Chapter 9 - Amo il martedì

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Non so accettare i complimenti, roba che a spasso con mamma quando avevo 5 anni se una sua amica mi faceva i complimenti attaccavo a correre.
Guardo Marco, lui guarda me, ha occhi profondi e io ho sempre sofferto fin troppo di vertigini. Comincio a domandarmi perché io sia qui e non a casa a vedermi un film o farmi un bagno caldo.
<<Ti capitano spesso? Questi deficit dell'attenzione intendo.. Finirai per bucare la tazzina se non la smetti di girarci dentro il cucchiaino.>> sorride.
Scoppio a ridere cercando di scusarmi ma prima che ci riesca lui attacca <<Io non sono 'di tutti', anzi ora come ora non sono proprio di nessuno, forse nemmeno troppo mio. Il mio cuore non appartiene a nessuno e nella mia testa non sento che nessuno mi appartiene. Ora, ammettiamo che dopo questa uscita io continui a pensare a te, sempre ipotizzando, e che cominci a farlo sempre di più ogni giorno, okay? - annuisco silenziosa con un sorriso idiota sulla faccia mentre prosegue - Ecco, in quel caso forse potremmo uscire una seconda e poi una terza volta e via così..>>
<<Il mio problema non sei tu, so come sono, mi conosco, non mi piace condividere un pezzo di torta, figurati un ragazzo. Non che io provi interesse per te ovviamente.>> mi affretto ad aggiungere.
<<Se riuscissi a darti la sicurezza che anche in mezzo a tutte le ragazze agli in-store e ai concerti e alle serate, tu fossi l'unica? E questa no, non è un'ipotesi, perché so che riuscirei a dimostrartelo. Parliamoci chiaro, non so cosa tu abbia in più di tutte le ragazze che io abbia visto da quando sono salito per la prima volta su un palco, ma mi piaci. Da quando mi sono seduto a questo tavolo ti sei morsa le labbra una cosa come dodici o tredici volte e ogni volta, ognuna di quelle volte, ho pensato che se avessi potuto baciarti sarebbe cambiato tutto. Non so un cazzo di te, ma so che voglio passare i giorni ascoltandoti raccontare le cose più disparate, se tu lo vorrai. Magari in un luogo meno affollato senza cameriere che sgomitano per rubarmi una foto.>> conclude serio.
Il suo sguardo convinto mi si pianta sul viso mentre mi levo una ciocca di capelli dalla faccia. Cala di nuovo il silenzio mentre il mio sguardo si sofferma sui suoi pettorali coperti da una maglia leggera. Quando ritrovo i suoi occhi la sicurezza in loro è quasi persa, ma non il fascino immenso. Scorro il suo viso, risalendo dalla mascella coperta dalla barba curata, agli zigomi marcati, passando per il naso dove spunta quello stesso piercing che fu la mia prima decisione da diciottenne fino ad arrivare agli occhi.
<<Se lo sa Eleonora mi spara in testa, ne sei consapevole vero? Sai quante volte si è piazzata fuori da un negozio per poterti parlare un solo minuto? Non è giusto che io abbia il posto d'onore di fronte a te senza aver fatto nulla.>> ed è mentre finisco la frase che in testa mi frullano solo poche parole 'ho pensato che se avessi potuto baciarti sarebbe cambiato tutto' a ripetizione. <<Mi dispiace di averti fatto perdere tempo Marco, io.. Io sono difficile, pretendo tanto dagli altri e sono anche dell'idea che tu stia correndo troppo. Nemmeno sai chi sono e pensi a baciarmi, dici che ti piaccio e non sai niente di me. non fraintendermi, non sono una di quelle puritane casa e chiesa ma è correre troppo. Ho vent'anni e non mi interessa una storiella di due notti con un cantante idolo delle ragazzine.>>
<<Alessia, tu mi piaci, non voglio scoparti o avrei scelto una con meno cervello e molto più facile di così.>>
<<Cosa ti piace? Questo? Quello che vedi? Quanto pensi che possa durare tutto questo? Il corpo cambia, sono così ora e poi?>>
<~Prima che il corpo cambi spero ti avrò conosciuta e non me ne fregherà più niente di come sarai, non che ora me ne freghi qualcosa in realtà. Ma è innegabile, perciò si, mi piaci, mi piacciono i tuoi occhi con le ciglia folte, le tue labbra carnose e come le increspi di lato quando sorridi. E si, vorrei baciarti, chi cazzo non lo vorrebbe? Dici che saresti gelosa delle altre, credi che non sia un tipo geloso? Credi che non sarei geloso di te?>>
Credo di aver la bocca spalancata, assorta dalle sue parole. Penso a quante morirebbero sentendo le stesse parole che ha detto a me ora e che forse sono così negativa perché provo un'attrazione nei suoi confronti che non vorrei. Quel tipo di attrazione che non sai spiegare.
<<Quindi? Cosa vuoi ora?>> domando cauta.
<<Rivederti. Una passeggiata, una birra, al cinema o in un ristorante, non me ne frega niente. Lo so che è strano e non volevo andasse così, non volevo fosse un incontro per concordare un possibile futuro.. Dammi una chance, non sono stato una sorpresa così terribile, non trovi?>>
Cala di nuovo il silenzio, assordante, grave. Faccio un respiro profondo e concludo <<Martedì, sono libera martedì. Odio i film d'amore, amo la birra, mangio di tutto, dalla pizza al sushi. Una sola uscita, okay? Non implica che ce ne saranno altre.>>
Mi regala il sorriso più bello che ha, non so come faccio a saperlo, ma ne sono certa.
<<Io amo il martedì!>>

She || MADHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora