Capitolo 5

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Helen si riaddormentò. Era ancora molto debole per la perdita eccessiva di sangue. Le ferite erano abbastanza gravi ma durante quella settimana di coma avevano iniziato a guarire. Helen stava camminando era nell'ospedale in cui era ricoverata. Non indossava più i vestiti che aveva prima e che ormai erano inutilizzabili ma non aveva nemmeno la classica veste che danno i medici all'ospedale. No. Aveva un vestito largo morbido che scendeva fino a quasi le ginocchia. Lo stesso dell'incidente. Il suo preferito. Bianco semplice senza maniche. Qualche ricamo. Glielo aveva fatto la nonna. Non pensava di averlo ancora. Comunque continuò a camminare. L'Ospedale era deserto. Non c'era nessuno. Vivo o morto che fosse. Le stanze. I corridoi. Completamente vuoti. Forse un po ' più decadenti di quello che ricordava. Senza macchinari. Come se fosse abbandonato. La luce era poca. Di quella a led classica degli ospedali. Si sentiva stordita. Come se si fosse appena svegliata; eppure era da un po ' che camminava e prima non aveva avuto niente. Sentì un dolore lancinante in tutto il corpo e abbassò lo sguardo per vedere cosa aveva. I polsi completamente bendati come quasi tutte e due le braccia erano rossi di sangue. Tutte quelle ferite era come se si stessero riaprendo da sole. Pure quelle delle gambe fino al ginocchio. Ora si spiegava il mancamento di forze. Era arrivata all'ascensore. Helen aveva bisogno di un medico. Scese al pianterreno. Ancora nessuno. Poi vide una bimba. No anzi un bimbo. Aveva all'incirca 8 anni. I capelli neri, la pelle pallida, gli occhi erano coperti. Gli andò vicino. Aveva bisogno di aiuto. Appena si avvicinò notò gli occhi rosso sangue. Poi il bambino sparì e ricomparve più avanti vicino una porta aperta. Lei lo seguì all'interno. Niente. Non c'era niente in quella stanza. Il bambino le prese la mano e la guidò più avanti. C'era un corridoio con più porte. Tutte aperte. C'era una puzza terribile. Lo spettacolo era raccapricciante. In ogni stanza c'erano decine di persone morte. Trucidate. Impiccate. Appese dal soffitto. Inchiodate sui muri. Per terra. Senza le interiora. Tutte brutalmente torturate e uccise. Helen si impose di non cedere. Anche se stava per vomitare per il disgusto. L'ultima porta era socchiusa. Appena la aprirono il bambino si accasciò a terra con un coltello nel petto. Nella stanza buia c'era la stessa ragazza dello specchio. Ora si somigliavano terribilmente. L'unica differenza erano lo sguardo perfido della figura in confronto a quello impaurito di Helen; e gli occhi della figura che erano uno nero e l'altro rosso. Da questi colavano lacrime nere insanguinate. La ragazza iniziò a ridere sadica mente mentre un sorriso innaturale le si allargava sul volto. Helen spaventata cercò di indietreggiare. Ma si accorse di essere legata. Poi la figura fece andare al centro della stanza una bambina dai lunghi capelli bianchi tendenti al lilla. Aveva grandi occhi azzurri. Prese delle forbici e iniziò a farle tagli su tagli, poi gliele ficcò un un occhio e le ritirò; lo stesso fece con l'altro. Infine fece un grosso taglio allo stomaco da cui si potevano vedere gli organi. Iniziò a tirarli fuori tutti. Lasciando solo il cuore e i polmoni. Poi le tagliò la gola e la bambina morì dopo un grido più acuto degli altri. Prese ago e filo ricucì i tagli allo stomaco e alla gola. La bambina si rialzò. Gli occhi completamente neri. Non c'era la cornea o l'iride e la pupilla. No. Tutti completamente neri. Helen vomitò digustata. Iniziò a dare strattoni alle catene quando vide che si stava avvicinando a lei sotto lo sguardo compiaciuto di quella psicopatica. Niente. Non cedevano le catene. Iniziò a piangere. Ed a agitarsi. Poi la ragzza disse -fallo. Uccidili. Quei ragazzi. Devono. Provare. Tutto. Il. Dolore. Che. Abbiamo. Subito. Fallo. Fallo- poi Helen sentí qualcuno che la chiamava.
Helen si svegliò era stato solo un incubo. Ancora. Sapeva che la psicopatica non si sarebbe arresa. Un dottore la guardava preoccupato. Un'infermiera invece era terrorizzata.
-Signorina stava urlando. Diceva di smetterla.... Di non ucciderli. Poi ha iniziato a ridere e a piangere queste lacrime. Nere e rosse. Da un'analisi risultano sangue e un materiale non identificato- disse il dottore -Non ho niente. Posso alzarmi. Vado a sciacquarmi la faccia- rispose gelida Helen. Effettivamente le lacrime scendevano ancora. Nel suo sguardo qualcosa si spense. Aveva ceduto. Non ce l'aveva fatta. Aveva passato il limite. Iniziò a ridere a scatti. Sempre più forte....

****Angolo autrice****
Sono tornata finalmente. Scusate il ritardo immenso ma ho avuto da fare. Così Helen ha ceduto. Perfavore spero in tante stelline. O commenti. O tutti e due. Ringrazio chi sta seguendo questa storia.
Baci xxxx

-Feffe

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