Mi svegliai alle prime luci di un sole alto e caldo. Quasi presi un colpo quando, davanti ai raggi lucenti del sole, scorsi due iridi verde chiaro screziato d'oro che mi osservavano. Cacciai un gridolino e nascosi il mio volto sotto le coperte. Lo sentii ridere.
«Peter!» urlai divertita. Una mano del ragazzo afferrò un lembo della coperta e lentamente la scostò dal mio volto, liberando i miei occhi azzurri. Lo guardai attentamente: volteggiava leggero sopra di me con il suo sorriso birichino e i capelli ricci scomposti.
«Sveglia.» mi disse «Le sirene ci aspettano!» se fosse stato coi piedi a terra, sarebbe caduto dalla foga con cui mi alzai dal letto. Corsi decisa fino alla parete opposta al letto, convinta che ci avrei trovato un armadio; ma quella non era la mia camera e non c'era alcun armadio.
«Andrò sempre in giro in camicia da notte?» domandai sospirando profondamente, di spalle rispetto a Peter.
Lo sentii scendere a terra e muovere qualche passo «Ho chiesto a Trilli di trovarti qualcosa di adatto da indossare. Arriverà fra poco...» mi voltai verso di lui e lo guardai poco convinta.
«Hai chiesto a Trilli... arriverà con una corona di spine?!» Peter sorrise in quel modo che amavo.
«Abbi fiducia in Trilli, è cambiata...» rispose prendendomi le mani. Accarezzai la sua pelle rugosa e i calli sulle sue mani grandi.
«Ma mi odia comunque, perché sto con te.» dissi senza pensarci. E poi mi pentii; non avrei dovuto dire quello, non proprio a Peter. Noi non stavamo insieme, non come si conveniva ad una vera coppia.
«Ah... quindi ora stai con me...» rispose infatti il ragazzo, più divertito che mai. Lo fissai sbalordita.
«Ma dov'è finito il mio dolce e ingenuo Peter?» lui per tutta risposta mi tirò a sé e premette le sue labbra sulle mie. Lo assaporai fino all'ultimo e lo scostai dolcemente quando il letto di fece molto -troppo- vicino. Lui capì e poi si allontanò verso un luccichio lontano. Trilli.
Subito dopo tornò da me con qualcosa nelle mani: era un vestito! Un vero vestito di stoffa che proveniva sicuramente dal mio mondo; era verde e sicuramente doveva essere molto costoso. Aveva un'ampia gonna a balze e ricami su tutto il corpetto, arricchiti da fiori profumati di tutti i colori. Peter me lo porse «È cresciuto Wendy, non sono più quel bambino.» presi il vestito dalle sue mani e mi diressi dietro ad una parete di foglie accanto alla porta.
«Ancora non capisco come sia possibile una cosa così, insomma, non si cresce sull'Isola Che Non C'è!» tolsi la camicia da notte sfilandola dalla testa e mi accinsi ad indossare il nuovo vestito. Era davvero profumato!
«Non so come sia accaduto ma, un giorno, mi sono svegliato e mi sono reso conto che i giorni stavano passando e io sentivo il tempo scorrere. Giorni, poi mesi e infine anni: mi sono ritrovato più grande. Sono maturato...» uscii dal mio guardaroba improvvisato e lo vidi fissarmi incantato
«Ma Peter, parli come se fossi andato a scuola, come se avessi vissuto nel mio mondo...»
Lui mi sistemò una ciocca di capelli sulla spalla «Forse qualcosa di te è rimasto con me, dopo...»
Tacqui.
Non sapevo cosa rispondere. Non sapevo come affrontare quella situazione né cosa dirgli. Ogni cosa mi sembrava fuori posto, inadatta.
Feci l'unica cosa che sapevo fosse giusta: perché tra noi sarebbe sempre stata giusta. Lo baciai. Sentivo le sue mani stringermi in un modo che avevo sempre sognato e le sue labbra cercarmi come avevo desiderato.
Si scostò e mi prese una mano «Dobbiamo andare ora.» annuì distratta con le guance in fiamme e lo seguii. Stavo per muovere un passo quando lo sentii sghignazzare. Allora capii: non avremmo camminato. Infatti, lui si sollevò in aria e io con lui. Non sapevo se fosse a causa sua o no, ma mi sentivo così leggera da sentirmi libera.
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Once upon a time in Neverland
Hayran Kurgu-Io ti amerò sempre Peter Pan!- questo gli sussurrai quando lui si era già allontanato dalla mia finestra, dopo averci riportato a casa. E lui non mi aveva sentito. E lo sapevo. Eppure sentivo un enorme groppo in gola nel vederlo andare via. Sapevo...