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Era il 9 agosto ed Harry si stava esercitando con i suoi nuovi poteri, quando sentì sua nonna entrare nella stanza.

- Oggi puoi uscire nel parco - disse soltanto ed Harry non riuscì a credere alle sue orecchie.

"Aria, sai ti respiro ancora sai,

nell'aria, ci siamo ancora noi,

voglia, tanta voglia dentro me,

una febbre che mi assale,

io mi sento così male."

(Articolo 31 – Aria)

Harry non usciva dalla sua stanza dal giorno in cui era arrivato e gli sembrava impossibile poterlo finalmente fare. I mangiamorte erano tutti impegnati a fare stragi di babbani: ultimamente le missioni avvano avuto esiti positivi e quello era il loro modo di festeggiare, così la casa era completamente vuota, fatta eccezione per Harry e Jadie. Un elfo domestico preparò loro il the e un vassoio pieno di pasticcini e loro si sedettero su alcune panche che si trovavano in giardino. Si gustarono la loro deliziosa merenda in silenzio e, quando ebbero finito, parlarono di Draco e di come passavano le serate lui ed Harry, e dei poteri di Harry e di come stavano aumentando i fretta. Harry era molto felice in quel momento: non aveva più ricevuto visite dagli elementi e con sua nonna si trovava benissimo, ma quando cominciarono a parlare dei poteri lei assunse una strana espressione.

- C'è qualcosa che non va? - chiese Harry.

- No, è tutto ok. Sono solo un pò in apprensione per il tuo ritorno ad Hogwarts. Queste tue nuove facoltà potrebbero causarti alcuni problemi, magari con i tuoi amici -

- Non preoccuparti! Sono abituato a stare sotto pressione e i miei amici mi sapranno capire - Jadie sorrise al nipote, ma lui capì che non era tranquilla e non volle indagare oltre. Quello era il suo primo pomeriggio all'aperto e non voleva rovinarlo.

Il pomeriggio, però, era già destinato a rovinarsi, e a peggiorare notevolmente la permanenza di Harry in quella casa. Jadie era andata alla biblioteca comunale e aveva rassicurato Harry che sarebbe tornata entro due ore al massimo, intimandogli anche di farsi trovare nella sua camera da suo nonno. Il ragazzo non obbedì agli ordini ricevuti, ma, per una volta, non per sua scelta. Lui e sua nonna si erano appena salutati ed Harry aveva una gran voglia di cioccolata calda, così aveva fatto un salto in cucina prima di tornare nella sua stanza. Fu proprio al ritorno che sentì due mani afferrarlo da dietro e trascinarlo nella stana più vicina.

- Ma guarda un po' chi abbiamo qui! Harry Potter in persona... sei venuto a raccogliere informazioni sul mio padrone mentre lui non c'è, non è così? -

Harry era schiacciato contro il muro ed era tremendamente consapevole che urlare non sarebbe servito a niente perchè in casa non c'era nessuno. Era in trappola. I suoi poteri, per quanto fossero notevolmente aumentati, erano inutili: suo nonno aveva provvisto l'intera casa di un incantesimo che impediva ad Harry qualsiasi magia al suo interno, per impedire incidenti, diceva. Solo la sua camera ne era sprovvista, ma lui adesso non si trovava lì e non aveva alcun modo per arrivarci. Il mangiamorte lo scrutava come se fosse un bigné alla crema che lui desiderava da giorni. Il giovane mago si rese conto troppo tardi che l'uomo gli aveva immobilizzato le mani dietro la schiena e che ora lo conduceva verso un tavolo. Con lentezza esasperante, il mangiamorte spogliò completamente il ragazzo e lo spinse a piegarsi sul tavolo. Harry era immobile, terrorizzato e soprattutto furioso. Sentì l'uomo spingersi dentro di lui e non potè fare a meno di urlare. Cinque minuti di sempre più rapide spinte accompagnarono la magia che scorreva dentro Harry, finché l'uomo non raggiunse l'orgasmo e il ragazzo non sentì più niente.

Fu il quella stessa stanza che Voldemort trovò il nipote svenuto e il cadavere di Mulciber ancora ancorato a lui. L'anziano aveva visto molte cose nella sua vita e la maggior parte erano orribili, ma quella le superava tutte. Delicatamente, prese in braccio il nipote e lo portò nella sua stanza, dando istruzioni ad un elfo affinché si prendesse cura di lui, poi tornò dal cadavere e lo osservò con disgusto per minuti. Quando si stancò lo prese per un braccio, lo trascinò fino alla sala riunioni e lo mise in mostra, prima di chiamare tutti i mangiamorte in riunione di emergenza.

Quando l'amore ci mette lo zampino-DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora