5 capitolo

253 11 0
                                    

Le pareti, i divani color sangue, le mattonelle scure, il tavolo di legno: in quella stanza, tutto aveva un che di solenne. E la morte nell'aria, a appesantire i polmoni. Kevin era già dentro, stravaccato su uno dei due divani, una bottiglia d'acqua quasi finita tra le mani. Vedendoli arrancare, sbuffò scocciato e fece per alzarsi, prima di essere fermato da un gesto deciso di Liam. Poi, Aidan si appoggiò di più all'uomo mentre le gambe magre si facevano più instabili, e allora Kevin, svelto, gli si mise di fianco e aiutò Liam a caricarlo sul divano più vicino.

Aidan sembrava ancora più pallido, sul divano vermiglio. Strinse gli occhi e li puntò sui due: Liam distolse lo sguardo e ringraziò con un gesto del capo Kevin, il quale alzò le spalle muscolose e scomparve dalla loro visuale.

"Dove... come ci siamo arrivati, qui?"

Liam non riuscì ad aprir bocca che Kiera rise compiaciuta, nell'altra stanza. Lui la sentiva frugare nei cassetti e immaginava le sue dita sottili stringere il nuovo tesoro trovato. E vedeva già Alayne scuotere la testa, in un altro litigio.

Cosa, tesoro? Se vuoi morire, per me non ci sono problemi...

Ritornando in sé, Liam allungò le mani sulla spalla di Aidan, per cambiare le bende e vedere la situazione, ma il ragazzo lo scostò.

"Aidan, fammi vedere."

Il ragazzo teneva gli occhi bassi, verso il suo petto, il quale si alza e abbassava con ritmo irregolare. Liam gli poggiò una mano sul collo per sentire la temperatura, dopo gli prese la destra e sentì il polso. Aidan provò a ritirare la mano, senza riuscirci.

"Aidan, stai calmo, fermo."

"Lasciami stare... sono stanco. Vattene."

"Fammi vedere e dopo me ne andrò."

Scosse la testa. Si girò di lato, dandogli la schiena, facendo peso sulla spalla ferita e gemette per il dolore. Liam lo rigirò, bloccandogli le braccia, facendo pressione dalla parte opposta al morso.

"Ora basta."

Aidan gli puntò accusatorio gli occhi di pece addosso. Liam scoprì la lacerazione, e non riuscì a trattenere una smorfia, vedendola. Il ragazzo sussultò, quando l'uomo tamponò la ferita con pezze imbevute di disinfettante. Liam sentì il corpo del ragazzo rilassarsi, il suo viso distendersi, e smise di tenerlo fermo, mentre richiudeva le bende. Una volta finito, asciugò la faccia umida del giovane e, piano, fece per allontanarsi.

Aidan gli afferrò il braccio. Liam si voltò verso di lui. Gli occhi neri erano fessure oscure, feritoie aperte verso il vuoto.

"Non... non devi."

"Aidan?"

Il ragazzo continuava a fissare il nulla, di fronte a sé. Liam si chinò e lo scosse delicatamente. Non spostò lo sguardo. "No... non..."

"Aidan."

"Non morire anche tu, Liam."

La stretta si sciolse e il braccio cadde, le dita sfiorano il pavimento freddo. Liam ripose il braccio sul divano, piano, e si allontanò per vedere cosa stessero facendo gli altri. Prima di decidere dove andare, si ritrovò Alayne davanti.

Gli occhi ambrati erano stanchi, i capelli ramati scomposti le cadevano sul volto comparso di lentiggini chiare. Non era in forma, come del resto non era nessun altro di loro. "Penso che dovresti andare da Kevin, mi ha chiesto di dirti di raggiungerlo. Corridoio, davanti a una delle porte, vedi tu."

Liam annuì. La guardò accarezzare la fronte di Aidan, sistemargli qualche ciocca ribelle, prima di mettersi ai suoi piedi e sbadigliare.

"Prova a riposarti un po', mentre vedo cosa vuole, ne hai bisogno."

Alayne blaterò qualcosa e l'uomo, poco dopo, fu sorpreso di vedere Kevin, di solito così sicuro, giocherellare con la pistola, di fronte a una porta, incerto sul da farsi. Vedendolo arrivare, gli fece cenno di avvicinarsi di più, e di rimanere in silenzio.

Qualcuno gemeva e piangeva, lì dentro. Sembrava una donna.

Liam cercò di aprire la porta, abbassando la maniglia, ma era chiusa dall'interno. Guardò Kevin, che sollevò le spalle e provò a sfondarla.

Quasi cadde, quando chi era dentro l'aprì. Perse l'equilibrio e si appoggiò al muro, sfiorando il corpo nudo della donna con lo sguardo. Anche Liam la guardò. Piangeva, tremava, e sangue colava con le lacrime dai polsi e dalle gambe. Dietro di lei, la vasca era piena di acqua e sangue. sulle mattonelle bianche, le sue impronte rosse.

Lei guardava loro, con i suoi umidi occhi chiari, e loro guardavano lei, in un tempo infinito che finì presto.

"Li ho uccisi."

La donna crollò sulle ginocchia. Si accasciò lentamente a terra. I capelli biondi si sparsero intorno al suo viso. E gli uomini si chinarono su di lei, con la stessa lentezza.

"Li ho uccisi, sono morti. I morti non... possono... sono morti."

Liam cercò con lo sguardo qualcosa. Si alzò e ritorno con un accappatoio blu che buttò addosso alla donna, mentre lei continuava a tremare. Gli occhi socchiusi. Di freddo, di spavento, di stupore, di morte. I capelli biondi resi più scuri dall'acqua e dal sangue.

Kiera entrò nella stanza senza che nessuno la notasse, se non gli occhi inquieti della donna. Allontanò Kevin e con grazia si sedette sul pavimento, si appoggiò la sua testa sulle gambe e prese a passarle lentamente le dita tra i capelli.

Dopo qualche minuto la donna esalò l'ultimo respiro e Kiera, facendosi passare la pistola di Kevin, sparò al capo biondo che poco prima aveva accarezzato.

*

I tre corpi si trovavano in una delle due stanze da letto, tutti e tre composti sul letto matrimoniale.

Nel più giovane si vedeva un morso sul braccio, e i primi segni della decomposizione. Gli altri due non sembravano essere stati infetti.

Ci portarono la donna, la adagiarono su quel letto matrimoniale, e chiusero la porta.

*

Fu nel silenzio della notte che arrivarono . Erano in maggioranza e non ci misero molto a immobilizzarli tutti. Kiera gli ringhiò contro, lasciando cadere l'arma. Alayne urlò, quando un uomo la strinse a sé prendendola per la vita. Kevin provò invano ad attaccare ma lo stesero con un calcio.

Aidan, prima immobile e esanime sul divano vermiglio, era rotolato giù dal divano, trascinandosi con le mani sul pavimento prima di essere fermato da un ragazzo dai capelli chiari che sembrò sussurrargli qualcosa. Aidan gemette e tenne gli occhi socchiusi, mentre il ragazzo gli prendeva la pistola dalla cintura.

Liam si ritrovò spalle al muro. Un uomo dagli occhi spiritati gli puntava la pistola contro la tempia

"Dov'è lei? Ti ho chiesto: dov'è lei?"

Liam chiuse gli occhi, preparandosi a ricevere il colpo:

"È morta."

Ti vedrò tornareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora