eleven

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[Silhouette — Aquilo]

Prima di uscire dal bagno non riesco a reprimere l'istinto di avvicinare ancora una volta i vestiti di Harry al volto per sentirne il profumo. Quando torno in sala il mio cellulare vibra sul tavolo: leggo il nome di mio padre sullo schermo e lo sblocco per rispondere.

«Ariel, dove sei?» la sua voce è un misto tra stanchezza e preoccupazione. Deve aver finito di lavorare molto tardi la scorsa notte.

«Papà, sto bene» mi affretto a dirgli. «Ti ho lasciato dei messaggi.»

«Sì, li ho visti. Pensavo che poi saresti tornata questa mattina.» Sposto velocemente il cellulare dall'orecchio per controllare l'orario: ha ragione, non credevo fosse così tardi.

«Scusa, arrivo subito.»

«Ti aspetto, sono a casa» conclude prima di chiudere la chiamata.

Non lo biasimo per essere preoccupato, perché non sapeva esattamente dove fossi e perché non siamo più a un anno fa; adesso temiamo che per perdere qualcuno basti poco, quasi meno di niente.

Ripiego i vestiti di Harry e li lascio sul divano, dopodiché prendo le scarpe di Tara per rimetterle. Vorrei avere qualcosa di più comodo per andare via, ma so che è già tanto che io sia qui adesso. Mi guardo intorno mentre allaccio il cinturino della scarpa destra ma non vedo né sento Harry. Sposto la mia attenzione in direzione della sua camera ma la porta è chiusa; probabilmente è lì. Mi chiedo a cosa pensi, perché abbia deciso di prendersi uno spazio talmente ristretto da non permettermi neanche di rendermi conto se ci sia o meno. Scuoto la testa, ha anche fatto fin troppo per me.

Forse è meglio andarsene e basta; gli scriverò un messaggio più tardi per ringraziarlo ancora.

Sono già davanti alla porta d'ingresso con la giacca tra le mani assieme alla borsa quando avverto una presa gentile intorno al polso. Esito prima di voltarmi, perché non sono più sicura di me stessa e di come potrei reagire anche soltanto guardandolo. Solo che continua a tenermi il polso; le sue dita sono completamente avvolte intorno ad esso e allora chiudo gli occhi e sospiro, prima di voltarmi verso di lui. Non mi lascia andare neanche adesso.

«Te ne stavi andando?» mi domanda allentando la presa.

«Sì, mio padre era preoccupato» rispondo e annuisco, cercando di evitare di guardarlo. «Grazie per avermi fatta stare qui, Harry.»

«So quello che stai facendo, Ariel» sostiene e lascia andare completamente la presa mentre io resto di fronte a lui ad aspettare una spiegazione per le sue parole.

«E cosa starei facendo, Harry?»

Mi guarda intensamente prima di rispondermi. «Sappiamo entrambi cosa sarebbe successo se quel libro non ti fosse scivolato.»

Distolgo lo sguardo dal suo. Non mi aspettavo alludesse a quel momento, a quel se che non sarebbe mai dovuto esistere.

Quando torno a guardarlo lui è sempre davanti a me. «Harry, non possiamo.»

«Però sarebbe potuto succedere.»

Io lo guardo confusa, faccio fatica a capirlo e a stargli dietro. «Dove vuoi arrivare?»

Si passa distrattamente una mano tra i capelli e successivamente solleva le spalle. «Non lo so» dice, «Ma c'è qualcosa, e so che anche tu la senti. Non puoi negarlo.»

Scuoto la testa e incrocio le braccia al petto. So che se continuassi a guardarlo, adesso, non riuscirei a negarlo.

«C'è Tara, e non possiamo farle questo.» Penso a quanto era felice soltanto poche ore fa e a come avremmo potuto cambiare completamente la situazione, ribaltando la sua felicità e spezzando quel fascio di luce che le brillava negli occhi. Non me lo sarei mai perdonata, e sono sicura che neanche Harry l'avrebbe fatto.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora