Capitolo 27

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Pov's Sophia
Era una settimana che Alex mi mandava fiori, cioccolatini, ciondolo con scritto 'ti amo' e altri regali ma non l'avrei perdonato subito, aveva distrutto i miei sogni e li aveva accartocciati in un angolo per il suo egoismo. Purtroppo ero a scuola e vedevo sempre Mary vicino ad Alex ma lui mi guardava continuamente. Ero vicino al mio armadietto e stavo posando dei libri, ero l'ultima persona rimasta nella scuola o almeno così credevo. Quando la voce di Alex mi fa sobbalzare "ehi" lo guardo in modo truce, poi cerco di addolcirmi anche se non è propio il tono da smielata "ehi" sorrise "quando l'altra settimana mi hai detto tutto non ho capito bene una cosa?" sgranai gli occhi "bene chiedi" avevo il tono freddo "mi hai detto che sono stronzo ed egoista ma non mi hai detto una cosa: mi ami ancora?" deglutii rumorosamente "l'amore se lo provi davvero non scompare all'improvviso a meno che tu non abbia amato veramente una persona" mi guardo e incastono i suoi occhi nei miei "però non hai risposto alla mia domanda: mi ami ancora?" ribadisce e io sto per rispondermi quando sento la voce di Luke chiamarmi "allora andiamo?" chiese, guardai di nuovo Alex "ora devo andare" avevo sicuramente l'aria di una persona a cui è morto qualcuno e se ne accorse anche Alex "quando mi vorrai rispondere sai dove trovarmi" annuii e mi feci contornare le spalle dal braccio di Luke, non eravamo tornati insieme io non volevo ma dovevo distrarmi un po'. "Che voleva?" chiese guardando Alex che intanto metteva le mani nelle tasche e se ne andava "non lo so" risposi allusiva "si vede che vi amate perché sprechi tempo qui con me?" stavo per piangere ma mi ricordai di essere una donna forte e che potevo crollare solo se nessuno mi vedeva "non lo so" ero esasperata dalla situazione "perché?" la sua voce era sempre più determinata "non lo so" lui assottiglio lo sguardo "perché?" ribadì con più forza "perché sono una donna orgogliosa, e non voglio che sia io a cadere nelle sue braccia, perché lo amo, da impazzire ma non posso diglielo perché mi hanno insegnato che bisogna essere forti e che la vita non è semplice, cazzo ecco perché" sorrise soddisfatto "era quello che volevo sentire" sorrisi anche io "ma vi amate e state sprecando tempo in sciocchezze, davvero è così importante quello stage?" scossi la testa "no in realtà non me ne fotte un cazzo ma non voglio tornare da lui strisciando" mi guardo "non vuoi o non puoi?" chiusi gli occhi per riprendere possesso della calma e sospirai rumorosamente "sono orgogliosa quello è il problema" scosse la testa "no tu hai paura che lui se ne vada come ha fatto tuo fratello e per quello che non vuoi tornare da lui perché hai paura che ti lascerà da un momento all'altro e tu ti sentiresti come quando è morto Ed e tuo fratello se ne andato e mascheri questo come orgoglio" stavo per piangere, era tutto vero l'orgoglio è tutto il resto così prima che crollassi davanti ai suoi occhi me ne andai "vaffanculo" dissi e finalmente me ne tornai a casa. Avevo bisogno di una doccia intensiva calda, così mi buttai sotto la doccia e sembrò che per un attimo tutti i miei problemi sparissero, che Alex e io fossimo tornati insieme senza troppi giri di parole ma tanto non era reale.
Prov' Alex
Avevo chiesto aiuto a Jacob è questo sottolinea come sono disperato perché ho fatto una cazzata e sono un coglione ma penso che questo si era capito no?! Era seduto sulla sedia di casa mia che pensava "si mi ha spiegato tutto della cazzata che hai fatto ma era più arrabbiata del fatto che non sei tornato a casa e pensa che tu te la sia spassata con Mary" bene la mia fidanzata pensa che io abbia scopato con un altra ragazza che non mi piace neanche "il problema non sarà lo stage ma chiederle scusa, se pensa certe cose di me" dissi affranto "perché non gli dici la verità? Che la ami, che hai sbagliato nel essere egoista e che faresti qualunque cosa per ritornare insieme a lei" come lo diceva lui sembrava semplice eppure è vero, le uniche volte che lo vista piangere sono state quando ero in ospedale e quando siamo andati dal suo amico. Merda sono nella merda. "Comunque se vuoi un aiuto ti dico che domani andrà alla festa di Andrew" lo guardai interdetto, fantastico il ragazzo più popolare della scuola, il tizio che si è fatto tutto l'universo nonché mio ex amico vuole farsi la mia fidanzata "ho visto che parlottavano per strada, lui la guardava con estremo interesse lei sembrava disgustata" sbuffai e guardai il soffitto "quando vi sposerete, mandatemi la partecipazione okay?" risi "non ci contare troppo" ridemmo e continuammo a parlare.
Prov's Sophia
Ero a pancia all'aria sul letto e fissavo il soffitto, mi mancava Alex ma lui non aveva ancora fatto la prima mossa, oddio forse ho visto troppi film romantici ma di solito succede qualcosa che li fa ritornare insieme. Lui ci aveva provato ma io volevo qualcosa di più tipo un bacio al tramonto o sotto le stelle, okay sono esagerata ma che ci posso fare?! Almeno domani mi sarei divertita anche se quel Andrew non mi piaceva molto, non l'avrei considerato e mi sarei divertita con Anny e Jacob. Mentre riflettevo entro di botto mio fratello David "che fai?" si sedette sul mio letto "penso" mi guardò "sai credo che tu e quel Alex dovreste stare insieme, quando lo hai guardato l'altra volta ho visto una scintilla nei vostri occhi" arrossii "e so anche delle cose sconce che avete fatto" lo guardai e divenni ancor più rossa "co-come fai a saperlo?" chiesi imbarazzata "dal fatto che appena ho pronunciato la parola scintilla tu sei arrossita" rise "tranquilla non lo dico a nessuno" sospirai "ma mi prometti che fate attenzione?" mi rattristai "perché deve essere tutto difficile?" mi guardo imbarazzato "guarda che non è difficile...insomma...fare..." ridacchiai "non mi riferivo a quello" sospiro di sollievo e si si vede che siamo fratelli "è a che cosa?" guardai verso la finestra "niente lascia stare" gli diedi un bacio sulla guancia "sei il migliore" mi sorrise "lo so" gli mollai un leggero schiaffo sul braccio "non ti montare la testa" sorrise "scommettiamo che ti batto ancora al Xbox scossi la testa "credo propio" vorremmo giù e giocammo fino a sera.

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