Venticinque

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Passò un'altra settimana. Era ormai arrivato febbraio ed eravamo agli sgoccioli: mancavano meno di dieci giorni al mio primo esame universitario.

La sera prima Juan e Valerio avevano invitato Roberto e Raffaele a dormire da loro. La confusione fu inevitabile: musica, coretti improvvisati, mangiate... Per non parlare degli innumerevoli insulti romano-napoletani durante la partita di calcio trasmessa a ora di cena.

Ci avrebbero risparmiato almeno per una volta l'ennesima alzata alle sette del mattino? Ovviamente no!

Fu Raffaele a dare il via alla baraonda mattutina, mettendo come sveglia Nu juorno buono di Rocco Hunt e aprendo la finestra dopo essersi alzato dal letto. Con tanto di cellulare in mano a volume massimo, cantava quasi a squarciagola l'allegra canzone del giovane rapper napoletano.

«Ahò, ma che stai a cantà?» sentii dire da Valerio, che si stava avvicinando alla finestra.

Io, ancora nel dormiveglia, accesi la luce e mi girai verso Veronica, che nel frattempo aveva messo la testa sotto il cuscino.

«Io mi chiedo come faccia Juan a non svegliarsi con una commedia del genere» bofonchiò.

«Avrà il sonno pesante» ipotizzai «Beato lui.»

«Ma n'aaaatu soooleee
Cchiù bell ohi n'eeè
O' sole miooo sta 'n fronte a teee!»

«Questa ci mancava» risi «Dei ragazzi di vent'anni che appena si svegliano la mattina cantano O' sole mio...»

«Che abbiamo fatto di male?!» sbuffò la mia coinquilina, rigirandosi.

«Dai, vado io» dissi per poi alzarmi dal letto e salire di poco la serranda.

«Signore e signori, gli eredi di Al Bano!» esordii aprendo la finestra.

«Buongiorno!» mi salutarono allegramente i due.

«Mai una volta che dormiate, vero? Valè, stai contagiando tutti!»

«Che ce voi fà» tentò di difendersi lui «Però Roberto dorme ancora.»

«Ma grazie a Dio» farfugliai.

Dopo qualche minuto di discussione da finestra a finestra vidi sopraggiungere Juan e Roberto con aria stremata, che mi salutarono con un cenno della mano.

«Ahò, se so svejati!» esclamò Valerio, trionfante.

«Chest'è nu record, wagliù» commentò Raffaele.

«Chiudete questa finestra e tornatevene a dormire, subito» sentenziò Roberto sbadigliando «Si è svegliato persino Juan, vi rendete conto?»

«E vorrei tornare dov'ero poco fa, almeno per le prossime tre ore» aggiunse lo spagnolo.

«E chi ve sta a dì gnente» si difese Valerio ridendo «Arimetteteve a dormì.»

«Fosse facile...» disse Juan tra sé e sé, per poi sparire.

A quel punto anche Veronica si alzò, quasi costretta ad intervenire nella conversazione.

«Buonanotte!» sbraitò, per poi abbassare bruscamente la serranda.

***

Tre ore dopo mi risvegliai spontaneamente e mi alzai dal letto senza disturbare la mia coinquilina. Feci colazione, mi preparai per la giornata e scesi subito in salotto a studiare per l'esame.

«Sofì, ti sei già messa a studiare?»

Veronica scese le scale e si diresse verso i fornelli per fare colazione.

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora