Capitolo 13 ~ Trappola

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Kam era in mezzo ad una radura. Elizabeth aveva accettato di collaborare al piano, anche se controvoglia. Adesso era appostata su un albero, guardando Kam dall'alto. La custode sentiva che quello era il momento giusto, sentiva che sarebbe riuscita a liberarsi di quella piccola "associazione" di qualche decina di persone. Avrebbe ucciso la ragazza, avrebbe vendicato Sofia.
Kam chiuse gli occhi. Svuotò la mente, e per qualche secondo riuscì a non sentire niente. Poi una bassa risata si fece spazio in quel silenzio fastidioso. Kam riconobbe la voce e corrugò la fronte.
«Stiamo arrivando...» sussurrò, poi di nuovo quel silenzio che riempiva la testa. Comunicò quello che aveva sentito a Elizabeth, che rispose con un sussurrato suono di assenso.
Un suono di passi. Le fronde che venivano rumorosamente smosse. In pochi secondi, Kam si ritrovò circondata.  La ragazza se ne stava appoggiata ad un albero, i profondi occhi verdi la guardavano soddisfatta, mentre sul suo viso dalla mascella squadrata era comparso un ghigno. Riusciva a vederla meglio, adesso. Una cicatrice violacea le solcava in verticale l'occhio sinistro. Accanto a lei un'altra ragazza stava in piedi, osservando la scena. Elizabeth la osservava con sguardo critico. Era di una bellezza inquietante: bellissima ma spaventosa al tempo stesso. Il suo viso sembrava fatto di porcellana e la pelle era grigiastra, e alla rossa ricordò molto quella di Eyeless Jack. I suoi capelli erano viola scuro ed erano raccolti in due code alte con dei nastri blu, che le arrivavano fino a metà schiena. I suoi occhi erano terrificanti, ma avevano un qualcosa di magnifico e unico. L'iride era viola scuro come i capelli, mentre la pupilla - invece di essere nera - era di un acceso fucsia. Indossava un vestito color porpora dalla gonna larga e dallo scollo a cuore, con dei lacci che giravano due volte intorno al collo, per poi terminare con un fiocco dietro la nuca. Le labbra, viola e carnose, avevano due cicatrici nere a formare un sorriso. Un'altra cicatrice nera le attraversava il viso per poi scendere sul collo, attraversarle il petto e tra i seni e entrare nel vestito, per poi continuare attorno ad ognuna delle due gambe fino alla punta dei piedi, calzati da delle ballerine dello stesso colore del vestito. Aveva un'espressione seria ed aveva le braccia incrociate al petto.
Gli uomini si stavano avvicinando a Kam. La ragazza poteva sentire le loro risate basse e cupe, ma la cosa non la spaventò.
«Adesso.»
Elizabeth balzò giù dal ramo ed atterrò accanto alla ragazza con una capriola, per poi rialzarsi con il coltello puntato di fronte a lei. Tutti sembrarono colti alla sprovvista solo per un secondo, poi ricominciarono ad avvicinarsi. La ragazza dagli occhi verdi corrugò la fronte, mentre sul viso dell'altra si apriva un'impercettibile sorriso, che sembrava più grande grazie alle cicatrici.
La rossa attaccò il primo. Non sembrava pronto e lei lo stese con un colpo di coltello sulla gola. Kam si sentì stringere il collo, e notò che il braccio di un altro ragazzo le impediva di respirare. Diede un calcio sullo stinco del ragazzo, il quale lasciò la presa e cadde a terra reggendosi la gamba.
«Scappa!» sentì urlare Elizabeth, che uccideva un altro dei ragazzi.
Kam fece come le era stato detto e scappò, quando si fermò. Un ragazzino stava in piedi di fronte a lei bloccandole la strada. Avrà avuto più o meno dodici anni. La ragazza sentì un forte nodo allo stomaco. Come era possibile che un ragazzino come lui avesse voluto la morte di innocenti? Le tirò un pugno, ma Kam si abbassò rapidamente, schivandolo. Si rialzò e gli diede un pugno sul viso, facendolo cadere a terra sanguinante dal naso. Rimase un attimo colpita da quello che aveva fatto, poi gli prese la gola per tenerlo fermo a terra.
«Come ti chiami?» gli chiese in tono duro Kam. Sentiva che forse non era il momento di fare conversazione, ma doveva sapere di più su di lui. Si voltò per guardare come continuava la lotta, e vide che tutti erano troppo impegnati con Elizabeth per fare caso a lei.
«Tom.» rispose lui con lo stesso tono usato dalla ragazza. I suoi occhi azzurro ghiaccio sembravano velati ed erano fissi in quelli di Kam. La ragazza vide che brillavano di una strana luce... Follia?
«Perché vuoi uccidermi, Tom?» sempre lo stesso tono duro. Lui sembrò voler ridere, ma si bloccò data la pressione che la mano della ragazza esercitava sul suo collo.
«Perché dovete morire tutti, voi figli di puttana!» esclamò «Quello che vi ha creati non è bene!»
Kam rimase in silenzio a guardare il ragazzo. Continuava a spingere sul suo collo, fino a quando non sentì un rantolio sommesso proveniente dalla sua bocca. A quel punto lasciò andare il ragazzo e si alzò.
In un secondo, Tom rigirò gli occhi ed iniziò a sputare sangue. Kam sentì la risata nella sua testa. Il ragazzo sembrò sorridere, prima della sua morte.
Si allontanò, traumatizzata. Si nascose dietro il tronco di un albero e cercava di osservare la scena, anche se da lontano non riusciva a vedere molto. Vide la ragazza a capo della G.O.D. e l'altra ancora ferme ad osservare la scena. Distinse la chioma rossa della sua amica, la vide lottare per lei. Un proiettile le ferì la gamba. Elizabeth strinse i denti e continuò a uccidere. Non sembrava stupita del fatto che non fosse più invulnerabile. Kam si sentì in colpa. Vedeva la strage che stava avvenendo sotto i suoi occhi e si costringeva a pensare che fosse soltanto tutta colpa sua. Pensò alle persone che le volevano bene e che erano in pericolo o morte per causa sua. Sofia, Elizabeth, i suoi genitori... Ed infine pensò a David. Dopo quello che avevano passato insieme sentiva di non poterlo lasciare, sapeva di avere finalmente qualcosa per cui lottare. Qualche tempo prima alla TV aveva visto un programma in cui un uomo sulla sessantina diceva che ogni uomo o donna sulla terra deve avere un ideale per sopravvivere. Kam aveva capito che David era il suo.
Elizabeth stava facendo strage. Uccideva senza sosta, nonostante dalla ferita sul polpaccio continuasse ad uscire sangue. Ormai erano rimasti solo lei e altri due ragazzi, che sembravano voler scappare. Grazie ad un'occhiata furente da parte della ragazza misteriosa, cambiarono idea e continuarono a combattere. Ad un certo punto ad Elizabeth volò via il coltello. Sembrava leggermente spaesata, mentre sui volti dei due ragazzi comparvero due sorrisi di vittoria che durarono poco. Elizabeth ricominciò a lottare senza coltello. Schivava proiettili e pugnali e dava pugni e calci. Aveva l'agilità dalla sua parte. Tirò un pugno ad uno e lo stese. Quello non si rialzò, e per un attimo Elizabeth sembrò disgustata. Poi andò verso l'altro e schivò un suo proiettile, lo prese per il collo e lo spinse addosso ad un albero, finché non lasciò cadere il corpo. Si voltò verso le due ragazze.
Kam non riuscì a vedere oltre. Una mano premeva sulla sua bocca, mentre un fazzoletto le impediva di respirare. Cercò di divincolarsi, ma il suo avversario era molto più forte di lei e la teneva stretta. Poco dopo dei puntini le coprirono la visuale e vide tutto nero.

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