True End

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Helen stava aspettando che suo padre tornasse dal lungo viaggio di lavoro che lo aveva portato lontano da casa, in quelle due settimane erano accadute molte cose che Helen non si sarebbe mai aspettata. Lei sperava e pensava che una volta trasferita avrebbe fatto subito amicizia, ma non era stato così. Era stata troppo ingenua. Avrebbe dovuto capirlo prima; era troppo bello per essere vero. Era molto nervosa. Non sapeva come dirgli del fratellino morto e come spiegargli che non era stata lei, ad ogni modo lui le avrebbe creduto; o almeno così sperava. Era nel suo vestitino bianco che ormai insieme alle forbici era diventato come una parte di . Guardò le bende. Era passato molto tempo ma stranamente sembrava che i tagli non volessero richiudersi. Erano delle ferite costantemente aperte; forse perché ogni volta che diventava Lullaby quelle strane bende le riaprivano in nuovi tagli. Non sentiva dolore; almeno non più. L'unica parte che ogni tanto ancora faceva male era il cuore. Sentì bussare alla porta ed andò ad aprire. Era suo padre. Gli corse in contro e lo abbracciò; scoppio a piangere. Le sembrava passata una vita. Erano cambiate tante cose; un angelo non era più tale -Helen guarda! Me l'ha regalato un collega- le disse mostrandole un cagnolino. Un pastore tedesco. Sembrava un cane poliziotto e Helen si agitò -Helen dov'è Nick?- -Emhh... papà devo dirti una cosa- sussurrò a testa bassa la ragazza ed improvvisamente si sentì una bambinadi 5 anni beccata a rubare la Nutella. Ma la situazione era molto più grave -Nick è morto- -Cosa? Dai Helen dov'è- -È morto. Nel giardino sul retro. L'ho seppellito- l'uomo corse fuori e lo vide. La croce piantata nel terreno. Si girò -L'hai ucciso. Perché!? È sempre stato buono. Era così... Perché?- disse con voce rotta -Non sono stata io. Sono stati dei ragazzi. Ma ora sono morti anche loro. Lui li odiava; mi maltrattavano. Mi hanno mandata in coma. Ma tu non c'eri- l'uomo prese il telefono e chiamo la polizia; ma non finì di parlare che venne interrotto. Il telefono in mille pezzi. Helen aveva lanciato le forbici per bloccarlo. Era tornata Lullaby -Ed io che illusa, pensavo che tu ti fidassi di me. Che mi capisse e credessi. Ma no. Tu non lo hai fatto- la porta si spalancò. Erano i poliziotti chiamati dal padre. Erano troppi. La circondarono. La presero; la separarono dalle sue forbici. L'unica persona che le era rimasta l'aveva condannata. Lullaby fu processata. Venne chiusa in un ospedale psichiatrico accusata di schizofrenia e vari disturbi della personalità. Era in una cella di isolamento perché lacredevano autolesionista dal momento che le sue braccia erano sempre piene di tagli aperti. Ma loro non conoscevano la verità. No non sapevano cosa era successo veramente. Nessuno l'avrebbe mai saputo. Caro diario, oggi come al solito mi hanno controllato le braccia. Mi hanno dato un pastello rosso. È il mio colore preferito; ora posso disegnare finalmente. Le mura bianche sembrano così vuote. Le riempirò di tante note. Ho chiesto all'infermiera di cantare una ninna nanna per me. Sai già che le adoro. Nessuno crede alla mia storia. Sono passati 3 anni dall'accaduto. Ma ora tu sai qual è la vera storia di Lullaby. Se qualcuno ti ritroverà; almeno saprà la verità. Ti nasconderò sotto la mattonella. Nick mi ha detto che oggi ci sarà un'esplosione. Ti salverà. Finalmente posso incontrare Nick! Bhe Addio...
-Lullaby

Ieri l'ospedale psichiatrico Saint Laurent; in Virginia, è saltato in aria a causa di una fuga di gas. Tutti i pazienti e le persone al suo interno sono morte. È stato trovato in una stanza simile a quella di una bambina un diario. Stranamente sembra ancora integro.

****Angolo autrice****
Allora ragazze. La storia è finita. Mi dispiace perché è stato molto bello sapere che a qualcuno sia piaciuto o così spero. Grazie e tutte e tutti voi. Davvero. Alcune persone mi hanno detto che preferiscono un altro finale a questo quindi ho lasciato libera scelta. Potete farlo finire nel modo in cui preferite. Baci xxxx

- Feffe

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