CAPITOLO 15

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-Maledetta strega!- gridò Raxor lanciandosi contro di lei, spada in pugno. Si sentì un suono metallico, e prima che riuscisse a colpirla venne respinto da un scudo invisibile. Il mercenario arretrò alcuni passi per il contraccolpo.

-Già, è così che ci chiamate voi miseri umani, ma la verità è che siete solo invidiosi delle nostre capacità!- sibilò Cerith, rivelandosi per ciò che era veramente. La finta principessa che tanti anni prima aveva sedotto con l'inganno re Mantor diventando sua sposa si trasformò in una megera simile ad uno scheletro mummificato. La pelle diventò quasi trasparente mettendo in mostra le ossa, il volto incavato e pallido come la morte, mentre i capelli radi e bianchi ondeggiavano sospinti da un vento magico.

Sollevò di scatto le mani rachitiche, e prima che Raxor potesse rendersene conto venne investito da una raffica di lame taglienti. I suoi vestiti si lacerarono, mostrando tanti piccoli tagli superficiali comparsi su braccia e gambe.

-Temete chi è diverso da voi, e per questo vi arrogate il diritto di condannare persone la cui unica colpa è quella di aver ereditato poteri mai richiesti!- Per un attimo nei suoi occhi passò un lampo di dolore, sostituito immediatamente da pura follia. Cerith allargò le braccia inclinando la testa verso l'alto per evocare un altro incantesimo, e Raxor approfittò di quell'istante per lanciargli il pugnale.

Ci fu un tintinnio, e l'arma cadde a terra senza aver colpito il suo obbiettivo.

"Come posso fare per superare quella dannata barriera?!" pensò Raxor in preda alla furia. Stava perdendo la calma con troppa rapidità, e con essa le sue capacità di ragionamento lucido.

-Povero sciocco, speravi davvero di riuscire ad uccidermi? Riesco a percepire le tue armi, e potrei prendere la tua vita con un semplice movimento della mano se lo desiderassi, ma non ce n'è bisogno.- La strega abbassò la testa, puntando poi l'indice destro verso il petto del mercenario. -Perchè tu sei già morto dentro.-

Raxor si scagliò nuovamente contro di lei, calando l'enorme spadone con tutta la forza che aveva. Si udì uno scricchiolio, e nell'aria comparvero delle crepe che divennero sempre più estese. Lo scudo magico che Cerith aveva eretto attorno a sè era finalmente crollato. -Ed ora taci per sempre!- Tentò numerosi affondi senza che però la sua arma sfiorasse il corpo della megera, che lo derideva con quel volto demoniaco.

Un istante prima si trovava in un punto, in quello dopo da tutt'altra parte. Sembrava essere ovunque e allo stesso tempo non esserci, quasi fosse solamente un fantasma. I colpi di Raxor andarono a vuoto uno dopo l'altro, mentre i muscoli delle braccia iniziavano a dolergli sempre di più.

Per un attimo la perse di vista, venendo colpito da una specie di sfera oscura alla schiena che lo fece crollare a terra in ginocchio. "No, non posso permetterle di uccidermi prima di aver assolto il mio compito! Per Talya, per il regno!"

La voce di Cerith, che non somigliava neppure vagamente a quella di prima, raggiunse le sue orecchie dal punto in cui si trovava, a pochi passi dal laghetto. -Sono curiosa. Come ci si sente a vivere con la colpa della morte dell'unica persona che ti aveva salvato la vita?- gli chiese, il volto contorto in un ghigno privo di pietà.

Fu solo un attimo di esitazione, ma fu sufficiente perchè la nebbiolina verde alle spalle di Raxor trovasse la strada per entrare dentro di lui. Il mercenario iniziò a gridare come un ossesso prendendosi la testa tra le mani.

Ricordi. Sensazioni. Voci.

Dolore. Sofferenza. Morti.

Si sentiva impazzire, la mente che non gli apparteneva più posseduta da esseri che gli rinfacciavano tutte le sue colpe.

"L'hai uccisa... l'hai abbandonata... che maestro sei?... ingrato..."

-Basta, basta!- urlò, talmente sovrastato da tutto quello che stava rivivendo da credere di scoppiare da un momento all'altro. Tutto si arrestò di colpo, lasciandolo con un senso di vuoto totale.

The revenge of the mercenaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora