Capitolo 20

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Odio la pioggia.

Odio ancora di più svegliarmi di malumore senza un motivo ben valido.

Penso che questa giornata non possa andare peggio di cosi... forse..

Guardai fuori dal finestrino dell'auto mentre andavamo a scuola.

Anthony non aveva aperto bocca, era riuscito a sussurrarmi un "ciao" e non si era nemmeno avvicinato per baciarmi come facceva di solito ogni mattina, aveva messo in moto ed era partito.

Le avevo chiesto se andava tutto bene e aveva annuito.

Da li.. Silenzio più totale!

Che nervi.

Appena eravamo nel parcheggio della scuola,esitò prima di uscire dalla macchina.

-"Okei adesso basta Anthony, che succede? Per favore parla!" dissi io a dir poco nervosa.

-"Dobbiamo.. lasciarci!"

Sgranai gli occhi...

Cosa?

-"Cosa?"

No forse... forse avevo capito male.

-"Non... penso di provare quello che tu provi per me!"

Restai ferma immobile, con il fiato sospeso.. senza dire una parola...

-"Perchè?"

Dissi io a voce più alta del normale, lui si voltò verso di me con aria interrogativa.

Mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi.

-"Perchè mi devi sempre fare del male? Perchè ogni volta io come una stupida ci casco? Ma bravo.. questa volta sei riuscito a pieno a farmi veramente del male Anthony... complimenti!"

Scesi dalla macchina,e mi misi a correre verso la parte opposta della scuola,avrei saltato, sarebbe stato inutile farmi vedere in queste condizioni da metà istituto per poi essere presa per il culo.

Ma che cazzo mi era successo?

Non mi riconoscevo più..

-"Papy... per favore...." parlavo con mio padre..

Ero letteralmente uscita fuori di me...

-"Abbie??"

Alzai lo sguardo e davanti a me vidi Ariel.

Lei.

Lei c'era sempre.

La mia salvezza.

Mia sorella.

La mia migliore amica.

L'abbracciai cosi forte e iniziai a piangere a dirotto.

-"Ehi... Ehi che succede piccola?"

-"Mi ha lasciata"

riuscìì a dire solo quelle tre parole... e niente più...

DUE SETTIMANE DOPO

POV.ANTHONY

Valige fatte.

Biglietti fatti.

Salutato parenti stretti e lontani fatto.

Umore... a terra.

Ero seduto sul letto con le mani sul viso..

Tra qualche giorno sarei partito per i Marines...

Avevo rivisto Abbie in questi giorni, sempre sguardo basso, aria triste e la colpa era solo mia.

Mi sentivo un perfetto bastardo..

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