Thinking About You

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Strinse di più la presa attorno alla cinghia di cuoio. Sbottò appena, quando una manciata di ciocche le coprirono la visuale. Sorrise appena. L'inverno aveva completamente inghiottito Portland. Lo si poteva percepire dal grigiore che aveva consumato i colori tenui dell'autunno. Fece lambire le labbra rosee alla lana calda della sua sciarpa nera. Poté sentire il rossore pervaderle la pelle, il freddo le faceva quell'effetto. Fece scivolare la mano sinistra contro il materiale sintetico della giacca che le fasciava il corpo minuto, mentre con le dita magre della mano opposta, cominciò a tamburellare contro l'incisione scolpita sul cuoio. Sospirò a sottecchi e chiuse gli occhi per qualche secondo. Quasi si dimenticò della ragione per cui era là. Quasi scordò il perché, quel pomeriggio, aveva deciso di presentarsi fuori quella casa che sembrava la stesse schiacciando. Si sentì il cuore implodere. Quasi riuscì a figurare l'immagine del suo cuore pulsante scoppiare, interiormente, come se il grigiore dell'inverno stesse mangiando anche lei. Respirò ancora, inalando un po' dell'aria fredda che aveva creato una sorta di filtro sulla città di Portland.
Ashton. Pensò poi. Era quella la ragione per cui quel pomeriggio d'inverno, lei, era lì. Fuori casa sua. Serrò i denti e con un movimento lesto fece schiacciare il polpastrello contro la plastica dura, etichettata da una targa di ottone con su inciso Irwin. Strinse per qualche secondo le palpebre, riusciva a sentire una serie di passi scalpitanti battere contro il parquet. Il fiato le si mozzò quando percepì il cigolio del pomello.

-Si?- esordì una donna contro lo stipite della grande porta in legno massello.

-Salve, mi scusi stavo cercando Ashton.- incespicò con le parole mentre gingillava con le dita frementi.

-Oh, al momento non è in casa.- tagliò corto mentre con le mani faceva su è giù contro il legno.

-Ah, va bene allora.- mugugnò, Madison, inarcando le sopracciglia.

-Però a momenti dovrebbe tornare, se vuole lo può attendere dentro.- soffiò affabile.

-Oh, se non è un problema allora, lo aspetto.- biascicò, seguendo la donna tarchiata all'ingresso.

Sospirò appena, lasciando una delle sue cinghia caderle lungo la schiena. Si guardò attorno boccheggiando. Lei era già stata lì, ma non ricordava un gran che. Sgranò gli occhi quando notò una serie di immagini correre lungo il ballatoio in corrispondenza alle scale principali. Strinse le palpebre in due fessure e cercò di osservare meglio, ma una serie di parole le fecero riordinare i pensieri.

-Ecco, può attendere Ashton lì nel soggiorno. C'è anche suo fratello Harold, magari può aiutarlo a finire i suoi compiti.- sentenziò la donna, facendo cenno col capo verso la grande stanza che si apriva alle sue spalle minute.

-Certo, grazie.- borbottò, arrancando verso la stanza proposta vedendo la donna sparire in una delle sale dopo il salotto.

Si spostò la sciarpa di lana dalle labbra e fece spallucce. Si guardò ancora una volta attorno. C'era un grande divano al centro dell'ampia stanza con un televisore posto proprio frontalmente. Un tavolo in legno scuro si faceva spazio in uno degli angoli e su di esso un vaso spoglio. Si morse l'interno delle labbra e sussultò quando notò una figura muoversi sotto il suo naso.

-Ehi tu devi essere Harold- mormorò appena, piegandosi sulle ginocchia.

Il bambino la scrutò criptico per poi annuire. Madison sorrise appena. Aveva i suoi stessi occhi. Sentì una serie di brividi coprirle ogni centimetro di pelle. Sospirò.

-Allora che dici Har, li finiamo insieme questi compiti?- domandò asettica mentre osservava la figura gracile, sfrecciare verso un tavolino in vetro spesso posto a qualche centimetro dal grande divano in pelle.

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