Sour Love

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Si passò una mano tra i capelli mossi. Quel giorno lo erano più del solito. Frignò qualcosa prima di passarsi l'indice tra le labbra piene. Lo faceva spesso quando era particolarmente nervoso. Strinse le palpebre in due fessure e fissò appena il borsone aperto sotto il suo naso. Sospirò a sottecchi e ripensò a quanto accaduto qualche attimo prima. Quasi gli si accapponò la pelle chiara. Madison. Pensò. Era da così tanto che voleva baciarla. Ed era successo. Ma non poteva essere. Lui non era stato sempre buono con lei, Cristo, non lo era stato per niente. C'era qualcosa in quella ragazza che lo rendeva indenne. Qualcosa che gli faceva perdere la testa. Ma non sapeva cosa fare. Ed invece di darle ciò che sentiva, di colmarla di quell'amore aspro, se lo inghiottiva. Deglutì una qualche quantità di secrezione orale. Non poteva restare lì.

-Ashton ma ne sei proprio sicuro?- esordì la donna con una spalla poggiata contro lo stipite della grande porta d'acero.

-Si Meredith, io devo andare.- sospirò appena - Non preoccuparti, passo solo a salutare papà. Poi torno.- sentenziò il moro tirando su col naso.

-Già sai cosa vuoi dirgli?- biascicò Meredith,  sistemandosi il grembiule variopinto sui fianchi.

-Certo.- sentenziò atono -Ora però, puoi lasciarmi finire?- borbottò lanciando occhiate al borsone opaco.

-Si.- disse soltanto la donna tarchiata, lasciandosi la porta scagliarsi alle spalle.

Ashton strinse le labbra e inghiottì una manciata d'ossigeno. Non poteva dirle che andava via solo per una ragione: lei. Non poteva permettere a nessuno di sapere quale dissidio interiore portava con se. Tamburellò appena le dita affusolate contro il torace fasciato da un morbido tessuto e posò gli occhi neutri verso la scrivania a qualche metro nel suo campo visivo. Strabuzzò le palpebre quando notò un paio di siringhe sigillate e si morse l'interno delle guance. Per una manciata di secondi sarebbe voluto cambiare, avrebbe voluto prendere quegli oggetti e gettarli via per sempre. Avrebbe voluto poter rimediare e poter finalmente essere l'uomo per Madison. Ma poi pensò che anche se fosse cambiato per lei, non sarebbe mai stato l'uomo per una come Madison. Lui non era l'uomo per lei. Non lo sarebbe mai potuto essere. Schiuse appena gli occhi esamini, ormai privi di compassione. Privi di vita. Allungò i piedi contro la moquette colorata e afferrò lestamente una delle siringhe. Rigirò l'oggetto tra le dita magre e lattee per qualche istante per poi gettarle nel borsone poggiato sul letto. Tutta la sua vita era, ora, in quel borsone. Lui aveva scelto di morire da mezzo uomo, piuttosto che vivere da uomo senza una donna, colei che amava.

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Si strinse nel top colorato per poi sentire le gote acquistare una qualche tonalità più rossastra. Poteva ascoltare il suono del suo cuore risuonarle freneticamente nel torace. Respirò a sottecchi per poi serrare le labbra piene.

-Calma Char. È solo un appuntamento.- biascicò il ragazzo biondo mentre con la mano destra si sistemò il berretto scuro sulla fronte opaca.

-Lo so Mikey, solo che è a casa sua. Sono leggermente agitata.- fremette, corrugando la fronte.

-Char. Lui mi sembra un bravo ragazzo, magari vi guarderete semplicemente un film o chiacchiererete davanti ad una tazza di tè. Semplice.- sentenziò sorridendo sghembo.

-Okay.- sospirò appena mentre una curva le occupò il volto -Grazie di tutto Michael. Ci vediamo domani a scuola.- borbottò imprimendo lestamente le labbra sulla sua gota   smorta.

Espirò una manciata di ossigeno per poi sollevarsi leggermente sulle punte arrotondate delle sue Nike appena consumate. Si morse l'interno delle labbra e tutto d'un botto schiacciò il polpastrello contro il pulsante in plastica bianca. Sentì il fiato mozzarsi quando poté avvertire il pomello rigirarsi con foga.

-Ehi.- disse soltanto il riccio, sfoggiando un grosso sorriso -Credevo non venissi più.- replicò poi facendo cenno col capo di entrare all'interno dell'ambiente eterogeneo.

Charlotte sorrise appena e mise piede oltre la soglia del modesto ambiente arredato di poco gusto. Si sentì raggelare quando notò lo sguardo neutro del ragazzo davanti a lei fissarla.

-Ehm, vivi da solo qui?- incespicò stringendo le braccia al petto.

-Oh no, lo condivido con Niall, ricordi?- soffiò facendosi dei risvolti alle maniche della t-shirt antracite.

-Giusto. E lui non c'è?- domandò flebilmente

-No.- disse soltanto -Vieni, ti mostro la casa.- sorrise affabile allargando le braccia lunghe.

-Okay .- sputò, seguendo le sue spalle muoversi sontuose tra quelle quattro mura.

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-Quindi Char, non hai mai avuto storie importanti?- domandò scettico allungando appena il braccio su uno degli scaffali verdognoli che facevano da quadro alla cucina minuziosa.

-Mh, direi di no.- aggrottò la fronte scrollando la testa.

Harry fece una giravolta buffa prima di poggiare due tazze bianche sulla penisola maculata che faceva da divisorio. Qualche attimo di silenzio fece da eco in quella cucina così vuota. Il ragazzo destreggiò lestamente e versò un po' di tè in entrambe le tazze per poi allungare una delle due verso la ragazza davanti a se.

-Spero ti piaccia il tè.- schernì passandosi una mano tra i capelli corti, li aveva tagliati da poco.

-Oh Dio, si.- esclamò Char portandosi la tazza di porcellana alle labbra. Annusò quell'odore inebriante e schiuse per qualche secondo gli occhi chiari.

-Io ho avuto solo una storia seria.- esordì il riccio picchiettando le dita magre contro la penisola sotto il suo naso. -È finita circa un anno e mezzo fa. Sai, delle volte ancora ci penso.- sospirò, fissando gli occhi chiari in un qualche punto impreciso nella stanza.

Charlotte fremette contro quelle parole poggiando con impeto la tazza fumante sulla superficie maculata. Perché le stava parlando di una sua ex? Un magone le si bloccò in gola. A tratti sarebbe voluta sparire o avrebbe voluto urlargli contro. Gli avrebbe voluto gridare che non le interessava del suo passato perché lei sarebbe dovuta essere il suo futuro. Deglutì stringendosi nel top. Quasi le venne voglia di vomitare.

-Cioè, ci penso nel senso che ancora devo capire il perché sia finita. Era come se le mancasse qualcosa, ma ancora non so cosa.- proseguì quasi come se stesse parlando a se stesso. Serrò i denti e sorseggiò qualche goccio di quel liquido caldo.

Charlotte si schiarì la voce. Inspirò una grande quantità di ossigeno per poi espirare rapidamente.

-Ma ti rendi conto?- sputò atona -Mi stai parlando della tua ex? Al secondo appuntamento tra l'altro.- gemette con astio, le venne voglia di piangere fino a terminare le lacrime -Ma tu sei proprio un pezzo di merda. Credevo fossi diverso, invece no. - si eresse sulle gambe gridandogli contro. -Ah, e bevitelo te questa merda di tè.- concluse lasciando quel posto.

Una serie di lacrime le bagnarono il volto stanco. Quella sera non solo aveva lasciato il ragazzo che le piaceva da morire, lì aveva lasciato anche il suo cuore, a pezzi.

EHI
Come va?
A me tutto bene, scuola iniziata e già ci hanno messo l'ansia da mo fino all'esame di stato...
Beh, comunque come potete vedere ho aggiornato come promesso.
In questo capitolo abbiamo visto Ashton andare via e decidere di continuare a drogarsi è il secondo appuntamento dei Charry... Un disastro direi..
Come andrà a finire? Lo scoprirete solo leggendo!
Mi raccomando COMMENTATE

ciao ciao

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 25, 2016 ⏰

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