Non riuscii neppure a gridare e quando aprii le labbra per dire qualcosa, scoprii che in realtà non avevo niente da dire. Il mio cervello sembrava non elaborare alcun dato, era paralizzato e non aveva alcuna voglia di collaborare.
Sebastian se ne stava in piedi ad osservarci. Quando poggiò gli occhi sulla mia espressione esterrefatta essi brillarono di una luce sinistra.
«Colt» mugolai. Sollevai la mano e strinsi tra le dita la manica della sua camicia.
«E' solamente un incantesimo, non è reale. Ti fa vedere la persona che più detesti al mondo. In realtà lui è Alan Greenwood» mi bisbigliò da sopra la spalla.
Corrucciai la fronte e scrutai meglio l'uomo senza capire. Un incantesimo?
In tutto e per tutto assomigliava a Sebastian, aveva il suo stesso portamento, la sua stessa voce decisa e il suo elegante aspetto. Il dubbio mi attorcigliò lo stomaco e per un secondo mi chiesi se tutto ciò non fosse altro che uno scherzo.
L'uomo scoppiò in una fragorosa risata.
«La tua amica sembra aver visto un fantasma!» esclamò risedendosi tra i cuscini. In realtà non era stata una di quelle risate piene di soddisfazione. Vi era una punta di amarezza velata da una vena di sarcasmo. Era come se non fosse felice di vederci.
«Perché non sarei dovuto presentarmi, Alan?» la voce arrogante di Colt riempì la stanza e Alan Greenwood gli lanciò un occhiata irritata.
Se ciò fosse stato vero, che l'incantesimo di quell'uomo aveva il potere di mostrare una persona sgradita, chissà cosa vide Colt. Ma in quel momento la mia attenzione non era altro che rivolta al volto angelico, e allo stesso modo diabolico, di Sebastian che ad ogni sguardo mi faceva sobbalzare il cuore nel petto.
«Dimmi meticcio, cosa vuoi?» domandò l'uomo con una smorfia. Il mezzo-demone rimase impassibile all'insulto che aveva appena ricevuto, mentre io fui sconcertata dal suo comportamento indelicato. Avevo un brutto presentimento. Colt, fin dalla prima volta che ci eravamo incontrati, lo avevo giudicato come un insopportabile prepotente incapace di accantonare un tale affronto. Il termine meticcio mi risuonò nella mente antisonante e offensivo. E sicuramente Colt ebbe la stessa impressione. Ma non fece nulla che potesse compromettere l'incontro. Capii che non ci trovavamo al cospetto di un individuo qualunque.
Colt Devon sogghignò. «Da che pulpito» fece tra sé, ma si ricompose subito dopo.
«So che vedi cosa c'è dentro di lei. I tuoi occhi sarebbero in grado di scarnare l'anima se solo potessi esserne in grado».
«Non credevo che le creature celestiali abbassassero ancora lo sguardo su noi mortali. Per quanto io veda, non mi è capitato spesso di ritrovarmi in fronte un Bozzolo».
I suoi occhi lucenti mi studiarono partendo dal volto fino ai piedi.
«Un bozzolo?» la voce mi uscì strozzata e oltraggiata. Colt mi trafisse con lo sguardo: mi aveva avvertita di non aprir bocca. Compresi più avanti che avrei fatto bene a seguire il suo consiglio.
«Già, buffo come queste cose capitino ancora al giorno d'oggi. Vero Alan?» replicò Colt saccente. La sua mano scivolò sulle mie spalle fino a cingermi a sé. Greenwood rimase impassibile alla sua provocazione. Per quanto esso potesse assumere innumerevoli sembianze nulla nascondeva la sua vera personalità, come di un uomo che ne aveva viste tante nella vita. Pareva ai nostri occhi stanco e nervoso, seppur tranquillo.
«E quindi sei qui per sapere come estrarre l'essere dal suo corpo? Divertente».
«Per quanto questo sia ovvio, in realtà sono venuto a chiederti un'altra cosa. Stiamo cercando qualcuno».
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Chasm
Paranormal" Due anime destinate ad essere dannate, ma anche dannatamente simili." Samanta è una giovane 20enne con mille problemi sulle spalle. Dopo la morte del padre, deve badare alla madre alcolista e alla sorellina adolescente Ginevra. E come se non basta...