one shot nº 1

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Il successo la stava distruggendo. Stava distruggendo la sua bellezza, la sua candida pelle e il suo fisico asciutto ma comunque formoso. Fumava, fumava senza fermarsi, i suoi denti perlati iniziarono ad ingiallirsi e tossiva senza sosta. I suoi capelli stavano diventando bianchi e prendeva antidepressivi.
Il mondo la stava ferendo, lei non era più la creatura più bella del mondo, non era più una persona; era diventata una cosa. Oggetto di desiderio, di piacere, un trofeo da mettere in mostra sullo scaffale del salotto. Era stata privata della sua innocenza e del piacere di essere semplicemente un essere umano: imperfetto, sbagliato, bellissimo, libero.
"Il tuo cibo preferito?" le chiesero. Un uomo vestito male con un cartello in mano le suggerì "petali di rosa" e lei lo disse, era un immagine divina.
Non tutti sapevano che però, gli dei, erano bellissimi ma provavano sentimenti esattamente come gli umani.
"Con cosa vai a dormire?" le richiesero. Lo stesso uomo suggerì "Nuda, con due gocce di Chanel nº 5 sulle natiche."
In quel momento sapeva di quante persone stessero fantasticando sulla sua bellezza sovrannaturale, la bellissima Marilyn Monroe.
Chi sconcertato da una risposta così diretta e sfacciata, e chi invece desiderava essere quella diva.
Ma lei non desiderava essere se stessa: privata di umanità, privata di sentimenti. Un automa. Immortale.
Ma non era così. Il 5 Agosto 1962, all'età di trentasei anni, la bellissima diva fu trovata morta nella sua casa a Brentwood, Los Angeles. Fu inoltre trovata nuda e con la cornetta del telefono in mano.
Quello stesso giorno, il giovane William Freud, fantasticava sulla diva più amata di tutti i tempi. Pensava alla sua pelle che trovava sempre meravigliosa, alle sue mani che sfioravano le sue guance rosee e ai suoi capelli biondi che gli solleticavano il naso. Gli mancava la sua Marilyn come quando sott'acqua ti manca l'aria.
«Sei bellissima.» le aveva sussurrato più volte ma mai aveva parlato con lei, non le aveva mai detto "ti amo" perché lui non ne era capace, lui non era capace di autodistruggersi, in fondo lui era solo il suo parrucchiere.
«Non sei davvero innamorato di Marilyn Monroe,» gli disse suo padre «tu pensi di esserlo perché, parliamoci chiaro, Marilyn è bellissima e tutti sono innamorati di lei. Non provi sentimenti verso di lei, non provi sentimenti vedendo il suo sorriso o vedendola ridere, lei è una diva William, tutti sono innamorati delle dive ma non significa che si provino sentimenti reali verso esse.» Ma suo padre si sbagliava, lui provava sentimenti reali nei confronti di Marilyn; ogni volta che sorrideva improvvisamente la sua bocca si curvava in un sorriso, amava ascoltare la sua voce nonostante nell'ultimo periodo fosse più triste, amava ogni piccolo particolare di lei.
«Notizie dell'ultima ora,» la radio si accese da sola e William sobbalzò «Marilyn Monroe è stata trovata morta nella sua casa a Brentwood, Los Angeles. Al momento si sospetta un suicidio, domani verrà fatta l'autopsia.» William si sedette nel suo letto e una lacrima rigò il suo volto, susseguita poi da molte altre lacrime, fino ad arrivare ad un pianto di estremo dolore.
«Non le avevo mai detto che l'amavo, mai!» si rimproverava tra le lacrime.
Forse le mancava qualcuno al suo fianco, forse un mio "ti amo" poteva salvarla, pensò.

Siamo nel 2015 e la morte della diva è ancora un mistero.
William è sposato, ha 3 figli e 8 nipoti e a volte si ritrova ancora a fantasticare sulla sua bellissima Marilyn a cui non ha mai potuto dimostrare il suo infinito amore.

Spero vi sia piaciuta!
Volevo dirvi che ho inventato la figura di William Freud ma credo e spero che qualcuno abbia davvero amato Marilyn anche se segretamente.

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