"Come hai potuto pensare una cosa simile?"
Sentì Alec ridacchiare, dietro di lui, nella strada vuota. "Beh, Liam non è per niente male, e poi siamo nell'apocalisse, non ti avrebbe giudicato nessuno se..."
"Zitto ora."
Aidan sbuffò, sollevando la pistola con la mano destra, cercando di puntare verso il punto segnato sul muro di un edificio distante qualche metro. Il braccio però era debole, la mano tremava troppo, e il proiettile andò a scagliarsi lontano. Il ragazzo abbassò l'arma, sussurrando maledizioni con i denti stretti per il contraccolpo.
"Fatti aiutare", disse Alec, avvicinandosi e tenendogli fermo il braccio mentre prendeva la mira, "finirai solo per consumare proiettili, così."
Non riuscì neanche stavolta a colpire il bersaglio, ma era comunque più vicino.
Alec fece per aiutarlo ancora una volta, ma Aidan glielo impedì. Non solo la mano tremava e non riuscì a prendere la mira, gli venne pure difficile resistere al contraccolpo e si ritrovò a indietreggiare prima di essere afferrato da Alec.
"Andrà meglio la prossima volta."
Aidan si sentì ancora peggio.
Dei passi strascicati. Un riesumato sbucato da dietro l'angolo si trascinava lentamente verso di loro. Aidan fece per mirare, ma prima ancora di poter sollevare il braccio esausto Alec gli aveva preso la pistola dalla mano.
"Per oggi faccio io" disse e nello stesso istante in cui il morte cadeva a terra Aidan provò un profondo moto di stizza nei confronti dell'altro giovane. "Non prendertela."
Troppo tardi.
"Ragazzi", esordì Liam, uscito dal portone del palazzo. Osservò il morto giacere a terra, lo sguardo cupo di Aidan e la pistola ancora in mano a Alec. "Credo che per oggi possa bastare."
Il giovane ferito scosse il capo. "Posso farcela, non sono stanco."
Mentiva. E quando tolse l'arma ad Alec, l'afferrò con la sinistra e non riuscì neanche a sollevarla per cercare di prendere la mira. Liam, avvicinatosi, gli fece cenno e svogliatamente Aidan gli consegnò la pistola. Poi, l'uomo gli poggiò una mano sulla spalla e con tono basso si rivolse ad Alec:
"Prendi quello di cui hai bisogno e raggiungi gli altri, io arrivo tra poco."
Il giovane dagli occhi blu salutò con sorriso entrambi, prima di incamminarsi. Un sorriso incerto che Aidan, scuro in volto, non ricambiò.
Una volta che si fu allontanato, il ragazzo biondo guardò Liam negli occhi: "Fammi venire, riuscirei comunque a essere d'aiuto, non vi rallenterò."
"Piano, Aidan. Non rimarremo molto fuori, ma tu devi riposare il più possibile, finché puoi." Liam sospirò, stanco di dover sostenere un'altra volta quella discussione. "Lo sai quanto può poco importarmene che tu ci rallenti."
"Riuscirei a cavarmela. Non importa se non riesco ancora a sparare come prima, io..."
"Prova a convincere i morti che non importa."
L'uomo si era visibilmente infastidito. Aidan, in risposta, si scostò, e il braccio gli cadde lungo il fianco.
"Tu rimani qui, stavolta, Aidan. Basta. Non posso rischiare. Entriamo, vorrei dare un'occhiata alla tua spalla prima di andare."
"No." Il ragazzo si sedette a terra, i gomiti sulle ginocchia, guardando davanti a sé, ignorando lo sguardo dell'uomo. "Voglio rimanere un altro po' qui."
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Ti vedrò tornare
Horror"Non morirai, andrà tutto bene, fidati di me e andrà tutto bene." * I morti non dormivano più, sotto terra. Chissà se avevano mai trovato pace, se era una situazione recente, o se fin dai tempi più antichi i cadaveri digrignassero i denti nelle...