Mancava qualche settimana e Portland sarebbe stata inghiottita dall'autunno, l'estate era volata via e pian piano tutto ciò che era legato al solo ricordo del sole, del mare e della bella stagione sulla pelle, stava svanendo tra le foglie secche e una manciata di vento.
Ma l'autunno sulla Portland High School era già arrivato e aveva seminato i suoi effetti. La diligenza aleggiava in quel cortile, e le voci spezzate dal sonno riempivano l'aria quel giorno, il primo giorno di scuola.
Madison lo odiava, i giorni scolastici erano tutti uguali, perché solo il primo doveva avere una nomina speciale?
Madison lo odiava per il semplice motivo che durante il primo giorno poteva capitare che qualcuno la guardasse, e lei non voleva essere guardata. Come qualche sera prima, due occhi l'avevano scrutata per qualche minuto fino all'istante in cui lei aveva deciso non essere più guardata. Lei aveva paura, paura di essere notata.
Sapeva di essere sbagliata, ma semplicemente non voleva che anche gli altri lo sapessero. Lei non viveva, vivere era una cosa rara. Lei esisteva e basta e non sentiva la necessità di dover essere viva per qualcuno, le bastava esistere, da sola.
Fece forza su entrambe le braccia per poi spingersi su e mettersi a sedere sul muretto delle scritte. Era un semplice muretto alle spalle della Portland High School, su di esso c'erano scritte le storie di chi era troppo stanco per spiegarle, di chi aveva rimasto lì il suo cuore aperto, vuoto per giorni. I colori di chi non sapeva cambiarli, le storie delle loro vite incise tra le ossa. E Madison, da due anni ormai aveva un suo angolo personalizzato, ci scriveva quando ne sentiva il bisogno, quando decideva anche lei di lasciare il suo cuore aperto anche se vuoto da giorni."Ad astra per aspera"
incise con la biro in un angolo vuoto, era la citazione dell'ultimo libro che aveva letto "Fino alle stelle,attraverso le asperità" l'aveva colpita il modo in cui la protagonista era, alla fine di tutto, riuscita a superare tutte le sue paure ed raggiungere i suoi obbiettivi, l'aveva colpita quel modo di essere.
-Le brave ragazze non scrivono sui muri- sussultò contro quelle parole precipitandosi dal complesso di mattoni, una manciata di ciocche ribelli le finirono contro il viso sbottò appena prima di riconoscere la figura. Era il ragazzo di qualche sera prima.
-Ad astra per aspera?- allungò il collo per poi accennare una smorfia
-È una citazione- farfugliò flebilmente
-Madison giusto?- soffiò spostandole una ciocca dietro le orecchie
la ragazza si ritirò di un passo -Come- fece per parlare
-Lo hai scritto su tutta la cinghia del tuo zaino- schernì incrociando le braccia al petto
-Ah- guardò a sottecchi il suo zaino ancora sul muretto
-Ashton- fece cenno sistemandosi le lenti sul ponte del naso prima di fare una giravolta e sparire tra le mura della Portland High School
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Entrarono lasciando che il cigolare di quella porta sontuosa in legno scuro riecheggiasse per l'intera sala. Madison seguì Char nell'interno del locale. C'era della musica, era esigua. Schiuse le palpebre, le luci erano di varie tinte si sfaccettavano nell'aria. C'era un forte odore, di alcolici, forse. Le entrò nelle narici provocandole delle leggere scosse inebrianti. O forse era solo la nausea.-Perché siamo qui Char?- domandò riluttante
-C'è Matt- sputò dispotica scuotendo la lunga chioma chiara
-Ah- la mora sospirò schiudendo le labbra piene
Matt era il ragazzo per cui Char aveva perso sonno e ragione, da due anni ormai. Madison lo odiava, era il classico tipo che porta sofferenza e rancore, ma la sua parola non era abbastanza audace da poter mettere al tappeto lo stato d'animo di Charlotte. Per questa ragione che col tempo, Mad, aveva semplicemente imparato a fare segno di si. Fingeva di capire, solo per non ferire nessuno. Ascoltava. Rispondeva. Ma la gente era troppo ottusa per capre che in realtà lei non c'era. Scosse con leggerezza la testa facendo scivolare delle ciocche sul viso, picchiettò due volte i polpastrelli sul bancone in legno asettico, prima di accorgersi che Char era sparita nel caos. Dopotutto Alice non va dove la porta il cuore, ma dove c'è il caos.
Picchiettò ancora le dita sul bancone, era passato un bel po' e aveva già respinto per la terza volta un cameriere che voleva servirle da bere. Fece un piccolo balzo dallo sgabello bianco per poi sistemarsi la felpa sui fianchi.-Dai Ashton butta giù-
Arrestò le vans nere contro il parquet impolverato quando sentì quel nome. Fece destra e sinistra col capo quando riuscì a notare la figura macabra di quel ragazzo. Era ad un tavolo, con altri ragazzi, probabilmente della sua età. Perché era più grande di lei, ma non di così tanto dato che frequentava ancora la Portland High School.
Era bello.
Si stava passando una mano tra i capelli mentre aspirava da un oggetto che non sembrava una semplice sigaretta.ASHTON
Salve bella gente,come va?
Ed eccomi qui a parlare con voi,a proposito scusate se nel primo capitolo non ho fatto lo spazio autrice ma sinceramente me ne ero dimenticata rido
btw per chi mi seguiva anche in Harms già mi conosce per il resto,io sono chiara e questa è la mia seconda ff.
L'ho fatta nuovamente su Ashton bc è il mio crush è quindi idk non riesco ad immaginare altro.
Questo genere di ff tra l'altro mi piace molto,infatti sto adorando scrivere sempre più.
Comunque per quanto riguarda voti e commenti,spero davvero che questa ff diventi conosciuta,ma non dal punto di vista 'voti,e recensioni',ma vorrei che fosse conosciuta dal punto di vista di lettori e persone che la seguano davvero.
Lo spero tanto,poi per altro aggiorno presto no worries
alla prossima
ciao ciao

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Mad
أدب المراهقين"È questa la fregatura con te,perché quando mi fai bene,me ne fai più di chiunque altro. Quando mi fai male,pure." © original by scrivodizain