Party

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Laura si guardò allo specchio poco convinta.
Osservò il suo vestito dorato.
Non la convinceva.
Era il suo corpo a non convincerla.
Era una ragazza di diciannove anni come le altre.
Aveva grandi problemi di autostima come tutte.
Due genitori sull'orlo della separazione ed uno spirito che chiedeva ribellione e libertá.
Anche se lei era il tipo che rimaneva in casa a guardare un film avvolta da una coperta e nel suo confortevole pigiama con gli orsetti.
Lo amava perchè le ricordava moltissimo la sua infanzia,lei amava tutto ciò che la ricolegasse alla sua infanzia perchè era stata molto tranquilla.
Aveva vissuto fino ai 15 anni in un ranch ai confini del Kenya. E quel luogo lo etichettava come casa anche se probabilmente non aveva una casa vera e propria perchè quella che aveva stava decisamente crollando a pezzi.
Diede un'altra occhiata a quel vestito fantastico,che però non si addiceva al suo corpo.
Abbassò lo sguardo verso i suoi polpacci e pensò che avrebbe dovuto assolutamente coprirli in qualche modo. Non poteva permettere che tutti vedessero ciò che la faceva vergognare più di tutto.
"Laura"sentii la voce arzilla della sua migliore amica da dietro la porta.
Stava attendendo che si cambiasse per la festa di quella sera,festa a cui non aveva nessuna voglia di andare per altro.
Ma la riccia era un tipo molto convincente ed ogni volta che diceva qualcosa Laura si ritrovava ad obbedire.
"Raini non ho molta voglia di venirci,a dire la veritá"bisbigliò la ragazza incerta continuando ad osservare l'immagine riflessa.
Sentii l'amica sbuffare dall'altro lato della porta.
Laura stava per sfilarsi l'abito quando vide spuntare qualche riccio dalla porta e capii che la ragazza era entrata per l'ennesima volta.
Raini osservò l'amica stupita e la invidiò. Lei non aveva quel corpo,avrebbe tanto voluto averlo.
Avrebbe voluto poter dire a sua madre che era magra come tutte,ma anche allora lei avrebbe trovato qualche difetto. La madre era così,non aveva mai accettato la figlia e non l'avrebbe mai fatto con ogni probabilitá.
"Ma stai benissimo"sussurrò con un pò di tristezza nella voce.
"Sei stupenda"continuò ritrovando la sua solita allegria.
La ragazza davanti ai suoi occhi la osservò chiedendone conferma e la riccia semplicemente si limitò ad annuire.
"Sará una festa bellissima,ci saranno tanti ragazzi"mormorò cercando di convincere Laura.
Ma a lei non interessavano i ragazzi,a lei interessava vedere l'amica felice. E solo per quello sarebbe andata a quella festa da cui si sarebbe probabilmente allontanata per trovare un posto in cui stare da sola e riflettere in totale tranquillitá.
Sorrise alla riccia e prese un giacchetto da portare con sè in caso avesse sentito freddo.

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Ross si soffermò a guardare il suo migliore amico Calum agghindato per bene per andare alla festa a cui sarebbe voluto andare dall'inizio dell'anno.
Ross era gentile e generoso con tutti,lui era un vero amico.
La persona che tutti avrebbero voluto avere al loro fianco,perchè nonostante fosse a pezzi riusciva a fare coraggio a tutti gli altri,riusciva a dare speranza alle persone.
I suoi genitori lo avevano abbandonato quando aveva cinque mesi,alle porte di un convento che lo accolse come un vero e proprio figlio, finchè non venne adottato da una famiglia all'etá di tre anni.
Da quella famiglia lui aveva appreso molto.
Aveva capito il valore dell'amore e dell'affetto reciproco.
Non aveva mai chiesto informazioni sui suoi genitori biologici,non gli interessavano.
Se lo avevano abbandonato vuol dire che avevano avuto un motivo per loro valido.
Calum mosse una mano davanti gli occhi del ragazzo che sembrava essersi perso in un pensiero profondo ed anche doloroso.
"Stai bene,amico"borbottò sull'orlo di una crisi dopo il terzo cambio d'abito.
Il ragazzo rosso che stava cambiando l'abito per la quarta volta era molto insicuro,aveva sempre voluto essere accettato da tutti,senza mai riuscirci davvero.
L'unico che sembrava averlo apprezzato era Ross che conosceva da quando erano piccoli,appena Ross si trasferì dall'orfanotrofio.
Quel ragazzo aveva sempre un sorriso stampato sul volto,ma erano poche le persone che conoscevano la sua storia e sapevano che di botte nel corso della sua infanzia ne aveva subite ed anche belle pesanti.
Il padre aveva iniziato ad ubriacarsi fin da quando lui si ricordava.
Aveva bevuto la prima volta quando fu licenziato,poi divenne un vizio che l'uomo definiva una benedizione e lui si era ripromesso di non fare la stessa fine.
La madre era in una casa di recupero,era una tossicodipendente e Calum la andava a trovare ogni settimana nella sua stanza di ricovero.
Non gli sembrava che si stesse riprendendo molto,manteneva la speranza.
"Era l'unica cosa che non avrebbe mai perso"ripeteva al suo amico biondo.
"Tu quando hai intenzione di prepararti?"domandò al biondo che indossava una vecchia maglia dei pockemon leggermente sgualcita.
"Io sono pronto"affermò il ragazzo con audacia.
Calum lo squadrò da testa a piedi e roteò gli occhi.
Rimase sbalordito dal suo orgoglio,lui non temeva il parere degli altri. Invece Calum ne era terrorizzato. Aveva sempre timore di ciò che tutti pensassero e questo si notava da quanto fosse goffo e imbranato.
Il rosso incitò Ross a muoversi ad uscire dalla camera,giá abbastanza in ritardo.
Il biondo rimase con quella sgualcita felpa,anche perchè aveva categoricamente rifiutato di indossare qualcosa vagamente simile a quello che indossava l'amico.

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