Capitolo 1

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Correvo veloce,non potevano raggiungermi.

Avevo il fiato corto,avevo corso cosi tanto che non avevo più forze.

Si può amare cosi tanto qualcuno,ed essere cosi ciechi?!

Sono una perfetta idiota,idiota,idiota.

**

Sbarrai gli occhi,avevo il cuore a mille,la fronte sudata,e il respiro irregolare.

Era solo un sogno.

-"Fanculo,non mi avrai più".

Richiusi gli occhi e mi riaddormentai dopo svariato tempo,per la paura di sognare ancora.

-"Abbie"

-"Oh ma santo cielo,deve per forza urlare di prima mattina?! Cristo santissimo!"

-"Abbie andiamo su...L'aereo ci aspetta dai,Abbie"

-"Aaaaah"

Urlai contro il cuscino. Odiavo essere svegliata cosi,ma in 18 anni mia madre evidentemente non lo aveva capito.

Scesi le scale e la incontrai che facceva a destra e sinistra dalla casa.

Una pazza.

-"Se ti fai vedere cosi dal tuo Carl,non so se ti vorrà ancora."

Si guardò allo specchio velocemente e sbarrò gli occhi.

-"Oh mio Dio,come sono conciata"

Fortunatamente se ne era resa conto.

-"Abbie,dai scendi le valige e andiamo"

Ok,questa donna era veramente fuori di testa.

-"Mamma..."

-"Dai su prendi le tue valige Ab,siamo in ritardo"

-"Cristo mamma,le hai tu le mie valige,ne hai una in mano."

-"Ah... si... sei pronta?!"

-"No vengo in pantofole in aereoporto,cosi sono più sexy"

-"Abbie Lola Evans,non prov..."

-"Mamma... scherzo... non rovinerei mai la tua immagine"

Tornai in camera mia,e misi le mie amatissime converse e riscesi da mia madre.

-"Andiamo"

-"Abbie sai che non è per la immagine..."

-"Mamma andiamo,basta!"

Mia madre era una fotografa internazionale,e ora per il suo lavoro e per il suo amatissimo compagno ci stavamo spostando dall'altra parte del mondo,andavamo a New York.

Potevo finalmente cambiare pagina,e non dover incontrare quelle persone che mi guardavano ogni volta con compassione,per quello che mi capitò 3 anni fà.

**

Dopo svariate ore,arrivamo alla famosa New York.

Era l'opposto di me quella città.

Cosi chiassosa,piena di gente,di taxi,di gente in giacca e cravatta che correva per andare a lavoro,o chissà dove,avevo già nostalgia della mia bellissima e caldissima Barcellona.

Guardai mia madre,sembrava una ragazzina che non vedeva l'ora di riabbracciare il suo "orsetto" cosi lo chiamava lei.

Bleah.

Feci una faccia disgustata,e mi rigirai per continuare a guardare fuori dal finestrino.

Da quando Carl era entrato nelle nostre vite,anzi.. nella vita di mia madre,tutto era cambiato.

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