Hogwarts era vuota come non l'aveva mai vista e i suoi passi e quelli del preside erano assordanti in quella quiete. Giunti davanti al gargoyle di pietra Silente strinse forte il braccio di Harry.
- Niente di quello che ti dirò dovrà farti dubitare delle mie buone intenzioni. Se non ti ho mai detto quello che sto per dirti è perchè non lo sapevo neanch'io, d'accordo? - Harry fece un respiro profondo.
- Si - rispose. L'anziano preside annuì, sorridendo.
- Gelato all'amarena - disse, rivolgendosi alla statua - mi è sempre piaciuto - aggiunse poi, facendo l'occhiolino al moro, che rise.
L'ufficio del preside era esattamente come lo ricordava. Il tempo lì dentro sembrava fermarsi, gli oggetti non si spostavano mai... ad Harry piaceva: era una delle poche costanti nella sua vita, su cui poteva fare affidamento, sapere che quell'ufficio sarebbe sempre stato pronto ad accoglierlo, sia per una punizione che per una rivelazione come quella che stava per ricevere.
- Allora Harry, immagino che tu voglia delle spiegazioni -
- Mi piacerebbe - rispose lui, sedendosi nella sedia di fronte la scrivania, mentre il preside prendeva posto nella sua.
- Qualche settimana fa, riordinando alcune vecchie scartoffie, mi sono imbattuto in alcuni documenti interessanti - Silente prese alcuni fogli che il ragazzo prima non aveva notato e glieli pose di fronte - il primo documento, quello che hai di fronte, è l'iscrizione di tuo padre ad Hogwarts. Era risaputo nella comunità magica che tua nonna aveva avuto una seria e duratura relazione con un uomo, e che questi l'aveva poi lasciata senza spiegazioni, ma nessuno sapeva chi era quest'uomo e siccome i Potter erano ricchi e potenti, il pettegolezzo venne subito messo a tacere. Così, quando tua nonna iscrisse James a scuola, mandando anche il certificato di nascita, misi subito da parte tutto quanto senza leggere. Vuoi leggerlo tu adesso? -
Harry annuì piano e lesse, con voce tremante - James Lio* Potter, figlio di Jadie Kaylie Potter e di Tom Orvoloson Riddle –
- Puoi immaginare la mia sorpresa quando l'ho trovato. Tua nonna, dopo che io ti affidai ai Dursley, fece di tutto per averti, ma io non la trovavo una scelta saggia non avendo lei nessun legame di sangue con tua madre. Così, dopo alcuni anni, andò a vivere in Francia e l'ultimo segno di vita che ho avuto da parte sua è stata una lettera, durante il tuo primo anno a Hogwarts, che mi chiedeva se potevi passare le vacanze con lei. Mi perdonerai se le ho risposto di no, temevo che potessi affezionarti a lei, e avresti voluto lasciare la protezione dei tuoi zii. Harry? - Harry teneva gli occhi bassi, assorbendo tutte quelle informazioni con malcelata angoscia. Quando il preside lo chiamò alzò lo sguardo di scatto.
- Continui - sussurrò.
- Quando trovai i documenti non sapevo come contattarla. Non sapevo dove si trovava e non volevo correre il rischio che questa notizia trapelasse prima del nostro incontro. Così ho fatto una mossa azzardata e ho contattato Voldemort. Ho fatto una copia del certificato di nascita di James e ho scritto una lettera in cui chiedevo spiegazioni e lui è riuscito a stupirmi più di quanto mi sarei mai aspettato. Mi ha risposto raccontandomi della sua storia con tua nonna, di come venne a sapere della nascita di James e pensò che fosse di un altro uomo, un certo Wilkins che al tempo lavorava al ministero insieme a tua nonna. E mi ha anche raccontato dell'antica profezia - Harry si mise più comodo nella sedia e guardò Silente con sguardo penetrante.
- Di cosa si tratta esattamente? -
- La profezia dice che ogni cento anni viene scelto un bambino con il compito di mantenere viva la magia nel mondo. Egli ha un potere immenso, numerose facoltà, può perfino decidere chi è degno di avere il dono della magia e chi non lo è -
- Ma io non sono mai stato molto potente, cosa fa credere a Voldemort che quel bambino sia io? -
- Il fatto che il precedente detentore della magia è morto più o meno un'ora prima della tua nascita e che questi era il tuo bisnonno, il padre di tua nonna. Questo avvenimento non può essere stato casuale. I poteri si sviluppano completamente quando si raggiunge la maggiore età, cioè fra un'ora, l'ora esatta in cui sei nato. Presto sapremo se Voldemort ha ragione. Nel frattempo, Harry, vorrei presentarti Jadie Kaylie Potter, tua nonna - ed Harry sentì la porta dello studio, dietro di sè, chiudersi con un sonoro tump.
Harry sentì l'ansia dentro di sè cresce a dismisura. Sentiva la presenza della donna ma non osava voltarsi a guardarla. Dopo un tempo che a lui parve interminabile, Silente lo chiamò e lui alzò lo sguardo: sua nonna si era spostata di fronte a lui. Era incredibile! Aveva i capelli neri e ribelli, come quelli di suo padre, come i suoi, la carnagione chiarissima, il portamento elegante. Nell'osservarla non potè fare a meno di pensare di conoscerla da sempre, anche se quella era la prima volta che la vedeva.
- Ciao - disse.
- Ciao - rispose lei, sorridendo. - Andiamo a fare due passi, ti va? -
Quello, per Harry, fu il pomeriggio più rilassante che potesse ricordare d'aver vissuto. Jadie gli raccontò di come avesse conosciuto Voldemort ai tempi della scuola; lo conosceva soltanto di vista e di fama, ma non avevano mai parlato. Si erano poi incontrati quando lei aveva circa 26 anni e lui 28.
- Lavoravo al Ministero, nel reparto sull'uso improprio della magia, quando ci incontrammo. Il suo impero di terrore non era ancora cominciato e lui non aveva ancora cambiato aspetto, ma aveva già una larga schiera di seguaci. Io non sapevo chi fosse, ma mi piaceva e, a quanto pare, io piacevo a lui. Siamo stati insieme per quattro anni... poi se ne andò e, una settimana dopo, scoprii di aspettare tuo padre. Non l'ho più visto da allora e, devo ammettere, che questo mi innervosisce un pò -
- Ti innervosisce? - chiese Harry - Non ti spaventa? -
- No, non mi spaventa. L'ho odiato, quando ha ucciso James e Lily, ma in parte è stata colpa mia. Avrei dovuto fargli sapere che avevamo avuto un bambino, se non dicendoglielo, almeno dandogli il suo cognome al posto del mio. Se avesse saputo che James era suo figlio non avrebbe mai attaccato quella notte. E, adesso, credo che la cosa migliore per noi sia di dimenticare e di occuparci di te e di questo nuovo potere e di permetterti di vivere meglio -
- Non ti conosco - disse Harry - Ma ti voglio già un gran bene - e la abbracciò. Stettero in quella posizione per molti minuti quando, ad un tratto, sentirono un urlo agghiacciante.
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Quando l'amore ci mette lo zampino-Drarry
FanfictionCome può una lettera cambiare la vita di una persone??? *************************************************************+ Storia scritta da ANIEL su EFP FanFiction... Io la sto solo ricopiando ... Buona lettura!!! :D :D :D