Pag. 22 - ultimo capitolo ~ End

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«che diamine è?» fece Ezio avvicinandosi alla torre e appoggiando una mano sul ferro.

«sembra causato dalla mancanza della mela là in cima» dissi.

«cazzo, che freddo» disse Edward. Poi Connor lo fissò male.

«temo che dovremmo scalarla» osservai.

«temi bene» disse Ezio. Poi continuò: «tenetevi i cappucci, con questo vento potrebbero abbassarsi»

Il vento diveniva sempre più forte e devastava la cittadella. I pochi alberi del parco erano piegati a 90 gradi e le foglie e la polvere volavano ovunque. C'era una forte tempesta. Ormai fuori non c'era nessuno, tutti erano rinchiusi in casa, a proteggersi da quella che sembrava una normale tempesta e che invece era, la fine di tutto. Ogni secondo il vento diventava sempre più potente, freddo, gelido, agghiacciante. Mi guardai attorno, cadere da quell'altezza avrebbe causato la morte. Altri vortici e voragini spuntavano dal nulla. I Templari e le loro eresie hanno portato lo squilibrio anche a Parigi. Rimettere la mela a posto avrebbe mostrato a noi il tesoro, ma avrebbe salvato questo luogo dal pandemonio. Misi un piede su una trave e con le mani mi aiutai per salire sull'altra.

«forza ragazzi! Seguitemi» urlai. Il vento tormentava così forte che dovevi tenerti stretto alla torre per non cadere e farti risucchiare dal vortice. Dietro me vidi  Edward arrampicarsi velocemente, facendo passi per passi corretti. Anche Ezio e Altaïr iniziarono l'arrampicata e infine Connor che dovette gettare l'ascia per essere più leggero. Iniziò a scalare anche lui.

«non ce la faccio!» gridò Ezio tenendosi stretto alla trave e cercando di allungare la mano per aggrapparsi all'altra. «è troppo lontana!» gridava facendo fatica a reggersi con quel vento. Io non potendolo aiutare, mi fissai le mani rosse e sudate e continuai a salire. Ezio saltò più in alto riuscendo a tenersi ad una trave più alta. Edward era in testa e, anch'egli con le mani sudate faceva fatica a reggersi appeso alle braccia e quando scivolava si rialzava sforzandosi. Altaïr stava dietro con Connor e si aiutavano facendo grandi passi. Io sentivo i muscoli farmi male, quindi accelerai il passo superando Edward, e rimasi per qualche secondo fermo, con le mani ben strette alla presa, ad osservare il disastro. Il vento faceva svolazzare la tunica. Un grido attirò la mia attenzione. Mi girai e vidi Ezio appeso ad un braccio, gridando di dolore.

«andate avanti» urlò lui a tutti noi che eravamo rimasti fermi ad osservarlo. Io annuì e poco dopo lo vidi lasciare la presa.

«Ezio!» gridai.  Lo vidi cadere nel vuoto con le braccia aperte lasciando un grido di disperazione, il suo ultimo grido. Mi scivolò una lacrima e continuai a salire, col vento potentissimo, la polvere che oscurava la vista. Edward mi venne vicino faticando a tenere la presa.

«Arno! È caduto! Anche Connor è...» lo vidi fare una smorfia di dispiacere e a quel punto mi dispiacqui molto per lui.

«Altaïr! Forza!» gridai. Altaïr accelerò il passo urlando: «siamo quasi in cima»
Io iniziai a cedere, a lasciare che la stanchezza avesse la meglio. Feci uno sforzo e appoggiai le mani sulla cima, con i piedi mi spinsi su e una volta salito sulla cima feci fatica a stare in piedi. Mi inginocchiai. Li dov'è il vortice aveva origine, vento potentissimo. Aiutai Edward a salire ma non appena mise piede sulla cima il vento lo risucchiò.

«Ed!» urlai. Il vento aumentò ancora e dovetti tenermi alla punta di ferro attaccata sulla cima. Buttai uno sguardo giù e non vidi più Altaïr. Era caduto, risucchiato e... Morto. Mi feci coraggio e con le mani tremolanti,  le uscii dalla bisaccia con la Mela. La appoggiai sulla cima. E mi rimisi in piedi lottando per stare sulle gambe. Ad un certo punto nella Mela apparve il simbolo di una lama nascosta, di un pugnale e di una lama fantasma. Rimasi a riflettere e poi caddi. Rimasi appeso con le mani all'estremità del bordo della cima. La Mela si illuminò e prese un colore verde potente, abbagliante. Iniziò ed emanare una luce potentissima che chiuse il vortice alle mie spalle e fece cessare il vento. Tutto ritornò a posto ed io, che avevo completato la mia missione, ora, potevo morire in pace. Lasciai la presa e caddi. Giù, fino a terra.

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