Capitolo 8 ~ Talento

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Kam e David dormirono nello stesso letto, cercando di non toccarsi l'uno con l'altro. David aveva proposto di dormire sul pavimento, ma Kam non glielo aveva permesso.
La mattina seguente si svegliarono grazie a Sofia, che continuava a bussare impaziente alla loro porta.
«Sveglia!» urlava la ragazza, mentre i due si alzavano molto lentamente.
«Arriviamo Sofia.» disse una Kam ancora assonnata, mentre si alzava ed usciva dalla stanza. Sofia batteva impazientemente il piede a terra.
«Tu e David dovreste sbrigarvi. Tra poco andiamo a Roma.» disse.
«Va bene.» Kam rientrò in camera e prese dei vestiti a caso dalla valigia mentre David si alzava controvoglia. Andò in bagno e si vestì.
«Dove andiamo?» chiese, una volta uscita dal bagno.
«In giro per Roma. Tanto per fare qualcosa durante la vostra permanenza.» rispose Sofia, mentre indossava una giacca.

David e Kam rimasero incantati da Roma. L'avevano vista molte volte in film e foto, ma dal vivo era decisamente meglio. Un'insieme di religioni, culture, persone diverse l'una dall'altra. Tutti i più famosi monumenti eretti in tutta la loro bellezza, e i venditori ambulanti che ormai facevano parte del paesaggio.
La piccola carovana si muoveva chiacchierando ed osservando il luogo. Durante il viaggio i due ragazzi avevano conosciuto il padre di Sofia, Luca, e sua sorella Giulia. La bambina le assomigliava tantissimo, tranne per il colore dei capelli e degli occhi e per un paio di occhiali alla "Harry Potter" violetti. Sorrideva continuamente, mettendo allegria a tutti. A Kam sembrava una sorta di piccola portatrice di gioia.
Mentre camminavano per alcune piccole viuzze dai muri pieni di mercatini di souvenir, Kam e Sofia iniziarono a parlare.
«Tu per chi ti sei sacrificata?» chiese d'un tratto Sofia.
Kam abbassò lo sguardo cupa, e Sofia si pentì della sua domanda «Scusa io... Sono una stupida, non dovevo farti-»
«Non fa niente. Tranquilla.» rispose Kam, abbozzando un sorriso falso «Mi sono sacrificata per la mia migliore amica, Elizabeth.» rispose, quasi tutto d'un fiato.
«L'hai trovata?» chiese di nuovo, leggermente preoccupata.
«No.» abbassò di nuovo lo sguardo «Tu invece per chi ti sei sacrificata?»
«Per mia sorella.» si girò a guardare Giulia, che scorrazzava allegra guardando le mercanzie delle bancarelle e dei negozi «Sai... Dei ladri.»
Tutti insieme continuarono a camminare tra la gente. Kam iniziava a sentire un lieve brusio. Si guardava intorno, ma tutti camminavano silenziosamente, a bocca chiusa. Intanto il mormorio aumentava di volume, finché non divenne un sussurro udibile. Una lista della spesa, un promemoria per quel pomeriggio, dei commenti sui suoi capelli.
«Le sentite?» chiese la ragazza, ottenendo solo degli sguardi curiosi dagli altri.
«Sentire cosa?» le domandò David, che fino a quel momento stava parlando con il padre di Sofia.
Kam lo guardò stranita, poi scosse la testa e rispose «Niente... Pensavo di aver sentito qualcosa.»
Intanto il sussurro diventava più forte. Tante voci che si sovrapponevano una sopra l'altra, facendo sì che Kam non riuscisse a comprendere quello che dicevano. Quell'insieme di voci riempiva la sua testa, ma per gli altri era come se non ci fosse. Continuavano a camminare tranquilli, mentre la ragazza si copriva le orecchie con le mani, cercando di far smettere quel brusio fastidioso. Le venne un gran mal di testa. Spingeva sempre di più le mani sulle orecchie, nella speranza che quelle voci che non le appartenevano smettessero. Non riuscì più a sopportarle.
«Basta!» urlò accasciandosi a terra, mentre Sofia e David le andavano incontro per soccorrerla.
«Basta... Fatelo smettere...» mormorava. Intanto una piccola folla si era radunata intorno a loro, curiosa.
«Andate via. Non c'è niente da vedere.» li intimò Luca, in modo che almeno la metà di quella folla se ne andasse.
«Andiamo in albergo, parleremo con calma lì.» propose Tasha. David prese Kam a mo' di sposa, poi tornarono indietro, per arrivare alla loro auto.

«Cosa è successo?» le chiese David una volta arrivati.
«Ho sentito... Tante, troppe voci... Nella mia testa...» mormorò «Voi non le sentivate?» tutti scossero la testa.
«Forse ha trovato il suo talento.» Kam si voltò verso Sofia.
«Il... Il mio talento? Potrebbe essere?»
«Io non ho detto niente...» rispose Sofia guardandola stupita.
«Ma... Ho sentito la tua voce... Tu hai detto che ho trovato il mio talento. Possibile che ti ho sentita solo io?» tutti la guardarono, finché David non ruppe il silenzio.
«Puoi leggere nel pensiero.» Kam lo guardò curiosa «Non c'è altra spiegazione. Sofia ha pensato qualcosa e tu sei riuscita a capirlo, nonostante nessuno lo abbia sentito.»
«In effetti potrebbe aver ragione.» Sofia prese parola «Con il tempo imparerai ad usarlo, a scegliere quali pensieri leggere senza che la tua mente venga sopraffatta. Forse riuscirai anche a creare un legame telepatico con qualcuno, parlare nella sua mente... Il tuo è un talento molto utile.»
Kam chiuse gli occhi. I pensieri dei presenti la avvolsero. Strinse i pugni, fino a graffiarsi i palmi con le unghie, finché nella sua mente non regnò il silenzio più totale. Aprì di nuovo gli occhi e sorrise. Aveva scoperto il suo talento.

Ciao a tutti lettori!
Lo so, lo so, il capitolo è corto, brutto, e dovevo pubblicarlo sabato. Ho avuto da fare con i compiti che finalmente ho deciso di iniziare dopo tre mesi di inattività. Mi dispiace per questi capitoli sempre più corti, ma non so davvero come arricchirli di più. Scusate ancora, cercherò di scrivere capitoli più lunghi. Inoltre se vi piacciono le Teen Fiction ne sto scrivendo una, si chiama Sweetheart e la trovate sul mio profilo c;
La smetto con la pubblicità occulta, vi saluto c:

#paceebene #scusate
~ Hope

White EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora