"Saprai che non t'amo e che t'amo
perchè la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare all'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.T'amo e non t'amo, come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
l mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo."
-Pablo Neruda
Louis, seduto al piano, era sul punto di addormentarsi con la testa e le braccia premute sulla tastiera, talmente stanco e sfinito era da quell'attesa a cui si era ormai arreso, quando il rumore della porta della sua cabina che sbatteva contro il muro lo fece saltare in aria, smuovendolo da capo a piedi.Gli ci volle qualche secondo e una strofinata agli occhi per rendersi conto che a pochi metri da lui, fermo sullo stipite della porta, con il respiro affannato e l'aria stanca, c'era Harry.
Harry con i ricci che erano un completo disastro, Harry con gli occhi, le guance e la punta del naso arrossati; Harry con le mani che tremavano appena, i vestiti sporchi, la camicia ancora bagnata e la stanchezza ovunque. Harry, che quando Louis lo vide, pensò semplicemente fosse meraviglioso.
"Scusa per il ritardo, ho avuto un contrattempo." Harry sorrise, speranzoso.
"Non importa."
Facendogli segno di entrare e avvicinarsi, Louis si alzò dal piano, camminando fin davanti ai due piccoli divanetti di fronte al camino, mentre Harry lo raggiungeva, dopo essersi chiuso la porta alle spalle.
"Siediti" disse il moro con gentilezza, accomodandosi a sua volta all'estremità di uno dei divani; Harry si sedette al lato opposto.
Ci fu solo silenzio per un po'. Louis ancora non riusciva a credere che Harry fosse davvero lì; "Verrà lui da te" gli aveva detto Liam, ma per quanto ci sperasse, sapeva di non potersi affidare completamente a quelle parole. Eppure eccolo, Harry era accanto a lui, con solo poche decine di centimetri a separali. Era lì e nulla avrebbe potuto rendere Louis più felice, non voleva spiegazioni, ne scuse, gli bastava che il riccio fosse lì, finalmente.
Harry invece, era dannatamente preoccupato. Si mordeva le labbra, quasi a farle sanguinare, pensando a cosa dire e fare. Si era presentato in quella stanza come se nulla fosse, come se il tempo non fosse passato, e probabilmente qualcun'altro al posto di Louis l'avrebbe cacciato via a calci per quella sua visita alle 11.30 passate, imprevista e senza senso. Non aveva idea del perchè Louis si fosse comportato diversamente; avrebbe avuto tutte le ragioni di essere arrabbiato. Harry stava lì ad osservarlo ora, e il moro era semplicemente seduto al suo posto, lo sguardo perso tra le fiamme del camino e un sorriso appena accennato sul volto, come se nessuna preoccupazione potesse sfiorarlo in quel momento.
Harry avrebbe dato di tutto pur di sapere a cosa Louis stesse pensando in quel momento, ma non poteva semplicemente entrare nella sua testa, quindi decise di provare a comprendere i suoi pensieri con le parole, che dopotutto erano ciò che sapeva usare meglio.
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Selling Hearts To The Ocean
FanfictionHarry alzò il volto da terra e lo guardò. La prima cosa che notò furono gli occhi, azzurri come i cieli che non aveva mai visto, ma di cui aveva sempre letto. Anche i suoi abiti erano azzurri, o adiacenti a quella tonalità: dalla giacca blu scuro al...