Diciassette

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Ventiquattro dicembre, vigilia di Natale. Il momento tanto atteso era arrivato!

Quella mattina Juan e Fernando dovettero recarsi in pullman all'aeroporto di Fiumicino con i loro genitori per accogliere amici e cugini e poter poi tornare nella capitale tutti insieme.

Appena dopo pranzo, mentre guardavamo la tv, io e Veronica sentimmo più voci provenire da fuori. Uscimmo rimanendo davanti al portone e vedemmo Juan e Fernando entrare in casa Fiore-Ramírez seguiti da un allegro gruppetto di ragazzi e ragazze.

Valerio, che aveva aperto loro la porta, ci notò e richiamò la nostra attenzione.

«Ahò, regà! Ve stavamo pe chiamà, venite!»

«Cinque minuti e siamo da voi!» lo rassicurai.

Veronica ed io tornammo dentro per darci una sistemata dato che eravamo in abbigliamento da casa, così in pochi minuti ci cambiammo e ci pettinammo.

«Bene, possiamo andare!» esclamò la mia coinquilina uscendo dal bagno.

Non appena varcammo l'ingresso di casa Fiore-Ramírez gli spagnoli ci salutarono allegramente con nostra grande sorpresa, seguiti da un "olé" di Valerio. Il suo intervento, ovviamente, non poteva mai mancare.

Fernando ci venne incontro. «Ah, ragazze, siete già qui! Stavamo giusto per presentare i nostri amici e cugini a Valerio.»

«Siamo arrivate al momento giusto, allora!» commentò divertita Veronica. Conoscendo le difficoltà che aveva con le lingue straniere, Valerio avrebbe di certo sdrammatizzato ogni situazione.

Dalla cucina arrivò anche Juan, che ci salutò e ci augurò una buona vigilia. I due fratelli, in seguito, ci fecero cenno di seguirli e sederci con gli ospiti.

Quando fummo tutti in sala iniziarono le presentazioni. Juan e Fernando spiegarono in spagnolo chi eravamo io e Veronica, cosa studiavamo e quanti anni avevamo.

«Ciao» salutammo amichevolmente in italiano, seguite da loro che ricambiarono.

Poi Juan parlò brevemente di Valerio, anche se gli spagnoli lo conoscevano già di fama in quanto per telefono aveva spesso parlato loro di lui.

«Holas!» esclamò Valerio con aria innocente, mentre io e Veronica ci coprimmo il volto con una mano dalla disperazione.

«Valè, si dice hola» gli spiegai pazientemente a voce bassa.

Il gruppo lo salutò ugualmente con entusiasmo, immaginando che non avesse mai studiato lo spagnolo. In particolare un ragazzo, probabilmente il famoso Miguel.

Una volta terminato il discorso su di noi, i fratelli Ramírez ci presentarono i ragazzi e le ragazze di Salamanca.

«Loro sono Alejandro, Ramón e Miguel, i miei amici d'infanzia» esordì Juan indicando tre ragazzi seduti uno di fianco all'altro, i primi due mori e il terzo castano chiaro.

Salutammo i tre con un cenno della mano e loro ricambiarono.

«Lei è nostra cugina Mercedes» continuò Fernando rivolgendosi verso una ragazza sorridente dai lunghi capelli castano scuro «E lui è...»

«Er conducente della Mercedes» lo interruppe Valerio scherzosamente.

Fernando sospirò alzando gli occhi al cielo e abbozzando un sorriso divertito. «E lui è il suo ragazzo, José» terminò la frase indicando il ragazzo riccio e moro con gli occhi verdi accanto alla cugina.

Rivolgemmo loro un sorriso e le presentazioni andarono avanti.

«Lui è Jesús, il fratello maggiore di Mercedes» ci spiegò Juan affiancandosi a un ragazzo castano con la felpa del Real Madrid «E lei è la sua ragazza, Natalia» concluse rivolgendosi verso una ragazza dai capelli ricci e neri.

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora