Two.

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26 Marzo.

Passò l'inverno con molta calma e anche se eravamo solo a fine marzo, la primavera era già iniziata e si stava bene. Passavo il mio tempo nel negozio di mia madre.
Fin da quando ero piccola mia madre aveva sempre avuto un negozio di abbigliamento dove io lavoravo quelle poche volte in cui lei non c'era.
"Tesoro, puoi andare." disse lei rientrando in negozio con le buste della spesa
"Grazie mamma!" le diedi un bacio sulla guancia e uscii prendendo il mio skateboard per andare da Daniel.
La primavera era già iniziata e a Madrid si stava molto bene.
Daniel era un tatuatore e aveva il negozio insieme ad un suo amico, Axel.
Entrai e vidi subito Axel che stava sicuramente giocando a qualche gioco idiota sul computer.
"Ehi Ax!" gli battei in cinque e poi mi battè il pugno
"Sasha!" mi salutò "Tatuaggio?" chiese poi
"No, nessun tatuaggio. Mia madre mi manda via di casa se ne faccio un altro in così poco tempo.." risposi "Il mio ragazzo si è fatto vedere stamattina?" chiesi poi
"È di sotto che sta facendo un tatuaggio ad un ragazzo.." disse sorridendo
"Posso scendere?" chiesi
"Vai tranquilla!"
Scesi le scale lasciando il mio skateboard lì vicino mentre Axel riportava gli occhi sul computer.
Sentivo l'odore dell'inchiostro e il rumore del pennino che batteva sulla pelle di quel ragazzo che se ne stava disteso tranquillamente sul lettino con il braccio steso verso il mio ragazzo.
"Scusate.." dissi entrando nella sala.
Daniel alzò gli occhi e mi sorrise venendo ad abbracciarmi e a darmi un bacio mentre quel ragazzo riposava un attimo.
"Come mai qui?" mi chiese
"Ero di passaggio. Stavo andando al sottopasso.." dissi ricambiando il bacio
"Pranzi con me oggi?" chiese
"Va bene, a che ora?" risposi
"Alle due? Prima non riesco.."
"Va bene, solito posto?"
Lui annuì e mi diede un altro bacio per poi tornare all'avambraccio di quel ragazzo.
Salii le scale e salutai Axel con un abbraccio poi uscii recuperando la mia borsa con le bombolette e il mio skate.
Presi il cellulare e feci partire la mia canzone preferita, 'Wonderwall' degli Oasis.
Canticchiavo le parole di quella canzone che mi era sempre piaciuta, fin da quando ero bambina mentre spingevo il mio skate per le strade poco affollate di Madrid.
Il vento mi scompigliava i capelli lisci castani, come se avessi un ventilatore di quelli che usano le modelle per gli spot pubblicitari anche se io di 'modella' avevo ben poco.
Abbastanza magra, capelli castani e occhi marroni/verdi.
Non ero per nulla femminile nel vestirmi e negli atteggiamenti.
Nel mio armadio esistevano solo pantaloni, nessun tipo di gonna.
Non esistevano scarpe con il tacco ma solo scarpe da ginnastica.
Leggins e felpa più grande come minimo di tre taglie erano il mio stile, il cappellino di lana lo portavo anche a maggio per tenere i miei capelli a posto.
Arrivai al sottopasso e trovai già Mich intento a disegnare qualcosa di nuovo sul poco spazio rimasto nel muro.
"Ehi Mich, dovremmo cambiare posto..ormai l'abbiamo fatto tutto!" esordii fermandomi
"Sasha!" mi salutò dandomi un bacio sulla guancia "Beh, direi che ce ne vanno ancora ben pochi.." disse riferendosi ai murales
Perlustrai il muro e un nuovo disegno mi saltò all'occhio.
Un cuore rosso che occupava tutta l'altezza del sottopasso catturò la mia attenzione.
Al centro del cuore c'era il nome di una ragazza: Malìa.
"Sai chi lo ha fatto?" chiesi guardando il mio amico
Lui si girò e osservò il disegno.
"No, però è firmato.." disse indicando una 'M' in fondo la disegno "Sai chi sia questo tipo?" chiese
"Che ne sai che è un maschio?" chiesi ridendo
"Sai com'è..il nome dentro al cuore è di una ragazza.." rispose
"Non potrebbe essere lesbica?!" chiesi ridendo "Comunque non so chi sia.." conclusi.
Presi la bomboletta e andai a disegnare un murales in onore di un calciatore che a me piaceva tantissimo, che aveva fatto la storia di una squadra non spagnola ma che a me aveva sempre affascinato.
Presi il cellulare e guardai la foto in cui Alessandro Del Piero indicava verso l'alto dopo aver segnato un gol.
Iniziai a disegnare e dopo quasi tre ore feci una pausa.
Sentii il rumore di una moto fermarsi poco lontano da lì.
Un ragazzo scese dalla loro e tolse il casco, tolse la felpa ma era ancora di spalle per poterlo vedere in faccia.
Aveva il braccio sinistro completamente tatuato così lo riconobbi.
Era quel ragazzo che avevo incontrato a febbraio, poi non l'avevo più visto.
Prese la sua borsa con le bombolette e lasciò il casco sopra la sella della moto.
Stava guardando il cellulare così mi ricordai di avere un pranzo con il mio ragazzo.
Guardai l'orologio e vidi che mancavano dieci minuti alle due.
Raccolsi tutte le mie cose e salutai Mich con un bacio sulla guancia.
"Ehi Sasha!" mi sentii chiamare dal mio amico "Torni dopo?" chiese
"Sì, devo finire!"
Mario ci stava guardando con sguardo interrogativo mentre spingevo il mio skateboard più veloce di quanto potessero reggere le mie gambe.
Arrivai alla tavola calda con cinque minuti di ritardo.
Vidi il mio ragazzo già seduto al tavolo così gli sorrisi e lo salutai.
"Scusami per il ritardo, stavo disegnando e non mi sono resa conto dell'ora.." dissi
"Vai tranquilla!" appoggiò le sue labbra alle mie
Mangiammo insieme e quando lui dovette tornare al lavoro, io tornai al mio murales.
Mich era già andato a casa quando arrivai al sottopassaggio, trovai solo Mario.
"Ciao!" mi salutò lui sorridendomi
"Ciao!" risposi
Appoggiai la mia borsa a terra, vicino al mio murales.
"Lo hai fatto tu?" chiese venendomi vicino
Annuii sorridendo.
"È veramente bellissimo." disse sorridendomi
"Il cuore lo hai fatto tu?" chiesi ricordando il cuore rosso enorme
"Sì."
Sorrise.
Sentii una stretta allo stomaco, inusuale per me.
Non ero solita a quel tipo di sentimenti.
"E Malìa è la tua ragazza..vero?" chiesi
Sorrise e arrossì.
Mi sedetti per terra e accesi una sigaretta.
"Ne hai una per me?" mi chiese
Ripresi il pacchetto e gliene diedi una.
"In teoria non dovrei fumare dato il mio lavoro ma una ogni tanto non mi ammazza.."
"Che lavoro fai?" chiesi curiosa
"Sono un calciatore, gioco per l'Atletico Madrid.." rispose
Sbiancai.
"Ci stai serio o mi stai prendendo per il culo?" chiesi sorpresa
"Più serio di così.." rispose ridendo
"Okay, sono scioccata."
"Ti devo solamente chiedere un favore.." disse "Non dire ai quattro venti che ci vediamo qui. Non voglio che si sappia che faccio disegni sui muri, potrei non essere ben visto." concluse
"Okay, sarà il nostro segreto."
Feci l'ultimo tiro di sigaretta e mi alzai per continuare e concludere il mio murales ripensando ancora a quella stretta allo stomaco che avevo avuto quando Mario mi aveva sorriso, era alquanto strano.

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Buongiorno gente!
(La bandiera della Croazia mi piaceva😏)

Questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia.
Fatemelo sapere con una stellina o un commento o anche entrambi, mi farebbe piacere.

Alla prossima.
-Emily.

You're my wonderwall || Mario MandzukicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora