Capitolo 4.

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Derek si avvicinò a Scott con passo spedito. Il ragazzo stava dormendo a pancia in giù sul pavimento. Derek ruotò gli occhi al sentire il suo amico russare.

Gli scosse la spalla con la mano.

Scott non si mosse neppure di un millimetro.

«Scott.» sussurrò Derek.

Nessuna reazione.

«Scott.» disse più forte dandogli un pugno leggero sul petto.

Scott mugolò qualcosa di insensato e si voltò dall'altra parte.

Derek sospirò profondamente e strinse la mascella.

«SCOTT! SVEGLIATI, ORA!» urlò esasperato.

Scott si alzò di scatto e spalancò gli occhi.

«cosa, cosa?» balbettò confuso.

«alzati, e va' a svegliare gli altri, tra dieci minuti vi voglio tutti nell'atrio. Ho una cosa importante da dirvi.»


«allora» iniziò a dire Derek guardando i suoi compagni «mentre voi dormivate beatamente, alcuni di voi addirittura russando»

«vai avanti.» disse Scott sbuffando.

«io ho focalizzato tutta la mia attenzione sulla scritta incisa sul muro. E sono giunto a una conclusione.»

Fece una pausa e «allora?» chiese impaziente Lydia.

«Peter Hale Eichen House.»

Lydia aggrottò le sopracciglia.

«che vuoi dire?» chiese Kira.

«P come Peter, H come Hale, 2 come doppia H di House e la E di Eichen.» spiegò Derek.

«che c'entra Peter con Eichen House?» continuò a chiedere Scott.

«Peter è rinchiuso in Eichen House da un bel po'. E, a quanto pare, è dove la lupa del deserto ha portato anche Stiles e Malia.» disse Braeden gesticolando.

«continuo a non capire..» cominciò a dire Scott ma venne interrotto da un urlo di Lydia.

Si piegò sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani.

Un'altra visione.

C'era lo stesso scenario della prima volta: il buio, la polvere, lo sporco.

Tutte cose che riguardando, le portavano alla memoria proprio Eichen House. Che lei conosceva bene.

Vide di nuovo Stiles, vide di nuovo il suo viso sofferente e le braccia imbrattate di sangue.

Di Malia nessuna traccia.

E poi vide una donna, una donna alta, scura di pelle e con i capelli neri come la pece.

Stava sorridendo, uno di quei sorrisi che annunciano qualcosa di cattivo. Di malefico.

Un ghigno bastardo, sicuro di sé stesso.

«Ciao Lydia.» disse con voce suadente «penso tu sappia chi sono. Hai visto Stiles? Lo tengo in ostaggio da giorni. Viene torturato e, se te lo stessi chiedendo, sta soffrendo moltissimo. In attesa che lo veniate a salvare. Potete scegliere: venirlo a salvare, o lasciare che lui muoia. Vi do' tempo fino alla luna piena di domani notte. Poi avvierò l'elettroshock che porterà il vostro caro amico alla morte. Vuoi dirle qualcosa, Stiles?»

Lydia vide Stiles che faticava a parlare. Era disidratato, aveva la pelle secca e coperta di lividi.

«Lydia..» sussurrò «non venite. È una trappola. Lei vuole-»


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