fiftynine

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[Someone you loved Lewis Capaldi]

🌹 A R I E L 🌹

Quando mi sveglio sono ancora nel letto di mio padre. Solo che adesso è completamente vuoto, sono coperta dalle lenzuola e sono ancora vestita nel modo in cui lo ero ieri sera quando sono tornata.

Mi passo le dita sul volto e mi strofino gli occhi, poi piego le gambe e le incrocio quando mi sollevo, lasciandomi scorrere una mano tra i capelli e abituandomi velocemente alla debole luce che filtra dalle tende chiare della piccola stanza.

Sposto lo sguardo sul comodino alla mia destra e c'è un biglietto, così mi allungo e lo recupero.

Finchè c'è vita c'è speranza, e finchè ti permetti di sperare, la paura non esiste. Sei più forte della paura, Ariel. Combattila e vivi.

A più tardi,
papà.

Rileggo quelle parole più volte, nella grafia in cui le lettere sono grandi e scritte in modo deciso. Le rileggo e poi sorrido, socchiudendo gli occhi e sospirando.

Mentre chiudo gli occhi rivedo anche tutto quello che sono riuscita a vivere ieri. Perché io ieri ho vissuto, e l'ho fatto in un modo in cui non ero più riuscita a fare dopo la morte di mamma e dopo Harry. Mi sentivo viva: sentivo tutto quello che mi sono costretta a lasciare andare riscorrermi dentro, nelle vene e attraversarmi interamente.

Sto rasentando la superficie, quella che credevo fosse ormai irraggiungibile, quella che non riuscivo più a vedere, che non volevo neanche esistesse, perché io volevo soltanto scivolare nell'oblio.

Ma Harry è stato la mia luce, e mi ha portata con lui dove sono ora senza neanche che io me ne rendessi conto, e senza che io glielo chiedessi. Lo ha fatto e basta, nonostante tutto.

È stato la mia speranza e io sarò la sua. Ho bisogno di vivere e di sperare, di continuare a combattere, e mio padre ha ragione. Lo devo a me stessa, ma lo devo soprattutto a Harry.

Con ancora il biglietto tra le mani mi alzo, raggiungo il bagno accanto alla mia stanza e mi faccio una doccia dopo aver legato i miei capelli in uno chignon sulla cima della testa per far sì che non si bagnino.

Avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo e vado nella mia camera, dove mi cambio e da dove esco poco dopo per attraversare la piccola sala all'ingresso e andare verso la cucina, dove mio fratello e Liam si voltano quando varco la soglia.

Mio fratello mi ha rivolto a stento la parola in questi ultimi giorni, e tra due lui e Liam ripartiranno.

Todd si volta prima di incrociare il mio sguardo e torna a mangiare i suoi pancakes, Liam invece è in piedi con la spatola in una mano e il manico della padella nell'altra. Quando ricambio il suo sguardo mi fa cenno di avvicinarmi e andare verso di lui.

Guardo un'ultima volta Todd e poi raggiungo Liam, che mi avvolge un braccio intorno alle spalle e posa le sue labbra sulla mia guancia.

«Buongiorno, piccola Bobo.»

Sorrido quando pronuncia quel nomignolo che usa soltanto lui e che soltanto lui e la mia famiglia conoscono.

«Ciao», ricambio il suo saluto e il suo sorriso; un mio braccio è intorno al suo bacino.

«Vuoi fare colazione con noi?» Mi domanda, e so che lo sta facendo per spronarmi a reagire e a fare qualcosa con Todd, un passo in avanti esattamente come ho fatto con mio padre.

«Certo», rispondo, e lo lascio andare mentre continua a cuocere gli ultimi pancakes.

Mi sposto sul tavolo e mi siedo di fronte mio fratello, che sta quasi finendo di mangiare. Incrocio le braccia sul piano e lo guardo.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora