Il vento mi sospinse appena, dolcemente, quasi timoroso di rovinare la casta bellezza che palpitava leggiadra in me. Con un sospiro debole, quasi impercettibile per quella massa di osservatori passivi, schiacciati dal peso di un mondo incomprensibile ai miei vigili e giovani occhi, mi abbassai appena, donando a quei folli ragazzi, affamati di novità, di vita, di ebbrezze passeggere, il piacere di distinguere la mia piccola figura.
Danzai appena vorticando tra le braccia burrascose del mio compagno, mentre il mio alone freddo si dissolveva lentamente nell'aria, sbiadendosi appena, perdendo una parte della mia eterea purezza.
La vita si era appena degnata di mostrarsi a me, con le sue regole strane, le sue rocambolesche avventure, i suoi capitoli mozzafiato, ma ciò che i miei occhi scoprirono prima di ogni altra cosa fu uno sgargiante rosso che non sapevo definire con parole terrene. Le sue prime immagini rappresentavano l'idillio stesso dei sensi, la massima espressione della bellezza. Avrei potuto benissimo tacere di fronte a quel magnetico colore che mi attraeva verso il fondo, verso la mia imminente morte che tuttavia avrebbe completato un quadro perfetto, pittoresco.
Era un colore che conteneva in sé la bruta vitalità del sangue, la dolcezza di un veleno e la passione febbrile di una giovane rosa.
Mi trovai ammaliato, rapito da uno spettacolo nuovo per me. I miei occhietti, ancora avvolti dalla genuinità di un bambino, si sorpresero a diventare i timidi osservatori di una scena che mi avrebbe introdotto ben presto alla cattiveria funesta del mondo che ancora non conoscevo, di un mondo che credevo ancora distinto in bene o in male, bianco e nero, ancora inconsapevole di quella complessità di sensazioni, dedali, e intrighi che avrebbero fatto impallidire persino il più abile romanziere di tutti i tempi.
Scoprii, mentre la mia figura compì una piroetta aggraziata, ammaliante per gli occhi canditi e sbalorditi dei bambini per le strade, che quel colore vibrante apparteneva ad una ragazzina dalla figura minuta, quasi insignificante, ma che per i miei occhi curiosi rappresentava una grande meraviglia.
Sembrava così semplice eppure palpitante di un fascino enigmatico. Come se la vita l'avesse colpita in pieno con la sua violenza, tramutandola in un'ombra affascinante. In lei riuscivo a distinguere una certa adorazione per le passioni, che, in quello sguardo languido, sembravano quasi fuori posto, aliene. Seguii il suo profilo dolcemente, tentando di scoprire qualcosa in più,magari il colore dei suoi occhi, il modo in cui il suo naso si arricciava all'insù, come la clavicola fuoriusciva in una sporgenza appuntita dal corpo magro, come le sue labbra carnose si arcuavano in un sorriso o la storia alla quale stava partecipando.
Aveva gli occhi verdi.
Sì, ne ero sicuro.
Mi piaceva il verde.
Ma lei non era la protagonista della storia alla quale stava facendo parte, mentre l'ombra di un ramo morente coprì distrattamente la mia visuale, mi resi conto che altre figure si destavano intorno a quel corpicino e, mi accorsi con mia grande sorpresa, che lei non era il centro pulsante di quel quadro, lei era soltanto una piccola pedina nelle mani di un'altra ragazza.
I suoi tratti erano quasi infantili, ma emanavano un alone di cattiveria, corruzione d'animo, che quasi mi pentii di essermi incuriosito a tal punto della sua storia.
Sorrideva, il suo era un sorriso cattivo, malvagio, quasi volesse farle del male, o meglio, fare loro del male.
Accanto alla ragazza, si innalzava la figura imponente, regale, quasi solenne di un ragazzo. Che buffa maschera indossava! Sembrava così ostinato a mantenere un'espressione furiosa, combattiva, che non si era nemmeno accorto del suo tremore incontrollato.
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Noragami- Keep Smiling
FanfictionLa neve continua ad imbiancare Tokyo. Tutti sono a casa a godersi il caldo, ma non Hana. Lei riesce a vedere oltre i lividi che le solcano le braccia. Lei vede quello che gli umani ignorano. Forse è per questo motivo che la sua storia si intreccia i...