C.3 Io l'ho visto!

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-Ehi! Hai una faccia! Che succede?

-Eh? Che? Ah, niente.

Sarah rimase a fissare la macchinetta del caffè, che aveva preparato il suo cappuccino.

-Hai intenzione di prendere quel bicchierino e bere il caffè, o me lo prendo io?- Continuò Kaito, alzando un sopracciglio.

-Eh? Ma no! Sarai pure un ex ladro, ma non mi faccio fregare un caffè! Eh eh!- Mormorò Sarah, allontanandosi e dimenticando il caffè al suo destino.

"Ma che cavolo ho detto?" Pensò lei, rossa in volto.

-Cucci cucci!- Sarah fece il solletico sulla pancia del piccolo Conan, che scoppiò a ridere- Cucciolo tu! Cucciolotto sei!

-Ma che stai facendo?- Domandò Shinichi, affacciandosi dalla cucina.

-COSA? IO? Sarà stato il vento!

-Idiota- Si limitò a dire Shinichi.

-Baka!- Rispose lei, come al solito.

Non avrebbe confessato, nemmeno sotto tortura, che in realtà invidiava quei due. Si erano sposati, ed avevano un figlio bellissimo.

Non che non fosse felice per loro.

"Mi chiedo se un giorno indosserò un abito bianco e salirò su un'altare..."

Era da un po' che ci pensava, doveva ammetterlo. Il pensiero che aveva fatto quella sera, e che voleva scacciare, era peggio delle farfalle nello stomaco.

"Ma a chi piace una acida come me?" Si ripeteva sempre.

-Uffa- Esclamò, mentre si metteva a controllare fascicoli e fascicoli su casi da risolvere.

Non aveva più provato ad amare qualcuno dopo la morte di Fred, però c'era qualcosa che non quadrava. Davanti a Kaito, da tigre rabbiosa diventava un povero agnellino.

-Eccomi!- Esclamò Shiho, entrando nell'ufficio- Che faccia! Ma che ti succede?

Sarah alzò lo sguardo dai fascicoli:- Si vede proprio che oggi non è giornata, eh? Stavo pensando che...

-Forse è giunta ora di adottare Mei e sposarti?

Sarah la guardò bieca, poi prese un respiro profondo ed annuì.

-Però quella nanerottola mi odia... E non so nemmeno se ha una personalità...- Aggiunse, guardando fuori dalla finestra dell'ufficio.

L'ufficio della ex squadra Kudo era enorme. C'erano cinque scrivanie. La prima, partendo da sinistra, era quella di Heiji. Aveva quattro portafotografie, una raffigurante lui e sua moglie al matrimonio, l'altra solo sua moglie, Seiji e la foto della squadra a completo, il loro primo giorno di lavoro. Tutti conservavano quella foto da qualche parte, ma nessuno voleva ammetterlo.

Poi, di fronte a lui, c'era quella di Kaito, disordinata da far paura, con una foto di Ladro Kid scattata da una fan. Quando arrivava l'ispettrice Sato, che ormai si era presa le ferie per la dolce attesa, si scusava sempre dicendo che nutriva una profonda ammirazione per quel ladro.

A fianco a quella si Kaito, c'era una scrivania ancora più disordinata della sua. Piena di libri con dentro fogli, fogli con dentro libri, fascicoli aperti, il pc pieno di file e sempre con una canzone in riproduzione. Quella era la scivania di Sarah, che stava giocherellando con la sua bacchetta.

Vicino alle finestre, Shiho aveva il suo piccolo mondo. La sua scrivania era la più ordinata fra tutte. Fascicoli posti in ordine alfabetico, computer con cartelle selezionate per ogni argomento, e provette.

Ricordati di me! [sequel di Uniti dal Fato]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora