C.20 La donna immortale

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-Ci hai lasciato con la suspense, ora ci dici chi è Clare?!- Sbottò Rachel, dopo mezz'ora di silenzio-Allora?!

Tooru si girò a guardarla:

-Non lo so se è quella che credo io.

-Chi è che ha diciassette anni, con tratti americani, inglesi o non lo so, che conosciamo?- Borbottò Conan.

-Diciassette nessuno- Puntualizzò Rachel- Poi, non lo so.

-Chi ha detto che deve avere per forza diciassette anni? Può anche essere più vecchia. Molto più vecchia...

***

Shiho si svegliò di botto: lo aveva sognato ancora.

-Shinichi...

Ma che stava facendo in quel cavolo di letto? Perchè non era già alzata, pronta a lottare per i suoi figli, e per ritrovare suo marito? Perchè non si stava muovendo?

Bip.

Bip.

Bip.

La macchina le ricordava che non poteva muoversi.

Ma ormai un polmone artificiale ce lo aveva, che ci faceva ancora li, chiusa in un luogo pieno di gente malata?

Bip.

Bip.

Bip.

Una lacrima le scese dall'occhio sinistro: si era ricordata, dopo anni, quanto fosse silenzioso e nero il mondo. Quando non le importava niente di nessuno.

Bip.Bip.Bip.

Bip.Bip.Bip.

Faceva così male, ora che invece amava qualcuno.

Bip.Bip.Bip.

Ma era quello di cui aveva bisogno.

Bip.Bip.Bip.

Sentiva il suo cuore battere all'impazzata dalla paura. 

No, dal desiderio.

Si alzò di scatto, osservando la macchina dei battiti. In silenzio, cliccò i tasti per spegnerla, in modo che l'allarme non si sarebbe messa a spaccare i timpani, e si vestì.

Rovistò nella borsa che le era stata portata e prese il cellulare. Lo accese, e digitò velocemente un numero.

Doveva davvero premere il tasto verde, e chiamarlo?

Cercando di non tremare Shiho avviò la chiamata.

Sentiva il segnale dello squillo.

Era una vera e propria agonia.

E poi, cosa avrebbe fatto? Avrebbe chiesto spiegazioni, domandato dove si trovasse in quel momento, e se Shinichi si ricordasse ancora di lei.

L'attesa si interruppe.

-P...Pronto? S...Shinichi?- Domandò lei, tremante.

Ma a che stava pensando? Potevano scoprire che era viva!

Per un secondo, pensò di chiudere la chiamata, ma poi sentì qualcosa.

Una canzone?

Non riusciva a distinguere le parole, ma era un lento, una musica inquietante.

-Shinichi...?

Ed ecco che successe di nuovo: fitta al petto, respiro affaticato.

"Merda!" Imprecò mentalmente "Non adesso... Su, Shiho calmati... Oh cielo...Vermouth e qui, Rum..."

Ricordati di me! [sequel di Uniti dal Fato]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora