BRILLA NELLA NOTTE

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YATO

- Vuoi davvero prendere un nuovo Shinki? –

- Yukine, non è il momento per fare il geloso! – gli ringhiai contro. Il ragazzo non rispose. Era spaventato, ma tentava di controllarsi, stava crescendo in fretta. Sorrisi appena.

Mi concessi qualche altro secondo per osservare la piccola sfera luminosa. Si librava leggera in aria. Emanava una luce fioca ed intermittente. Era leggiadra quanto un fiore. Non meritava questo. Non era giusto. Tentai di immaginare il suo sorriso. Doveva essere stato molto bello. Sospirai rassegnato. Se volevo salvare a pelle sia a me che a Yukine dovevo evocare quello Shinki.

- Yato, vuoi deciderti a fare qualcosa?! Quel coso è abbastanza inquietante. – La voce gli tremava appena. Non era mai stato bravo a controllare le emozioni, ma non potevo farne un torto. Tutti e due eravamo una delle forme più primitive delle emozioni.

Alzai due dita e tracciai un segno con movimenti freddi, distaccati. Il cuore mi balzava in gola ad ogni passo dell'Ayakashi. Gli occhi non riuscivano a rimanere fermi su quella ragazza che se n'era andata ttroppo presto. Forse era perché avevo pauro del fantasma o perché la neve mi distraeva entrandomi negli occhi, ma queste erano solo giustificazioni. In realtà non riuscivo a fissarla perché sapeo che la sua storia mi avrebbe ferito como un pugnale in pieno petto. Sapevo che aveva sofferto, lo vedevo dalla luce pallida che emanava, mentre io non potevo essere partecipe della via umana.

Yukine stava fremendo. Probabilmente si sentiva in colpa di essere impotente o forse aveva solo paura che lo rimpiazzassi. Sorrisi. Presi una boccata d'ossigeno. L'aria gelida entrò in corpo facendomi rabbrividire. Lo dovevo fare. Pronunciai la formula come se non fossi io a parlare, ma una voce fuori campo, distante.

- Tu che non hai dove andare e dove tornare, ti concedo un posto dove stare. Io sono Yato. Dandoti un nome postumo rimarrai qui e sarai il mio servitore . – L'Ayakashi ruggì alle mie spalle. Era vicino, incredibilmente vicino, ma non potevo fermarmi.

- Con questo nome e il suo alternativo, uso la mia vita per fare di te il mio strumento divino. Tu sei Hanabira, Aitsu come strumento divino. Vieni Aikki! – Un'esplosione luminosa rischiarò il cielo violaceo. Il piccolo spirito apparve tra le mie mani sottoforma di un pugnale. Al solo contatto un brivido mi trapassò il corpo.

Un incendio, una bambina in un fagotto, una coppia. Uno di loro beveva. La picchiavano. Piangeva. I capelli rossi le ricadevano sugli occhi stupendi. Poi un ragazzo. Biondo. No, non potevo crederci. Un incidente.

Le vertigini mi invasero la mente. Il suolo perse consistenza. Non riuscivo a respirare. No, era impossibile che mi fossi scordato come si faceva, ma era così. L'ossigeno non arrivava fino ai polmoni.

Era la fine. Non poteva essere vero.

- Yato! – La voce di Yukine mi appariva lontana. Pregai con tutto il cuore di non svenire. L'Ayakashi mi apparì alle spalle, molto più grande di quanto me lo ricordassi. Mi sforzai di non perdere i sensi.

- Scusami, Yukine. – mormorai in un sussurro, forse non era riuscito neanche asentirmi.

Il mostro aprì le fauci. Mi parai il viso con la lama della spada. Mi concessi qualche secondo per riprendere l'equilibro, poi, quando la lingua del fantasma si protese verso me, saltai. Mi ritrovai addosso all'essere. Barcollai un poco in avanti.

- Yato, maledizione! – la voce di Yukine mi fece tornare alla realtà. Con un movimento deciso conficcai il pugnale nella carne dell'Ayakashi. Provai un brivido di piacere. La creatura si dissolse emettendo un grido disperato. Caddi rovinosamente a terra.

Mi presi la testa fra le mani. Le lacrime salate fecero bruciare i graffi che avevo sul volto, ma non mi importava. Non sapevo se era un pianto isterico, se piangevo per la sorte di quella ragazza che stringevo con foga tra le mani, o per Yukine, che avrei ferito enormemente.

Noragami- Keep SmilingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora