"Ehi."
Sentì che lo scuoteva dolcemente, gli ricordava il cullare di un bambino. Gli prese il viso con due mani, e lui aprendo gli occhi sprofondò in un lago blu.
La schiena, appoggiata contro il muro, faceva male. La testa sembrava sul punto di esplodergli e sentiva la sete raschiargli la gola e la bocca. Aidan sentiva la sua coscienza oscillare, concentrarsi per qualche attimo, e sprofondare ancora, sempre più giù.
"Madre, ha la febbre, è ferito, ha bisogno di..."
"È infetto?"
Aidan fece per scuotere la testa, e questa gli lanciava fitte lancinanti a ogni respiro. Di nuovo, la sua coscienza oscillò, e il ragazzo era chino su di lui. Aidan cercò di guardarsi intorno, facendo per sollevarsi, ma, deciso, il giovane sconosciuto lo bloccò a terra.
"Ehi, sta' buono."
"Alec, è infetto?" disse voce adulta, roca, di donna, e Aidan sentì dei passi che si avvicinavano.
Si sentì di nuovo sprofondare in sé stesso. Tra le braccia del ragazzo dagli occhi blu. La sua voce: perdonami, lo faccio per te. Tirò fuori qualcosa.
Non ancora una volta, non ancora una volta, non ancora...
Buio.
*
Vagava, solo, tra i ricordi. Temeva di perdersi, e brividi gli percorrevano la colonna vertebrale gelandogli il sangue.
Il bambino piangeva. Guardava la madre, sulla soglia di casa, perdere sangue e inzuppare il vestito azzurro, e piangeva, sperduto. La donna si chinò a baciargli la fronte, prendendogli il viso tra le mani, asciugandogli le lacrime.
"Non uscire. Aspetta i soccorsi. Io devo andare."
E piangeva anche lei, gli occhi scuri pieni di preoccupazione e paura, mentre si sforzava di tirare fuori un sorriso.
Ricordava. Le notizie alla televisione, i volti sgomenti degli adulti.
5 anni fa...
I morti non dormivano più, sotto terra. Chissà se avevano mai trovato pace, se era una situazione recente, o se fin dai tempi più antichi i cadaveri digrignassero i denti nelle tombe e allungassero le braccia cercando invano di spaccare la bara, di liberarsi dal peso opprimente della terra. E da sempre serbassero rancore, verso i loro carcerieri. Invidiosi della vita. Rabbiosi verso quell'eternità atroce.
E adesso...
La morte è una fantasia dei vivi.
*
Aidan sentiva sotto la sua testa qualcosa di morbido. Mani gli sollevarono il capo, gli accostarono alle labbra una borraccia e lui bevve, quasi affogandosi per la foga. Incominciò a tossire. Una carezza partì dalla guancia al collo per cercare di calmarlo.
"Devi stare più attento", affermò la donna.
Si accorse a stento, di trovarsi a petto nudo. Gli inumidirono la fronte, i polsi, le braccia, il petto.
Povero piccolo", disse la donna, passandogli il panno umido sulla faccia, "chi ti ha ridotto così?"
*
Aidan si svegliò con il cuore in gola, sedendosi di scatto, sentendo l'uomo urlare. Intorno a lui, le stesse pareti rosse. Alcune persone radunate intorno a Liam e all'uomo, altre sedute a terra, più distanti, sempre intenti a osservare la scena. Alayne, gli occhi ridotti a due fessure, sembrava sul punto di piangere.
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Ti vedrò tornare
Terror"Non morirai, andrà tutto bene, fidati di me e andrà tutto bene." * I morti non dormivano più, sotto terra. Chissà se avevano mai trovato pace, se era una situazione recente, o se fin dai tempi più antichi i cadaveri digrignassero i denti nelle...