parents.

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Laura attraversó la soglia della porta e la trovó stranamente rumorosa.
Credeva che il padre fosse giá andato a lavorare,ma probabilmente si era fermato a litigare con la moglie.
Laura ci era abituata,ma non credeva che sarebbero arrivati a quel punto.
Damian era un uomo puntuale e non sarebbe arrivato in ritardo solo per discutere.
Si tappó le orecchie con le mani mentre saliva le scale per arrivare in fretta in camera sua,ma percepí comunque le urla e quando arrivó nella stanza sembrarono addirittura amplificate.
"Sei solo una troia"urló il padre sbattendo qualcosa,probabilmente una sedia sul pavimento.
Laura continuó a tapparsi le orecchie ed incominció ben presto a piangere.
Aveva assistito a tante di quelle litigate,ma ognuna le faceva sempre effetto.
Non credeva che nessun uomo si sarebbe dovuto rivolgere cosí ad una donna e sperava vivamente che nessuno si sarebbe rivolto a lei in quel modo.
Era giá disperata,se si fosse aggiunto anche quello sarebbe crollata.
Distrutta come un vaso sbattuto violentemente sul pavimento.
Voleva salutare il padre,ma non in quelle condizioni.
Preferiva evitarlo e fare finta di non aver sentito nulla perché se avessero notato che ci fosse stata avrebbero finto.
E lei odiava la falsitá. Voleva che le persone si mostrassero per come erano.
Anche se erano stronze,crudeli,senza pietá.
Era quella la vita.
Non era piena di cuori e di amore,ma solo ripiena di sofferenza.
Quando sentí sbattere la porta e cessare le urla,capii che il padre aveva abbandonato l'abitazione.
Scese al piano inferiore per verificare le condizioni della madre.
"Va tutto bene?"chiese spaventandola.
La madre non rispose,la guardó con sguardo acido.
"Vai sopra"urló afferrando una bottiglia di wisky dalla dispenza.
La madre non era un alcolizzata,solo che provava sollievo quando le bruciava lo stomaco.
Sembrava che il bruciore riducesse il dolore di tutte le parole che il marito le urlava addosso.

La castana seguii gli ordini della madre e tornó al piano di sopra afferrando il cellulare per telefonare all'amica.
Sapeva che almeno lei,la sua voce la avrebbero aiutato anche nei momenti piú difficili.
"Pronto"brontoló la riccia.
Sembrava annoiata.
Laura si asciugó gli occhi e si sfregò il naso.
"Ehi,cosa succede?"chiese incuriosita.
"Niente,ho raccontato a mia madre di Calum...pensa che me lo sia inventato"affermó triste.
Laura non sapeva spiegarsi il motivo per cui la madre la trattasse cosí e probabilmente nemmeno lei lo sapeva.
"A te come va?"chiese lei cambiando argomento.
La castana sapeva che odiava affrontare quell'argomento,cosí lo evitó senza approfondirlo.
"I miei....litigano come sempre"esclamó sfogandosi con lei.
Ormai entrambe si sfogavano conoscendosi alla perfezione.
Entrambe evitavano gli argomenti che le irritavano,anche se qualche volte il dolore diventava opprimente ed erano costrette a sfogarsi e piangere l'una sulle spalle dell'altra.
Erano sempre presenti per l'altra.
Era questa la vera amicizia.
"Comunque che ne pensi di Calun e del suo amico?"disse speranzosa.
Voleva che le piacesse il rosso.
Voleva davvero che le piacesse.
La castana si focalizzó sull'immagine di Ross,e le si formó un groppo alla gola.
Era paralizzata da quel pensiero.
"Sono...simpatici"esitó.
La riccia sembró entusiasta della sua risposta poco convinta.
"Bene,allora stasera vieni con noi al Bowling.."la supplicó al telefono.
Laura non sapeva se avrebbe resistito alla vicinanza del ragazzo,ma comunque aveva verificato che non fosse cosí male.
Avrebbe potuto sempre andarsene in caso si fosse annoiata.
"Ok"sussurró prima di concludere la telefonata.

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Il biondo era tornato a casa un pó piú allegro del solito.
Appena entró notó i suoi genitori accomodati al divano tranquillamente e lui li guardó da lontano chiedendosi se avrebbe mai trovato la felicitá come loro.
Non sapeva la risposta,perché il futuro era tutto da scoprire.
Aveva grandi aspettative.
Lui voleva una famiglia,voleva avere dei figli suoi.
Ma voleva anche adottarli.
Avrebbe assunto l'esempio dei suoi genitori adottivi.
Non avrebbe mai abbandonato suo figlio ai piedi di un convento,o peggio all'interno di un cassonetto.
Si sentiva male al pensiero che qualcuno lo avesse potuto fare con lui.

Non sapeva il nome dei suoi genitori biologici,non aveva mai voluto saperlo. I genitori non credeva sapessero qualcosa piú di un nome,ma Ross non aveva intenzione di conoscere neanche quello.
Voleva sapere il meno possibile della sua famiglia. Aveva un famiglia ed era perfetta.
Non gli serviva altro.
"Ciao tesoro"mormoró la madre notandolo all'ingresso.
Lui sorrise dirigendosi verso di loro per abbracciarli e lasciargli un bacio.
Raccontó loro ció che aveva fatto durante la giornata di scuola,tralasciando il racconto della serata precedente.
"Cosa vuoi da mangiare,amore mio?"domandó la madre alzandosi per preparare qualcosa.
Il biondo apprezzava la sua premura ed adorava i nomiglioli che gli affibiava. Amava sua madre.
Avvertii un leggero brivido nelle tasche seguito da una suoneria abbastanza irritante.
Osservó il display leggendo il nome "Calum" rispose facendo segno alla madre che avrebbe risposto dopo al suo quesito.
"Ciao fratello"disse il rosso dall'altro lato del telefono.
Ross si richiuse la porta alle spalle e si tolse le scarpe accomodandosi sul letto.
"Ciao amico"rispose il biondo allegro.
"Io,Raini e Laura andiamo al Bowling..vuoi venire con noi?"chiese quasi ordinandoglielo.
Lui era un pó incerto,ma sapere che lí c'era anche Laura lo rendeva felice senza un reale motivo.
Quella ragazza era bella,davvero molto.
"Ok"affermó annoiato al pensiero di doversi rimettere le scarpe.
Anche se tentennó prima di uscire,non voleva lasciare da soli i suoi genitori.
Ma forse anche loro sarebbero stati contenti di passare la serata da soli.
Ross era sempre lí con loro e forse sentivano la necessitá di rimanere un pó in solitudine.
Riscese le scale e si piazzó alla porta della cucina dove lo aspettavano i due.
"Oggi non mangio qui,esco con Calum"mormoró lasciandogli un secondo bacio prima di uscire.
Avrebbe rivisto Laura e trascorso una serata in compagnia del suo amico.
Sapeva che si sarebbe divertito.
Lui era vivace e pieno di vita.
Questa era la sua caratteristica principale.

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