Capitolo 2

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Corro per le strade di Seul senza sapere dove andare, all'improvviso mi fermo e casualmente vedo l'albergo in cui io e i miei genitori stiamo per questa settimana, mi tasto le tasche e trovo la chiave della mia stanza. Immediatamente entro, corro in camera mia, poi mi butto sul letto, le lacrime scorrono veloci sul mio viso e non vogliono fermarsi. Sono distrutta dal comportamento di Junho, lui è anzi era il mio idolo, ora non lo è più. Adesso ho solo un vago ricordo di lui, come quando perdi qualcosa ma poi ti accorgi che alla fine non è così importante.  Sento le palpebre calarmi e in un attimo mi addormento, con ancora una lacrima che mi scorre lungo tutta la guancia.

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- EMMA!- 

-EMMA!-

-EMMA!-

Apro gli occhi e dalla finestra posso vedere che è ancora buio, qualcuno sta urlando e batte il pugno sulla mia porta, non riconosco la voce, la persona che mi chiama pronuncia il mio nome in modo strano. Mi avvicino alla maniglia e apro, spalanco gli occhi e subito cerco di richiudere la porta, ma Junho mette un piede in mezzo e poi la spinge, entrando senza chiedere il permesso.

- Che cazzo vuoi? Saranno le quattro del mattino deficiente! - grido alzando le braccia al cielo, lui mi tappa la bocca con una mano e chiude la porta.

- Stai zitta, vuoi che qualcuno ti senta urlare? I tuoi genitori stanno già dormendo - dice sedendosi sul mio letto, ancora una volta senza permesso.

- Allora te lo ripeto, adesso esci perchè non ti voglio qui è chiaro? O te lo devo mettere per iscritto? - chiedo appoggiandomi al muro, sono furiosa, tremendamente furiosa, il suo comportamento è sbagliato e maleducato.

- Avevo voglio di venire a fare un giro e sono venuto da te - risponde sdraiandosi, i suoi capelli rosa chiaro contrastano il mio cuscino bianco perla.

- Okay tu sei matto, vattene! Prima mi spezzi il cuore e poi ti presenti qui come se niente fosse?- chiedo camminando avanti e indietro, cerco di capire il suo atteggiamento, ma non trovo alcun senso logico in tutto questo.

- Mh ... tu non capisci niente - dice chiudendo gli occhi.

- Ma ... tu sei pazzo! Oltre tutto che mi hai offesa mi dai pure dell'oca?! - chiedo gridando, lui non risponde, è immobile sul mio letto, mi avvicino e gli tocco una spalla. Niente ancora fermo, lo scrollo e ancora nessuno effetto, mi arrendo all'idea che purtroppo si è addormentato sul mio letto. Sospiro e lo guardo, il suo viso è qualcosa di pazzesco, incanta tutti e mentre dorme è un angelo, ma il suo aspetto non rispecchia affatto la sua personalità anzi è totalmente il contrario. Mi accorgo solo ora che lo sto fissando, all'improvviso la rabbia sparisce e viene sostituita dal sonno, mi accascio a terra e appoggio la schiena sul pavimento.

Guarda dove mi tocca dormire! Dio domani sclero giuro!

Chiudo gli occhi e appoggio le mani sotto la testa per cercare di inventarmi una specie di cuscino, poi dopo vari minuti finalmente riesco ad addormentarmi. 

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Apro gli occhi e vedo la luce del mattino entrare dalla finestra, appena mi alzo sento dolore alla schiena e solo ora mi ricordo che ho dormito sul pavimento. Alzo lo sguardo e becco Junho fissarmi, il suo sguardo è profondo e penetrante, mi scruta dalla testa ai piedi.

- Sai, sei carina anche con il trucco colato - dice ridendo, in quell'attimo scatto in bagno e mi guardo allo specchio, sono un orrore, capelli arruffati trucco sulle guance e occhi ancora gonfi per le lacrime versate.

- Vattene immediatamente o giuro che chiamo mio padre - dico cercando di rimanere calma mentre torno da lui.

- Okay, però sappi che il tuo letto è molto comodo Emma - risponde alzandosi, io gli tiro un cuscino e Junho esce dalla mia stanza, non capisco perchè lui sia venuto a dormire nella mia stanza, non capisco il suo comportamento e non capisco come possa sembrare tanto affascinante agli occhi degli altri. Cioè in realtà lo so, è un ragazzo molto bello ma io lo reputerei come un demone travestito da angelo, ecco si, questa è l'affermazione giusta. Scrollo la testa, mi lavo e mi vesto poi esco dalla stanza, ancora ho un pò di dolore alla schiena, ma riesco a sopportarlo, quando scendo vedo mio padre seduto con mia madre mentre fanno colazione.

- Tesoro finalmente, temevamo non ti saresti più svegliata! - dice mia madre indicandomi la sedia, io mi metto a sedere e li guardo, sono così felici insieme, a volte mi chiedo se anche io incontrerò la persona giusta un giorno.

- Beh sai com'è, il cambio di orario e il resto - mento e prendo da un piattino della cioccolata, quando sono nervosa mangio molti dolci, ma per fortuna i miei genitori non se ne accorgono.

- Junho ci ha detto che eri stanca e sei voluta andare via, sai siete una bella coppietta eh? - dice mio padre, sento la cioccolata andarmi di traverso e inizio a tossire.

Cosa cavolo ha che non va? Okay mio padre è ufficialmente diventato scemo!

- Calmati calmati, era solo per dire, sai è il figlio del mio capo e beh sarebbe conveniente se tu ti comportassi bene con lui - dice infine sorridendo, non rispondo, sono ancora scossa per la sua precedente affermazione.

- Ah tesorino, ieri sera il padre di Junho ci ha dato una bella notizia - sussurra mia madre ridendo, non capisco cosa sta accadendo ma annuisco e poi guardo mio padre.

- Bene allora ... resteremo in Corea per diversi anni, forse per sempre, sai lui mi ha trovato un posto fisso qui e mi pagano molto bene - grida alzandosi, tutti lo guardano senza capire il suo entusiasmo, invece io rimango lì immobile, non voglio abitare qui, non voglio vivere qui e non voglio conoscere meglio Junho.

- Ma ... ci avete pensato bene? - chiedo cercando di nascondere la mia malinconia per l' Italia e la tristezza per quella notizia.

- Oh si è già tutto pronto tesoro, uh guarda, finalmente è arrivato Junho - dice mia madre, mi volto e lo vedo lì di fronte a me, sta sorridendo e indossa vestiti molto colorati, come i suoi capelli del resto, diciamo che non si poteva non vederlo.

- Cosa ci fa lui qui?- chiedo brusca, mio padre subito mi fissa con sguardo di rimprovero e io abbasso la testa.

- Lui ti farà fare un giro per Seul e immagino ne sarai molto contenta vero? - chiede mio padre sorridendo, io annuisco ma sotto sotto sbuffo, non voglio andare in giro con lui, per poi non parlare dei paparazzi, delle foto e degli scandali. 

Mi volto e mi incammino senza aspettarlo, sento il cuore battermi a mille e cerco di preparare il mio cervello alla schifo di giornata che dovrò affrontare




Junho and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora