Chapter eight. Peaceful Family.

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"Quante volte ho visto lacrime di pioggia, in fuga dagli sguardi miei, raccolti in una goccia, quanti sono i giorni in piedi per l'attesa, che rende prigionieri noi con l'anima contesa."

Patrizia:

«Ehi, siamo arrivati,» aprii gli occhi e vidi davanti a me il cancello di casa, ero talmente stanca e assonnata che scendendo dalla macchina urtai il marciapiede e per poco non finii con il culo a terra. «Sei sempre la solita,» Mattia mi guardò ridendo, quasi senza pensarci mi appoggiai allo sportello, «Vuoi dormire da me? Non mi fido a lasciarti guidare ancora.» Mattia mi guardò, un po' incredulo, «abito qui vicino,» sospirò, «fai come se avessi accettato.» Mi vergognai un po' per ciò che gli avevo proposto, nella mia mente c'era solo la casta idea di farlo accomodare nel mio letto mentre io sarei andata a dormire in camera di Elena, mentre magari lui avrebbe potuto pensare diversamente... Gli sorrisi e mi girai per andare verso il portone, «Patt, i fiori,» indicò con un'occhiata il bagagliaio, «Ah, giusto i fiori,» aprii il bagagliaio e presi i fiori, non prima di essere scoppiata in una fragorosa risata, «perché c'è un pacco di preservativi da 100 qui dietro?» sventolai la scatola azzurrina, Mattia diventò paonazzo in viso e mi rispose con un risolino, «per ogni evenienza.» Scossi la testa divertita, «un'ultima cosa,» mi girai roteando gli occhi e ridendo, «che c'è ancora?» prese il telefono, «segnami un po' il tuo numero,» presi il telefono e digitai i numeri sullo schermo. Lo salutai, consapevole che non mi avrebbe chiamata, salii in casa e come previsto Elena era in camera sua con Claudio e non si erano accorti del mio ritorno nonostante fossero le quattro e mezza. Appoggiai i fiori in un vaso riempito con un po' d'acqua e buttai i tacchi vicino al divano. Tolsi il top e sfilai la gonna, dopo essermi struccata e messa comoda, presi la clutch e tirai fuori il cellulare, inviando un messaggio a Elena in cui la esortavo a fare piano la mattina dopo. Prima di chiuderla però notai un pezzo di tovagliolo scritto, l'inconfondibile scrittura diceva, "ormai mi conosci e sai che mi scorderò di chiamarti, perciò domani chiamami tu," con annesso il suo numero sotto. Poggiai il pezzo di tovagliolo sul comodino e mi misi a letto.

Il turno di lavoro iniziava in tarda mattinata , solo una settimana e poi la libreria avrebbe chiuso per le vacanze, che avrei passato sicuramente a Roma, se non forse per qualche settimana al mare con Elena e le nostre rispettive famiglie. Mi alzai quindi con calma, controllando se ci fossero messaggi. L'unico, da mio fratello Giacomo che mi chiedeva di andare a cena a casa, ovviamente gli risposi di sì, immaginando una bella riunione di famiglia. Mi diressi in cucina e preparai il mio amato caffèlatte, ovviamente con poco zucchero, ancora assonnata e con la tazza in mano sbirciai in camera di Elena, che dormiva beatamente. Andai in bagno, mi feci una doccia calda e andai nella mia camera. Presi un abito nero largo, che si chiudeva con dei bottoncini sul davanti e aveva una fantasia a pois, un paio di sandali in pelle nera con degli inserti dorati. Sbuffai alla vista dei miei capelli perennemente in ribellione e ormai rassegnata li legai in un disordinato chignon, infilai una collana in metallo e gli occhiali da sole e con la borsa piena di fogli uscii.

Roma ancora era piena di gente, nonostante fosse quasi luglio, quindi faticai al solito per trovare parcheggio. La libreria invece non era un granché piena, solo i soliti studenti che cercavano libri per la maturità e anziani che entravano per accomodarsi sulle poltroncine e rileggere vecchi libri. Me ne stavo al bancone, ripensando alla serata appena passata. Ripensai agli occhi di Mattia, a quel suo fare, che era rimasto immutato. Mi venne una fitta al cuore però, ripensando alle sue parole, al fatto che non mi avesse difeso. Su quello era cambiato, le sue attenzioni nei miei confronti erano cambiate. Era quasi schivo, pauroso di avvicinarsi, di toccarmi, a volte pensavo addirittura che mi reputasse una sconosciuta. Scacciai i miei pensieri dalla testa e mi dedicai a catalogare gli ultimi libri arrivati.

Can't hold you. [M.B]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora