Pag. 9 ~ l'unione fa la forza

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Abbiamo trovato Altaïr. È questo il suo nome.
                                                     ~Arno
«cavolo. Ciao Arno» disse Altaïr sorridendomi. Io ricambiai il sorriso e osservai Ezio che sgranava la cicatrice del nuovo Assassino.

«mi dispiace per aver perso la Mela. Mi hanno teso una bella trappola devo dire.  E, il mio diario, posso aggiungere che non sono stato l'unico a perderlo» aggiunse Altaïr fissando beffardo Ezio. Qualcosa mi diceva che quei due si odiavano.

«già» ammise Ezio a testa bassa. Poi Altaïr continuò.

«Arno» sorrise. «l'Assassino di cui gira voce» si grattò la nuca e sorrise nuovamente.

«ho perso la Mela e il mio diario. Ma» disse po' squadrandomi la lama fantasma.

«ma?» s'intromise Ezio.

«ma potete perdonarmi» disse Altaïr.

«certo» disse Ezio. Io rimasi zitto ad ascoltare la conversazione mentre Altaïr non smetteva di sorridere in modo inquietante.

«io mi faccio perdonare, ma il signorino Dorian deve aver dimenticato qualcosa» sorrise Altaïr. Io mi irrigidii.

«Arno, tirami fuori di qui. Da solo. E ti darò ciò che hai scordato» Altaïr lanciò uno sguardo fulmineo a a Ezio che si irrigidì e di sedette ai piedi della cella. Feci col capo un cenno per dire 'ho capito' e mi allontanai nella prigione in cerca delle chiavi. Dalle mie spalle sentii le voci di Ezio e Altaïr.

«gran bella mossa»

«e che vuoi? Tu non sei stato manco capace di liberarti di tre templari»

«mi avevano messo la lama alla gola»

«è stato meglio Arno che ha reagito»

«sai solo blaterare Altaïr»

«ora sono io quello che blatera eh?»

«basta o finirà male»
Ecco una guardia. Ed ecco le chiavi. Sorrisi. Cercai di avvicinarmi per ucciderlo più da vicino ma quella guardia si girò e mi guardò di traverso. Io, senza pensare, salutai con la mano. E quella mi sorrise e ricambiò il gesto. Puntai la lama contro di quella, ma la guardia mostrò polso. Sul bracciale in cuoio c'era il simbolo degli Assassini. Cercai di avvicinarmi a quello strano individuo. Qualcosa mi afferrò.

«ti abbiamo cercato ovunque» la voce di Ezio mi sorprese. Con Altaïr vicino col sorriso stampato sulle labbra.

«c-come hai fatto a farlo uscire» chiesi.

«uh, dettagli» disse Altaïr facendo spallucce.

«mi prendo un secondo con Ezio» dissi prendendo Ezio e allontanandomi un po' da Altaïr. Poi continuai:

«sono sempre più convinto che quella era una scusa per farmi allontanare» dissi a denti stretti.

«nah, fidati. Ci stavi mettendo tanto, allora ho aiutato io Altaïr» disse lui. Poi dopo un'attimo di silenzio lui continuò.

«perché ci hai messo tanto?» disse. Intanto la guardia dietro mi guardava seria. Io risposi a Ezio guardando il tizio dietro di me.

«no, niente» ammisi.

«andiamo» disse trascinandomi verso l'uscita mentre Altaïr ci seguiva lanciando uno sguardo alla guardia.
Uscimmo dalla porta centrale e guarda, guarda. Un altra trappola. Tantissimi Templari che ci circondarono, e tra loro non feci fatica a riconoscere il capitano Templare che urlava.

«Arno! Dacci il diario e a nessuno verrà fatto male»
Da dietro sentii dei passi. Templari. Mi voltai di scatto e sgozzai il Templare che cercava di bloccarmi. Dietro vidi Altaïr che combatteva a stento contro minimo dieci Templari. Era velocissimo e schivava come un gatto. Ezio vicino a lui che lo aiutava. Sguainai la mia finta scimitarra e mi avventai nella folla. Durante la mia fuga le grida dei miei amici:

«corri Arno!»

«non te ne fregare di noi!»

«scappa col diario, noi ce la faremo»
Con le lacrime agli occhi corsi a grandi passi mi feci strada in fretta e salii di scatto su un tetto. Vidi la figura della guardia che avevo incontrato prima. Era su un pino ad osservare. Poi non ebbi il tempo di pensare che davanti mi spuntarono dei Templari. Cercai di tornare indietro, ma anche lì c'erano Templari. Mi misi in allerta ma ormai ero contornato da miliardi di Templari. Poi sentii un urlo strozzato. Ezio. Poco dopo arrivò Altaïr che, agile com'era schivò tutti facilmente fino ad arrivare a me.

«dov'è Ezio?» urlai cercando di farmi sentire tra le mille urla di lotta.

«è caduto e lui...» non terminò la frase. Nelle mie vene ribolliva rabbia e desiderio di vendetta. Con la scimitarra respinsi un paio di colpi rimandandoli in dietro e fuggendo dai miei nemici e con un balzo scesi giù. Corsi velocissimo verso Ezio che giaceva a terra sfinito. Mi avvicinai. Sulla mia guancia scese una lacrima.

«Ezio» sussurrai. Mi inginocchiai. Misi una mano sulla spalla di Ezio rossa dal quale scorreva un lungo fiume di sangue. Poi qualcosa mi fece girare per lo spavento. Un urlo. Un Templare aveva tentato di uccidermi alle spalle e il suo cadavere mi cadde sulle spalle. Dietro lo vidi. Colui che mi aveva salvato. Era il tizio che avevo visto prima. Lui non disse niente, si limitò a sorridere e a fuggire velocissimo.
Tolsi il coltello dalla spalla di Ezio e lo gettai a terra.

«non si riprenderà» mi disse Altaïr dietro di me con il polpaccio sanguinante.

«andiamo via» disse Altaïr prendendomi per il braccio e trascinandomi via.

«riposa in pace» sussurrai.
Salii sul mio cavallo e fuggii in corsa con le lacrime agli occhi.
Prima o poi toccherà a tutti.

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Aggiorno sta sera :3

Diario di un AssassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora