fortynine

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[No Angel — Birdy]

🌹 A R I E L 🌹

Nel momento in cui apro gli occhi mi rendo conto di essere nella mia stanza. La luce filtra attraverso le tende e la illumina, mentre il mio sguardo cade sulla persona in piedi davanti alla finestra e che mi volge le spalle.

Ma quando succede, ogni consapevolezza mi investe.

Harry è malato.

Il suo cuore è compromesso, e io ho versato ogni lacrima che non sono riuscita a versare durante tutti questi mesi dalla la morte di mia madre.

«Papà», lo chiamo, la mia voce roca e bassa. Non so in che modo io sia arrivata qui, né quanto tempo sia passato.

Si volta, i suoi occhi chiari incontrano i miei e si avvicina a me, raggiungendomi e sedendosi al mio fianco.

«Ariel», la sua mano raggiunge il mio volto e le sue dita scorrono gentilmente sulla mia pelle. Mi alzo a sedere passandomi una mano tra i capelli.

«Da quanto tempo sono qui?», gli chiedo, e lui mi sorride debolmente.

«Un giorno», risponde. «Liam e io ti abbiamo portata qui.»

Sospiro, cercando di ricordare. Ma le sole cose ad essere impresse nella mia mente adesso sono il volto di Harry e le braccia di mio padre che mi avvolgono consapevoli mentre vengo prosciugata dal dolore.

«Dov'è adesso?»

«È fuori con Todd. Ci siamo soltanto io e te.»

Annuisco impercettibilmente. «Non dovresti essere in ospedale?»

«Avevi più bisogno tu di me», mi risponde mio padre, e io abbasso lo sguardo.

«Tu lo sapevi, vero?» gli domando dopo qualche istante riportando i miei occhi su di lui.

Anche se conosco la risposta, ho bisogno che lui dica quelle parole. Sospira e questa volta è lui a distogliere lo sguardo dal mio, prima di rispondere e tornare a guardarmi.

«Sì, lo sapevo», ammette, e il mio cuore si stringe.

Riesco a percepire i miei occhi inumidirsi ancora, e non mi sembra reale. È come se adesso non riuscissi più a controllare le mie emozioni e ciò che provo; non dopo tutte le volte che ho tenuto dentro ogni cosa, chiudendo allo stesso tempo tutto il resto al di fuori.

«Perché», respiro. «Perché non me l'hai mai detto?»

Lui scuote la testa, muovendosi sul letto e avvicinandosi a me. «So che adesso può sembrarti come se avessimo voluto soltanto tagliarti fuori, ma non è così.»

Fa una pausa, ma mi costringo a non interromperlo e a lasciarlo continuare. «Ho conosciuto Harry il secondo giorno che sono andato in clinica. Lui era con Andrew e con gli altri bambini, e una di loro aveva degli esami da completare. Così lui ha convinto Odette a fidarsi di me, perché ero nuovo e nessuno di loro mi aveva mai ancora visto. È stato poi quando l'ho visto con Andrew che ho capito cos'avesse passato Harry.»

Chiudo gli occhi mentre ascolto le sue parole.

«Tutti i bambini del reparto si fidano di Harry e gli vogliono bene, ma il legame che c'è tra lui e Andrew è qualcosa quasi di inspiegabile. Allora ci ho parlato, perché io sapevo già di cosa soffrisse Andrew. A quel punto lui mi ha raccontato la sua storia. Ed è quasi un miracolo che lui sia sopravvissuto, Ariel.»

Senza che riesca a fermarla, una lacrima scende sul mio volto. «Così mi hai spinto a conoscerlo. E tu sapevi anche che non era la prima volta per noi, quella in clinica.»

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora