"Pensavo, ma voi lo sapete che rumore fa un persona che crolla? Insomma, che rumore fa una persona che crolla? Una tazzina da thè che cade a terra, un piatto scaraventato addosso ad un muro, un vetro che si rompe, sicuramente fanno più male di una persona che crolla. Ma se una persona che crolla non fa rumore chi la raccoglie? E se nessuno si accorge che crolla, chi la salva?
-Yisel Sandoval
Dopo aver bussato varie volte alla porta della cabina 275, aver gridato "Harry? Ci sei? Devo parlarti" senza ricevere risposta e "Zayn?" a cui aveva risposto solo un "Mmh" soffocato, Liam aveva deciso di entrare nella stanza, ed era rimasto colpito da ciò che si era presentato alla sua vista una volta dentro.
Zayn stava rannicchiato nell'angolo formato dal suo letto e il muro alle sue spalle; aveva le ginocchia piegate e la testa appoggiata a queste, nascosta dalle sue gambe che circondava con le braccia, tenendo le mani strette a pugno. Le nocche della mano destra erano ferite e sporche di sangue, e così le dita della sinistra, probabilmente per aver toccato l'altra mano.
Il piccolo specchio posto al di sopra del lavatoio lì accanto era ridotto in pezzi, e le schegge di vetro sparse in terra rilucevano appena alla luce soffusa della stanza. Una grande confusione di fogli, la cui maggioranza era stata strappata o addirittura bruciata si ammucchiava sul letto accanto al ragazzo, tra matite e pennelli spezzati in due e macchie di colore. Era il caos, lo stesso che Liam vide riflesso negli occhi di Zayn, non appena questo alzò lo sguardo verso di lui, perforandolo.
"Cazzo Zayn," esclamò il moro, attraversando a passi veloci la stanza e inginocchiandosi accanto a lui. "Cosa diavolo è successo?"
Provò a prendergli la mano destra tra le sue, nel tentativo di osservarne meglio il danno e fare qualcosa a riguardo, ma Zayn la ritrasse, gemendo di dolore e nascondendo nuovamente il volto tra le ginocchia.
"Va via Liam" gli ordinò, sussando appena quella frase a denti stretti. Liam lo fissò per qualche secondo, poi si guardò intorno e si rimise in piedi. Alzando appena lo sguardo, Zayn lo vide camminare lentamente via, fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle così come Harry aveva fatto quella stessa sera.
Tutti si allontanano da te Zayn, tutti. Prima Harry, poi Liam, non hai nessuno.
La testa gli andava a fuoco, la mani bruciavano, il volto era umido a causa delle lacrime. Era distrutto, così come tutto ciò che aveva intorno, che lui stesso aveva portato ad assumere la sua stessa forma. In pezzi, bruciato, strappato, spezzato; esattamente come lui.
Chiuse gli occhi, cercando di non piangere, ma sembrava quasi impossibile smettere; pochi minuti dopo si addormentò lì in terra, stremato e macchiato di sangue, pittura e lacrime.
***
"Tomlinson?"
"Sì, sa dove posso trovarlo?" Da come aveva risposto, il rosso Louis sembrava conoscerlo; aveva fatto un piccolo sorrisetto divertito, e inarcato le sopracciglia, probabilmente sorpreso che qualcuno come il ragazzo che aveva di fronte potesse star cercando una persona come Louis.
"Dovrebbe essere in sala comando a quest'ora, o nella sua cabina; a cena non si è presentato" disse, aspirando per l'ennesima volta dalla sua sigaretta e continuando ad osservare Harry, nemmeno fosse un mistero per lui da risolvere.
"Capisco, la ringrazio"
"Grandi passi avanti", pensò Harry; alla sala comando aveva completamente dimenticato come arrivarci, e anche se lo avesse ricordato era chiusa e controllata e blablabla. Lo stesso valeva per la cabina, che non sapeva minimamente dove si trovasse.
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Selling Hearts To The Ocean
FanfictionHarry alzò il volto da terra e lo guardò. La prima cosa che notò furono gli occhi, azzurri come i cieli che non aveva mai visto, ma di cui aveva sempre letto. Anche i suoi abiti erano azzurri, o adiacenti a quella tonalità: dalla giacca blu scuro al...