La campanella della ricreazione suonò ed io tirai un sospiro di sollievo.
Io e Becka riempimmo la lavagna di formule algebriche ed esercizi senza commettere alcun errore.
Entrambe eravamo esauste ma pienamente soddisfatte dell'interrogazione appena tenuta.
"Le va bene un otto signorina Wilson?" La professoressa si rivolse a me con uno sguardo interrogativo abbassando gli occhiali sul naso.
"Certo." Risposi con un sorriso.
"Mentre per lei Johnson un bel 7 e mezzo, le va bene?" Fece lo stesso con lei.
"Prof, sta scherzando?" Rispose Becka.
"Assolutamente no signorina."
"Dio mio non ci credo, 7 e mezzo di matematica raga, wooo." Becka tornò al posto dimenandosi.
Prendemmo i cellulari e ci avviammo verso le macchinette. Sentii vibrare il cellulare che era nella tasca dei jeans, lo presi in mano, lo sbloccai e notai che mi era arrivato un messaggio da James che diceva: "Girati."
Appena lessi il messaggio aggrottai la fronte assumendo uno sguardo confuso ed interrogativo, dopo di che feci ciò che mi disse, mi girai.
Trovai James in tutta la sua bellezza con in mano una busta bianca. Ero curiosa, chissà di cosa si trattava.
Me la porse: "Tieni, aprila." La aprii. Come prima cosa notai un biglietto sulla quale c'era scritto "Spero di averti resa felice". Tirai fuori il resto e rimasi come paralizzata appena riconobbi cosa fossero gli altri due "fogli". Mi bloccai, le gambe erano ferme, gli occhi sbarrati fissavano un punto non preciso e la bocca era spalancata. Quasi svenni. Persi qualche battito ma poi mi ripresi. Non fiatai, gli saltai soltanto addosso.
Non ci potevo credere, il padre di James era riuscito a prendere un pass per il m&g e anche un biglietto per il concerto. Non ci potevo ancora credere, sarei stata in quello stadio con il mio idolo e avrei abbracciato i miei youtubers preferiti, non sapevo come ringraziare James.
"Grazie grazie grazie grazie grazie grazie mille James, davvero, oddio non ci credo, davvero ho in mano queste due cose? Grazie infinite, non so come ringraziarti, dio mio James, come posso ricambiare tutto questo?" Ero troppo felice, non smettevo di sorridere e di ringraziarlo.
"Ehi ahahaha tranquilla, figurati, l'ho fatto perchè ti voglio bene e poi mio padre non ci ha messo nulla a trovarlo." Rise.
Lui rideva, io spruzzavo felicità da tutto i pori.
Mi voltai per abbracciare Becka che non la calcolai per niente prima.
"Tesoro, hai visto? Ce l'hai fatta, sarai lá, i tuoi sogni si avvereranno." Mi disse Becka stringendomi in uno dei suoi migliori abbracci. La adoro.
"Sii oddio non ci credo." Risposi.
***
Alla quarta ora tutti fingevano di seguire la lezione, ma in realtà ciascuno era immerso nei propri pensieri.
Becka utilizzava il cellulare di nascosto tenendolo sotto il banco mentre il resto della classe sbadigliava e si guardava attorno.
Io non smettevo di pensare a ciò che fece James qualche minuto prima, stavo già fantasticando su tutto quando una voce interruppe i miei pensieri.
"Wilson, a cosa sta pensando? È mezz'ora che la chiamo per leggere il testo ma non risponde."
"Ehmm..mi scusi professoressa." Non mi ero ripresa dal tutto, ero ancora nel mio mondo ma feci finta di essere presente in classe.
***
La campanella della fine della sesta ora finalmente suonò ed io mi affrettai ad uscire per non perdere la metro.Mentre stavo cammianando a testa china sentii una voce squillante provenire dietro le mie spalle.
Mi voltai per cercare di capire chi fosse.
"Hei cara, ci sono delle voci che girano dicono che c'è qualcosa tra te e il nuovo arrivato." Immaginavo fosse lei, quella puttanella del cazzo che si è fatta quasi tutti i ragazzi della scuola. Non la sopporto. Decido di risponderle per le rime perchè ero stufa.
"Senti troietta, hai finito di rompere il cazzo?" La ragazza di fronte a me fece una faccia del tipo 'oddio che cosa mi hai appena detto, io non lo sono. Così la anticipai e aggiunsi: "È inutile che fai quella faccia, è la verità, puttanella." Scandii bene l'ultima parola.
"Ma ma.." Riuscì solo a dire. L'ho smerdata?
"Come ti permetti?" Ecco come immaginavo, la sua ochetta Sophie rispose al posto suo.
"Qualcuno ti ha interpellato? È in grado di affrontarmi senza che alcun avvocato parli al suo posto, levati." Risposi fredda.
La mora affianco a Megan, Nina, provò a ribattermi ma la fulminai con lo sguardo e così abbassò il viso sconfitta.
Nel frattempo intorno a noi si fece un gruppo che ascoltava il nostro dibattito con facce stupite.
"Comunque cara, non stiamo insieme e non è una preda facile, non è un ragazzo come tutti quelli che hai avuto per un giorno, è un ragazzo serio, non penso si faccia mettere i piedi in testa da una come te, ma soprattutto non penso ti calcoli nemmeno, non è quel genere di ragazzo, Megan." Finì.
Gli studenti attorno mi fissavo stupiti.
"E voi? Cosa avete da guardare con quelle facce? Andate via." Dissi mentre aspettai che andassero, non volevo essere la prima ad andarmene, non gliela davo vinta, dovevano capire chi poteva comandare.
Detto ciò Megan e le ancelle si allontanarono lasciando una scia di profumo stucchevole.
Piano piano mi avviai verso l'uscita con i miei amici. Nel frattempo James ci raggiunse ed io non smettevo di ringraziarlo.
Salii sulla metro, infilai le cuffiette, cliccai su play e feci partire "Fall for you" dei Secondhand Serenade.
|| SPAZIO AUTRICE ||
Ciao a tutti,
sono tornata con un nuovo capitolo, vi è piaciuto? Se si lasciate un bel voto e niente, un bacio e al prossimo❤-Lis;)
STAI LEGGENDO
Non lasciarmi andare
Novela JuvenilBethany Wilson è una ragazza di 17 anni, una ragazza molto semplice, sensibile ma anche molto divertente. Ha due migliori amici: Kyle e Becka, a cui è molto affezionata, con loro si sente libera e felice. Un giorno si scontra con un ragazzo, James...