Four.

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3 Maggio.

"Signora, penso che questo le stia bene." dissi con il sorriso più falso del mondo prendendo uno dei vestiti più brutti che mia madre avesse mai tenuto in negozio.
Era color ocra con un fiore disegnato davanti e arrivava a metà polpaccio.
Nemmeno mia nonna l'avrebbe mai messo.
Lo passai alla signora che andò in camerino a provarlo mentre io me ne stavo seduta vicino alla cassa aspettando con ansia che mia madre rientrasse dalla visita dal dottore che aveva avuto.
"Lo prendo." disse soddisfatta la signora uscendo dal camerino.
"Venticinque euro." dissi battendo velocemente le cifre sul registratore di cassa.
Mi porse i soldi e le diedi lo scontrino.
"Arrivederci signora." le dissi
Lei uscì dal negozio e io andai a riaccendere la radio che avevo spento quando era entrata in negozio, conoscendo il carattere di quella vipera.
Saltai qua e là tra le stazioni della radio fino a che non trovai una canzone accettabile.
Mancava un'ora alla chiusura del negozio e ormai mia madre non sarebbe tornata.
Sentii una chitarra dalle casse della radio che mi era molto familiare.
La canzone degli Oasis mi stava perseguitando in quell'ultimo periodo.
Non l'avevo mai sentita così tante volte in pochi giorni.
Inevitabilmente mi venne in mente Mario è quello che era successo sul tetto del palazzo in cui mi aveva portato qualche settimana prima.
Sentivo ancora le sue labbra sulle mie e la sua mano che mi accarezzava la guancia.
Non avevo mai provato prima quella sensazione, mi sentivo al settimo cielo con lui.
Con Daniel non era così.
"Buonsalve!" esordì Tanya entrando nel negozio mano nella mano con James.
"Ehi ragazzi!" dissi sorridendo "Che fate qua?" chiesi
"Volevamo proporti una cosa.." disse la mia amica guardando il suo ragazzo mentre sorrideva
"Mi fate paura voi due.." dissi iniziando a ridere
"Come tu sai, devo andare a Torino per la semifinale di Champions.." disse
"Vai avanti.." sospirai attendendo con ansia il continuo della risposta.
"Beh ecco, volevamo chiederti se ti va di venire con noi. So che segui la Juventus da tanto tempo e la società mi ha dato un biglietto in più per la tribuna.."
"Okay, io ti amo." dissi abbracciando James
"Ehi, piano col mio ragazzo che anche tu sei fidanzata.." disse Tanya ridendo
Alla parola 'fidanzata' mi venne un colpo.
Mi sentivo molto in colpa nei confronti di Daniel per quello che era successo con Mario ma lo avrei fatto altre mille volte.
"Ehi, tutto bene?" disse Tanya "Ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese poi vedendo la mia reazione
"No, tranquilla. Tutto bene. Pensavo che a Mat sarebbe piaciuto venire.." mentii anche se in fondo, a Mat sarebbe davvero piaciuto venire.
"Sono sicura che ce la farà." disse James sorridendomi insieme a Tanya.
"Ce la deve fare." dissi stringendo i pugni "Vado da quell'ubriaco di merda e gli faccio il culo a quello stronzo. Mi sta portando via mio fratello!" urlai in preda ad una crisi di nervi.
Era passato un mese dall'incidente e Mat non dava né segni di miglioramento né segni di peggioramento; era stabile come dicevano i dottori.
Sarebbe potuto peggiorare all'improvviso come si sarebbe potuto svegliare altrettanto all'improvviso.
"Allora vieni, vero?" chiese Tanya tornando sull'argomento Juve.
"Certo che vengo!" dissi
Abbracciai di nuovo James e poi se ne andarono.
Mi accorsi che mancavano dieci minuti alla chiusura così decisi di fare la chiusura della cassa.
Iniziai a ripulire il pavimento e sentii aprirsi la porta.
"È chiuso, torni domani." dissi raccogliendo una maglia che mi era caduta dalla scaffalatura.
"Ma io non devo comprare nulla.."
Mi girai di scatto riconoscendo la voce di Mario che era appoggiato al bancone e sorrideva.
"Che ci fai qui?" chiesi sottovoce precipitando mi verso la porta per abbassare la serranda evitando che qualcuno ci vedesse.
"Stai tranquilla, non c'è nessuno fuori." disse lui con tutta la tranquillità del mondo.
"E che ne sai che non ti hanno seguito?" chiesi
Mi precipitai di nuovo dalla parte opposta del negozio per spegnere le luci o almeno abbassarle mentre lui era ancora appoggiato al bancone.
Mi fermò per il polso e prima che potessi dire qualcosa mi baciò.
"Ti tranquillizzi per favore?" disse poi ridendo
Annuii soltanto essendo rimasta senza parole.
"Siamo fidanzati entrambi.." sussurrai
"Io no, mi ha mollato." rispose
"In queste settimane ti ho pensato in continuazione." sussurrai accorgendomi solo dopo di quello che avevo detto.
"Anche io." rispose lui attaccando nuovamente le nostre labbra
"Stiamo facendo un cazzata, lo sento." dissi poco prima che mi togliesse a maglia
"E se stiamo una cazzata perché la stai facendo?" chiese
"Perché non posso farne a meno."
Mi avvicinai a lui e lo baciai.
Gli tolsi la maglia e andammo nel retro del negozio dove mia madre teneva un divano letto che utilizzava nel periodo dei saldi senza venire a casa.
"Sei sicura?" chiese
"Ti voglio." risposi continuando a baciarlo mentre ci stendevamo sul divano letto ed è inevitabile dire che la passione ci travolse in poco tempo.
"Non penso sia stata una cazzata. Sono stato benissimo." disse dopo un'ora che stavamo distesi abbracciati
"Non voglio essere solo la tua scopamica però.." dissi
"Non lo sarai, risolveremo questa situazione."
Si avvicinò e mi stampò un dolce bacio sulle labbra.
Ricambiai il bacio abbracciandolo.
Mi appoggiò una mano sul petto sentendo il mio cuore battere come un martello su un chiodo.
"Non ho mai fatto battere il cuore ad una ragazza..alle altre batteva il cuore per i soldi che ho." disse deluso
"Beh, a me non importa dei soldi. Io devo stare bene con una persona per starci e con te sto bene." risposi
Attaccai di nuovo le nostre labbra poi lui si alzò dal letto recuperando i suoi vestiti.
"Domani ho allenamento, ci vediamo dopodomani?" chiese
"Dopodomani sono a Torino. Vado a vedere la Juve.." dissi sprizzando felicità da tutti i pori
"Vai a vedere la semifinale di Champions?" chiese
"Sì, mi porta James.."
Si piegò su di me e mi diede un bacio.
"Ci sentiamo allora."
Uscì dalla stanza sorridendomi e uscì poi dalla porta sul retro.
Iniziai a vestirmi e controllai il cellulare.
Lo sentii suonare e vidi il numero di Daniel.
"Ehi amore!" disse
"Amore.." dissi con una falsa felicità
"Ti va di uscire stasera?" chiese "Avevo pensato di farti conoscere un mio amico.."
"A me va bene però sono ancora in negozio..ho avuto un contrattempo." dissi iniziando a vestirmi più velocemente.
"Tranquilla, ti passo a prendere alle nove e mezza a casa. Okay?" chiese
"Va benissimo!"

[...]

Entrai in casa e appoggiai la borsa sul letto.
Mi feci una doccia molto veloce e mi rivestii aspettando che Daniel mi chiamasse.
Scesi dopo mezz'ora e salii nella sua macchina.
Ci fermammo davanti ad un locale.
"Non mi hai ancora salutato per bene.." disse sorridendo.
Attaccò le nostre labbra e non provai le stesse sensazioni che provai con Mario qualche ora prima.
"Ti amo." disse così, senza un apparente motivo.
"Anche io." risposi, incapace di rispondere un 'ti amo'.
Scendemmo dalla macchina e lui chiamò il suo amico.
"Siamo davanti al locale. Dove sei?" chiese
Mi prese per mano e mi trascinò fino a dentro il locale.
Camminammo tra la folla per un po' fino a sederci su un tavolo insieme ad un altro ragazzo.
"Ciao Mario!" disse Daniel salutando il ragazzo seduto al tavolo.
Mi irrigidii al solo pronunciare quel nome.
"Mario, lei è Sasha. La mia ragazza." disse presentandoci
Lo guardai negli occhi imbarazzata mentre lui mi sorrideva.
"Piacere, Sasha." dissi facendo finta di non conoscerlo
"Piacere mio." rispose lui stringendomi la mano.
Una scarica di brividi percorse la mia schiena mentre mi sedevo e ordinavo una birra alla cameriera che era a fianco a me.

5 Maggio.

Avevo davanti a me uno dei più bei stadi mai visti in vita mia.
Varcai l'entrata con su scritto a caratteri cubitali 'Juventus Football Club' e mi trovai davanti il campo e i tifosi già posizionati in curva sud.
Indossavo la maglia di Del Piero, l'unica maglia che avevo della Juventus e l'unica che mi ero potuta permettere economicamente negli ultimi anni.
Andai alla ricerca del mio posto è quando lo trovai scoprii di essere vicina ad un'altra ragazza con la maglia numero 18 sulle spalle, quella di Lemina.
Mi sedetti a fianco a lei e vicino a me si sedette Tanya.
Mi accesi una sigaretta, tanto era l'ansia per una partita così importante come una semifinale di Champions.
Sapevo che non mi avrebbero deluso, nemmeno se avessimo perso.
"Scusa, potresti spostarti? Il fumo mi da fastidio." mi disse la ragazza a fianco a me con poca delicatezza
Guardai la sigaretta che era appena a metà e la spensi pestandola.
"Grazie." disse con altrettanta poca delicatezza
Non risposi.
Sentii il mio cellulare vibrare e vidi il numero di Mario.

Da: Mario
Fa paura lo Stadium?

A: Mario
Farebbe paura a chiunque venisse a giocare qua dentro.

Bloccai il cellulare e lo rimisi dentro la borsa.
"Oddio hai la maglia di Del Piero." disse sempre la ragazza di fianco a me
Sorrisi e annuii.
"Come ti chiami?" mi chiese
"Sasha, tu?" risposi
"Oddio, come il figlio di Del Piero!" disse "Però tu sei femmina.." continuò
Risi.
"Comunque io mi chiamo Denise."
Le strinsi la mano e iniziammo a parlare di calcio e di Juve, soprattutto, come se ci conoscessimo da una vita.
"Non so se lo sai ma io sono la ragazza di uno di quelli che sta in campo.." disse mostrando un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Cercai di capire di chi si trattava poi mi venne pensata la maglia che indossava.
"Mario?" lo chiamai come se conoscessi anche lui da una vita
Lei annuì e vidi i suoi occhi luccicare.
"Abbiamo qualcosa in comune, io ho l'amante che si chiama così.." pensai e già chiamarlo 'amante' mi faceva strano.
Di tutti i ragazzi che avevo avuto non avevo mai tradito nessuno, non avevo mai dato un bacio ad un altro ragazzo che non fosse il mio fidanzato; figuriamoci andarci a letto!
Eppure stavolta c'ero caduta.
Avevo baciato un altro e ci ero andata a letto.
Avevo provato emozioni mai provate prima; la paura di farsi scoprire e il rischiare comunque perché il nostro era un legame diverso.
Per Daniel non l'avrei mai fatto, forse perché non era quello che volevo.
Forse perché non l'amavo.
Forse perché io amavo Mario è più tempo passava più me ne rendevo conto.

You're my wonderwall || Mario MandzukicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora