Un rivolo di sangue ne uscì. Mi alzai in piedi traballante. Le vertigini mi avevano completamente offuscato la mente. Mi appoggiai con tutto il peso sulle ginocchia. Respirai con avidità.
- Yato! – le urla di Yukine mi fecero rabbrividire. Mi voltai d'istinto. Il corpo massiccio del fantasma mi venne addosso. Mi parai con le spade. Repressi un conato di vomito quando incontrai la consistenza molliccia del mostro.
Neanche un graffio. Sekki non l'aveva scalfito nemmeno.
- Dannazione. – Vidi l'enorme mano dell'essere protendersi contro di me. Tratteni il fiato. Saltai il più lontano possibile. Quando toccai terra sospirai.
Lanciai un'occchiata truce all'Ayakashi. Provavo ripugnanza per quel mostro. Per tutto il dolore che aveva provocato, per tutto l'egoismo che l'aveva alimentato. Il disgusto crebbe dentro di me facendomi ripartire all'attacco. Appoggiai i piedi su quella che doveva essere la sua testa e feci affondare la lama nella sua carne, o almeno, questo era quello che volevo fare. Il cuore mi galoppò in gola quando mi resi conto che la mia arma non poteva nulla. Era quasi completamente consumata.
L'orrore mi si stampò in volto. Mi ero distratto un attimo e la bestia ne aveva approfittato. Con il suo corpo mastodontico si era gettato su di me. Aprì le fauci mostruose rivelando due fila di denti parallele. La sua lingua viscida si attorcigliò intorno al mio polso sinistro. Il dolore mi colpì con forza. La testa prese a vorticare annebbiandomi completamente i sensi. Urlai così forte che mi bruciò la gola.
Poi, i loro volti mi colpirono, dritti al cuore. Un ragazzino biondo, infantile, che non aveva altro che me e una ragazza giusta che aveva preferito rinunciare alla sua vita piuttosto che scordarsi definitivamente di me. Strinsi la presa intorno alle lame e con le poche forze rimaste colpii a caso, sperando di liberarmi da quella presa.
Per la prima volta l'Ayakashi emise un gemito, ma non mollò la presa.
- Yukine! Io ti ho dato questo nome e ti prego di non lasciar morire il tuo Master perché sei troppo impegnato a piangerti addosso come una femminuccia. – Avevo paura di perderlo, di non riuscire a salvarlo, di deluderlo, ma preferii omettere questa parte. Lo sentii tirare su con il naso e giurai di averlo sentito mormorare un "mi dispiace".
Con un gesto rapido mi liberai dalla presa dell' Ayakashi. Presi a correre sui tetti di Tokyo sperando di mettere più distanza possibile tra di noi. Intravidi un vicolo. Senza pensarci più di tanto mi ci infilai. Mi lasciai scivolare lungo il muro. Pressi aria a grandi boccate. Il braccio era in condizioni pietose. Passai la mano lungo la fronte. Una sensazione viscida si insinuò tra le dita. Sangue. Imprecai.
La situazione non era delle migliori. Potevo soltanto sperare che Hiyori si fosse nascosta bene. Non mi sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa.
- Yato! Alzati! Non puoi continuare a correre! – Sbuffai un riso isterico.
- Davvero pensi che io voglia continuare a scappare?! Sei tu! Non riesci nemmeno a scalfirlo! Svegliati una dannata volta! – Quelle parole lo avevano ferito. Lo sapevo. E non aveva nemmeno provato a nasconderlo.
Prima che me ne rendessi conto il mostro sbucò rivelando il suo sorriso famelico. Il cuore prese a martellarmi in testa. Mi alzai di scatto. Le vertigini non volevano saperne di darmi tregua. Con i rimasugli di forze passai oltre il mostro e iniziai a correre il più lontano possibile. Non sentivo altro che il rumore dei gemiti del mostro. Sembrava che tutta la città avesse premuto il tasto stop e si fosse fermata a guardarci.
Non potevo farcela con Yukine. Lo sapevo. Non ne saremmo usciti entrambi. Poi, il mio cuore perse un battito. La salvezza brillava a qualche metro di distanza. Con un movimento agile schivai la mano del mostro che già si avventava su di me.
Saltai giù dal tetto. Lo stomaco fu invaso da una piacevole sensazione di vuoto. Toccai terra con un tonfo. Mi rimisi in piedi giusto in tempo per scorgere l'Ayakashi che riprendeva la sua corsa nella mia direzione. Ordinai alle mie gambe di non fermarsi per quanto la tentazione di buttarsi a terra fosse irresistibile. Mi fermai a pochi passi dallo spirito luminoso. Appoggiai le mani alle ginocchia per riprendere fiato. Era giovane, poco più di una ragazzina. Imprecai. Era l'unico modo per salvarci.
SPAZIO AUTRICI: OK, per poco non ci mandavate le denunce a casa per il finale dello scorso capitolo. Vi vogliamo ringraziare con tutto il cuore perché siete semplicemente incredibili. Non avremmo mai pensato di avere dei seguaci come voi. Adesso vorremmo sentire la vostra. Cosa pensate che succederà nel prossimo capitolo? Fatevi sentire nei commenti. Grazie di tutto.
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Noragami- Keep Smiling
FanfictionLa neve continua ad imbiancare Tokyo. Tutti sono a casa a godersi il caldo, ma non Hana. Lei riesce a vedere oltre i lividi che le solcano le braccia. Lei vede quello che gli umani ignorano. Forse è per questo motivo che la sua storia si intreccia i...