0.6 ~ Harry

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"Prima di arrivare a scuola ho chiesto al mio amico per la fontana, per lui non ci sono problemi, ci presterà un vecchio modello che ha in deposito, ma sono sicuro ti piacerà!" Spiegò il riccio, intento ad attaccare una delle margherite finte ai bordi del palco.

"Quando la porterá?" Gli chiesi, passandogli uno dei fiori.

"Domani pomeriggio sarà qui!" Annunciò, prima di fermarsi un momento e guardarmi.

"Perfetto!" Esclamai abbassando lo sguardo.

"Devi smetterla una buona volta" Brontolò, riprendendo il suo lavoro.

"Di fare cosa?"

"Di abbassare quel maledetto sguardo quando ti parlo, mi fai sentire un mostro" Spiegò, prima di passarsi il dorso della mano sulla fronte, raccogliendo il sudore.

"Come vuoi, spero solo che la fontana funzioni, altrimenti non so come faremo ad aggiustarla in meno di due giorni"

"Ti piacciono le rose?" Mi chiese improvvisamente.

"Certo, specialmente le bianche. Come mai questa domanda?"

"Andrebbero benissimo dei petali sparsi per terra.. Così al posto di metterci dei palloncini che si riveleranno ingombranti durante il ballo, ci saranno tanti piccoli petali." Rispose semplicemente, alzando poi le spalle.

"Sei un genio!" Urlai entusiasta, abbracciandolo improvvisamente.

"So che mi ami ma ho da fare, quindi passami queste maledette margherite" Brontolò antipaticamente. "E voglio che tu sappia che per le 3 devo andarmene, tornerò verso le 4"

"Perché devi fare questo spacco?" Gli chiesi, ero fin troppo curiosa. "Sempre se vuoi dirmelo" Aggiunsi imbarazzata.

"Penso che non siano affari tuoi, a meno che tu non voglia venire con me e lo scoprirai, ma perché dovresti perdere un'ora di preparativi?" Aggiunse l'ultima frase con un pizzico di ironia.

"Vengo con te" Affermai decisa, anche se non mi andava proprio, questa volta però non l'avrebbe vinta lui.

"Vedo che qualche cosa riesco a fartela fare" Esclamò fiero, attaccando poi l'ultimo fiore.

[...]

"Cosa devi farci in una scuola elementare? Non dirmi che vuoi fare qualcosa di male a qualche bambino.... Ashton... Ti prego!" Ero maledettamente ansiosa, eravamo fuori una scuola elementare, seduti sulla sua moto, aspettando non so cosa.

"Non devo fare niente di male! Calmati rossa!" Esclamò poggiandomi una mano sulla spalla, come per calmarmi.

"Okay" Sussurrai insicura.

Passarono alcuni minuti, quando, finalmente, suonò la campanella di uscita.
Una marea di bambini uscirono da scuola e si diressero dalle rispettive mamme, solo un piccolo bambino dai capelli castani e lisci si avvicinò a noi.

"Ciao campione!" Esclamò Ashton prendendolo in braccio, abbracciandolo teneramente.

"Oddio... Ashton... Non è tuo figlio.. Vero?" Gli chiesi titubante.

"Si, è mio figlio" Rispose lui, come se nulla fosse.

Mi venne un colpo al cuore, come se avessi perso 100 battiti.
Non sapevo se essere dispiaciuta o felice, ad ogni modo ero confusa.

"Lui è il mio fratellone" Esclamò improvvisamente il bambino. "Il mio papà lavora notte e giorno... Non dorme nemmeno a casa nostra, noi non lo vediamo mai! Lo vede solo la mamma quando deve darle i soldini" Aggiunse il bimbo, mentre Ashton lo guardava attentamente.

Capii subito che quelle raccontate dal bimbo erano solo bugie a cui, il fratello e probabilmente la madre volevano fargli credere.
Guardai dispiaciuta il riccio che con una smorfia mi fece capire che per lui era tutto apposto.

"Come ti chiami, piccolo?" Chiesi al bimbo.

"Harry" Rispose con voce tenerissima.

"Ciao Harry, io sono Acacia!"

"La fidanzata di mio fratello?" Chiese subito il piccolo.

"Quasi" Sussurrò Ashton al suo orecchio, convinto che io non lo avessi sentito.

"No, non lo sono" Quasi urlai, lanciando uno sguardo truce al riccio.

Prom [A.I.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora