Capitolo 4

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"Sei carino quando arrossisci"

Deglutii rumorosamente.
Mi sentivo avvampare.

Mi maledissi mentalmente per quella fottuta timidezza che cercavo di evitare ogni volta.
Perché mi faceva questo effetto?
Non potevo di certo arrossire ogni volta che osava parlarmi o riferirmi qualcosa.
Ma soprattutto..

Perché mi parlava in quel modo?

Era il mio infermiere, doveva in qualche modo persuadermi e farmi sentire a mio agio. Roxanne lo faceva sempre.
Poco dopo, notai quella strana vicinanza che si era creata. Accorsi che mi stava osservando. Sentivo il suo sguardo bruciare su di me ed era in qualche modo.. intrigante.
Non riuscii a sostenere quegli occhi blu che continuavano a scrutarmi.

Con mia grande sorpresa, poggiò una mano sul mio viso, accarezzandolo dolcemente. Mi beai di quel contatto, quasi non volessi altro. La sua mano combaciava perfettamente con la mia guancia ed era estremamente calda.
Quel gesto non fece altro che procurarmi tranquillità.
Chiusi gli occhi spontaneo.

Alcuni istanti dopo, la porta si spalancò. Louis scostò immediatamente la mano e sentii un brivido di freddo attraversarmi la spina dorsale.
Rivolsi lo sguardo verso la persona che era davanti la porta. Era mia sorella, Gemma.
Potevo dire che in quel momento odiai mia sorella più del dovuto. Veniva qualche volta a trovarmi e sapevo che lo faceva di nascosto perché Des non voleva minimamente.
Sapevo che lui mi odiasse ed il sentimento era reciproco. Avermi abbandonato ovviamente non bastava. Voleva a tutti costi radermi al suolo facendomi odiare dalle persone che amavo.
Un tempo però anche lui mi voleva bene. Voleva bene al suo caro figliolo ed era così orgoglioso di quel bambino.
Finché un giorno crollò tutto.

Louis's pov

Mi alzai di scatto.

"Oh ehm Styles"osai dire rivolgendo lo sguardo verso l'agenda che tenevo nel taschino. Sfogliai due o tre pagine e lessi la prima cosa che mi capitò sotto gli occhi.

"Oggi hai un appuntamento con il dottor Moore alle ore 19:00 Esattamente fra trentanove minuti"

Mi stupisco sempre di più delle mie doti. Sono stato sempre un bravissimo attore.
Lo sentii ridacchiare sotto i baffi.

Poi, rivolsi il mio sguardo verso la persona davanti la porta. Una ragazza dai lunghi capelli e dagli occhi verdi.
Possibile che avesse la fidanzata?
Mi insospettii subito.
Quest'ultima entrò sorridente e si diresse verso Harry.
Mi guardò per qualche istante.

"Uhm salve! Io sono Gemma, la sorella di Harry"
Disse indicandolo per poi continuare. Stavolta rivolgendosi al riccio"Non sapevo che avessi un nuovo infermiere, non me ne hai parlato"
Feci un sospiro di sollievo. Non era la sua ragazza. Come potevo non notare la somiglianza. Sono identici.

Dopo quell'affermazione, vidi Harry farsi pensieroso. Poi rispose.

"Forse perché ti fai viva una volta ogni cinque o sei mesi. Non pensi, sorellina?"

Sulle sue parole era presente una nota di sarcasmo.

Il volto della sorella si incupì. Abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare con i lacci della felpa.

"Sai che non posso, Harry"

La sentii sussussare quelle parole con tristezza. Come se non volesse in nessun modo farsi sentire.

"Non puoi? Davvero, non puoi? Mi avevi promesso che saresti rimasta.
Ma a quanto pare mi sbagliavo o almeno, tu ti sbagliavi.
Perché devi dargli ascolto?
Anche tu mi odi?
Anche a te faccio pena?"

Rimasi leggermente stupito da quelle parole. Non sapevo a chi si riferisse, poi. Non sapevo molte cose, devo dire. Anche se mi era stata fornita una cartella clinica del ragazzo.

Alla fine della frase, sentii la sua voce spezzarsi.
Quella donna lo stava alterando, sicuramente. Per quanto me ne importasse, non volevo vederlo in quel modo. Non volevo assolutamente.

"Gemma, io credo che tu dovresti andare via di qui"
Tenni gli occhi fissi su Harry.
Sapevo che stava per scoppiare.

La ragazza mi guardò indifferente.

"Chi sei tu per dirmi quello che devo fare?"

Mi stavo incazzando.
Mi avvicinai alla ragazza con sguardo intimidatorio.

"Io sono il suo infermiere"dissi evidenziando per bene la parola 'io'
"Devo accertarmi che non incontri persone stronze come te.
A me importa della salute del ragazzo e se tu provi soltanto a rivolgergli un'altra parola, giuro che ti mando fuori di qui a calci in culo.
Siamo intesi?"

Sobbalzò leggermente, per poi indietreggiare. Prese frettolosamente la borsa, precedentemente lasciata sulla sedia e uscì da quella stanza.

Poi lo guardai.
Era rannicchiato in una posizione fetale, girato dall'altro lato.

"Harry?"
Pronunciai il suo nome per poi sospirare. Dopo alcuni istanti tirò su con il naso e stropicciò gli occhi.

"Si?"

Stava piangendo.
Lo sentivo dalla sua voce spezzata.
E sapevo perfettamente che non voleva farsi vedere in quello stato.

"Vieni qui"

Allargai le braccia.
Harry si girò e si fiondò subito su di esse. Appoggiò la testa sul mio petto e scoppiò in un pianto liberatore.

"È tutto okay, Harry. È tutto okay"

Sussurrai al suo orecchio quelle parole per tranquillizzarlo.
Misi una mano fra i suoi ricci, accarezzandoli. Erano decisamente morbidi.
Era un ragazzo così fragile. Non meritava tutto questo.

"È colpa mia"

Disse fra un singhiozzo e un altro.
Lo strinsi ancora di più.

"Non lo è"

Sussurrai.
Lo vidi chiudere gli occhi, rilassandosi sempre di più.

Ogni tanto, qualche singhiozzo usciva dalle sue labbra.

"Louis?"

"Dimmi Harry"

"Grazie"

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Ecco a voi il quarto capitolo!
Spero che questa fan fiction vi stia piacendo.
Magari datemi il vostro parere con un commento. Mi farebbe piacere leggerli!

Valentina Xx








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