CAPITOLO 12

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Raxor si sentì salire il cuore in gola durante la caduta, un'orrenda sensazione di impotenza e ineluttabilità che avrebbe preferito non provare. Sapeva che se il palo non avesse retto il loro peso o l'uncino si fosse sganciato sarebbe stata la loro fine, era inutile girarci intorno. Nessuno avrebbe mai potuto sopravvivere ad una caduta simile. Tutti gli sforzi che aveva fatto per giungere fino a quel punto sarebbero andati in frantumi come il suo corpo, la promessa che aveva giurato di mantenere spenta con la sua stessa vita.
L'impatto con la roccia fu molto più violento del previsto, e tolse ad entrambi il fiato facendoli annaspare per qualche secondo premuti contro la parete scoscesa e piena di sporgenze taglienti. Udì Cyron lanciare una maledizione tra i denti per essersi ferito alla gamba. -Brutto idiota, ti avevo detto di tenerti pronto!- gli gridò con rabbia guardando in basso verso di lui.
-Chiudi la bocca e inizia a salire, lagna che non sei altro.- lo rimbeccò Raxor mettendogli la mano sotto il piede destro e spingendolo in su. Era incredibile come persino in una situazione pericolosa come quella riuscissero a litigare lanciandosi continue provocazioni, proprio come dei ragazzini permalosi nel pieno della loro adolescenza. Improvvisamente si udì uno scricchiolio, e i due scivolarono più in basso di una decina di centimetri.
-Per l'amor di Dio Cyron muovi quel culo e sbrigati, non ho intenzione di essere ridotto in poltiglia!- rincarò la dose il mercenario afferrandosi alle pietre talmente forte da non sentire quasi più le dita. L'uomo emise un basso grugnito di protesta, iniziando però a procedere con molta più fretta nel tentativo di raggiungere la salvezza. La corda tornò ad allentarsi segnalando che il tempo a loro disposizione stava scadendo. Nell'istante in cui Cyron si aggrappò con la mano al bordo del baratro il palo a cui era fissato l'uncino cedette del tutto, spezzandosi in due. Raxor si sentì precipitare indietro, e fu solo per pura fortuna che il suo compagno d'avventura riuscì ad afferrargli la mano, i muscoli tesi al massimo per lo sforzo.
-Forza... arrampicati!- sibilò Cyron tra i denti sentendo che stava lentamente perdendo la presa sul terreno. Raxor gli afferrò la gamba lasciandogli libera la mano, e usando solo le braccia riuscì ad issarsi fino a trovare un piccolo buco nella parete che usò per darsi l'ultimo slancio, raggiungendo finalmente il terreno aldilà del burrone. Subito dopo si affrettò a tirare su il compagno esausto, che si distese immediatamente supino poggiandosi l'avambraccio sinistro sulla fronte.
-Certo che... sei più pesante di un cinghiale... si può sapere quanto mangi?- borbottò ansimante dopo essersi messo a sedere.
Raxor si sistemò la sacca che si era precedentemente assicurato sulle spalle e rise. -Si chiamano muscoli, forse ne avrai sentito parlare da qualcuno. Immagino che non sia affatto facile fare questi sforzi con un fisichetto gracile come il tuo.- lo prese in giro. Una volta anche lui era così, ma dopo l'arduo allenamento impartitogli da Garth e gli altri soldati che gli avevano insegnato ogni tipo di combattimento era diventato grosso quasi il doppio, acquistando massa muscolare. Sopra i suoi vestiti si riuscivano ad intravedere benissimo i suoi lineamenti, tanto da sembrare che il tessuto si stesse per strappare da un momento all'altro. Era molto fiero del suo corpo che gli aveva permesso di diventare con molta probabilità uno dei guerrieri più forte del regno. Ad ogni modo, tutto ciò che gli interessava in quel momento era essere IL più forte per riuscire ad uccidere il mago.
Perso com'era nelle sue riflessioni non si era accorto che Cyron gli stava parlando brontolando come il suo solito. -E ad ogni modo, sappi che un fisico come il mio è perfetto per le missioni che svolgo! Vorrei vederti a dare la spia, grande e grosso come sei.- rimbrottò piccato, spostandosi i capelli neri che gli erano scivolati sugli occhi.
Raxor scrollò le spalle e si avviò per la strada sterrata con passo deciso, seguito qualche attimo dopo da Cyron. Davanti a loro si estendeva un'immensa e fitta foresta, i cui alberi minacciosi sembravano piegarsi verso il basso come nel tentativo di afferrarli con i loro lunghi rami contorti per farli a pezzi. I due si addentrarono guardinghi, osservando con molta attenzione tutto ciò che li circondava.
-E' questa?- mormorò interrogativo Raxor mentre sguainava con un movimento fluido la sua fedele spada. Avvertiva dentro di sè una profonda inquietudine che con tutta probabilità indicava un pericolo immanente, e non aveva alcuna intenzione di farsi cogliere impreparato.

Cyron gli rispose con un sussurro, forse timoroso che qualunque cosa si nascondesse tra tutta quella vegetazione potesse udirli e li attaccasse a sorpresa divorandoli in un sol boccone. Oppure, alternativa ancora meno gradevole, corresse senza perdere un attimo ad avvertire il mago della loro presenza. Visto ciò che era accaduto nella conca era ovvio che sapesse che lo stavano cercando, ma se riuscivano a mantenere nascosta la loro presenza fino al momento del combattimento avrebbero avuto il fattore sorpresa dalla loro. -No, questa è solo l'anticamera della foresta, se così la vogliamo definire. Sai, c'è un motivo ben preciso se la foresta di Xeth viene chiamata anche la Foresta di cenere, e ben presto potrai vederlo da te.-
Non udendo alcuna risposta si voltò verso Raxor, vedendo che si era bloccato qualche passo dietro di con un'espressione mista tra il terrore e la speranza in viso mentre osservava un punto imprecisato tra gli alberi.
-Cosa c'è?- gli chiese allarmato prendendo immediatamente in mano l'arco lavorato finemente e incoccando una delle sue frecce nere, ma Raxor non disse nulla limitandosi a socchiudere leggermente la bocca. Cyron scrutò nella direzione in cui l'altro stava guardando, senza riuscire a trovare nulla di anomalo. Si risistemò arco e freccia in spalla, facendo per girarsi nuovamente e chiedergli se si era imbambolato, quando vide la figura del mercenario passargli accanto e correndo in direzione degli alberi.
-Fermati, scemo che non sei altro! Cosa stai facendo?!- gridò, mettendosi al suo inseguimento. L'altro non sembrò neppure sentirlo, perchè aumentò perfino l'andatura inoltrandosi nel cuore della foresta.
"Cosa può averlo fatto reagire in questo modo?" si chiese mentre cercava in tutti i modi di non perderlo di vista.
Raxor si bloccò di colpo, guardandosi a destra e a sinistra con le pupulle dilatate. Era certo di quello che aveva visto, non avrebbe mai pututo sbagliarsi. Ed ecco che, poco più in là, riapparve la chioma di capelli ricci e ramati. Si rimise a correre nonostante sentisse i polmoni in fiamme e i muscoli delle gambe dolere come non mai.
No, non era un'illusione. Quegli occhi verde smeraldo che poco prima lo avevano colpito come delle frecce erano i suoi. Gli era quasi parso di sentire la sua voce che in qualche modo lo rimproverava, chiedendogli "Raxor, perchè?". Il lembo di un lungo abito bianco lo fece svoltare bruscamente a destra facendolo inciampare su una grossa radice, ma non ci fece quasi caso riprendendo a correre più velocemente di prima. Cosa ci faceva lì? Possibile che il mago ne avesse trafugato il corpo o persino lo spirito intrappolandolo in quella foresta?
Lentamente tutto intorno a lui divenne di un colore sempre più smorto fino a diventare grigio cenere. La luce del sole era scomparsa, lasciando il posto ad una penombra perenne che rendeva difficile vedere. Eccola di nuovo, una decina di metri più avanti. Raxor non riusciva a scorgere bene i suoi lineamenti, ma non avrebbe mai potuto dimenticare quegli occhi che l'avevano studiato così tante volte sondandolo fino nel profondo.
-Talya... che ti ha fatto?- sussurrò, tendendo la mano e facendo un passo avanti per raggiungerla. Improvvisamente sentì due braccia stringerglisi attorno al petto che gli impedirono di procedere. Abbassando lo sguardo si rese conto che si trattava di Cyron, e iniziò ad agitarsi come un animale in gabbia. -Lasciami, devo andare da lei! Ha bisogno del mio aiuto!- gridò.
L'altro non mollò la presa, ma anzi iniziò ad arretrare. -E' solo un'illusione quella che stai vedendo, non fare lo stupido!- gli disse nel tentativo di farlo rinsavire. Il mercenario sembrava però non prestare ascolto a quello che gli stava dicendo, e stava lentamente riuscendo ad avanzare nonostanti tutti gli sforzi di Cyron.
-Raxor, quando accetterai il fatto che lei è morta per sempre?!- urlò infine. L'altro si immobilizzò, sbattendo alcune volte le palpebre. Davanti a lui non c'era più la figura dall'abito bianco e i capelli ramati che tanto gli aveva ricordato la principessa. Quando abbassò lo sguardo, vide che se solo avesse fatto ancora un passo in avanti sarebbe caduto dentro una fossa sul cui fondo vi erano decine e decine di lance sulle quali si arrampicavano minacciosi dei serpenti dal colore simile al sangue, che sibilavano nella loro direzione.
Mentre procedevano a ritroso cercando di tornare sulla strada dalla quale erano partiti nessuno dei due proferì parola. Raxor era talmente scosso che si limitava a seguire Cyron per inerzia con sguardo vacuo, e quest'ultimo non osava disturbare un uomo chiuso nel suo dolore. Sapeva che quando fosse giunto il momento sarebbe tornato il combattente di sempre, ma in quel momento aveva bisogno di restare solo con sè stesso.
"Un'illusione. Lei non c'è più." Raxor si ripeteva quelle parole all'infinito, come se così potesse in qualche modo mettersi il cuore in pace. Come se potesse fingere di non aver sperato fino all'ultimo che lei fosse ancora viva, anche se prigioniera del mago. Era da egoisti una cosa simile, ma non poteva negare di aver pensato più di una volta che sarebbe stato meglio se lei fosse stata solo catturata e non uccisa. Almeno avrebbe potuto salvarla o morire nel tentativo, piuttosto che vivere nella colpa di non averla protetta come avrebbe dovuto. "Ti supplico Talya, perdonami."
Non credeva nell'esistenza del Paradiso e non era certo che lei avrebbe ascoltato la sua preghiera, ma dentro di sè le chiese di vegliarlo fino a quando non avesse messo fine alla vita del mago o alla propria.

The revenge of the mercenaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora