Capitolo 6 - La cena

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Svegliare Becka è un'impresa impossibile.

"Beth cos'è tutto questo chiasso?" Cavolo, abbiamo svegliato mia mamma.

"No, niente mamma è che..."

"Oh, ciao ragazzi, non sapevo foste qua."

"Ciao Anne." Risposero Kyle e Becka all'unisono.

"Ecco mamma, ieri sera siamo tornati un po' tardi quindi sono rimasti a dormire. Non volevamo svegliarti, scusa."

"Nessun problema." Guardò l'orologio. "È meglio che vi sbrighiate se non volete perdere la metro, buona scuola."

"Grazie." Rispondemmo.

Detto ciò uscimmo velocemente di casa e corremmo verso la fermata. Come sempre eravamo in ritardo ma non perdemmo la metro.

Trovammo soltanto due posti liberi, così io mi sedetti sulle gambe di Kyle e mi appoggiai a lui.

"Tieni." Mi diede una cuffietta mentre l'altra la usò lui.

"Grazie. Metti fall for you dei secondhand serenade."

"Okay."

Amavo quella canzone.

Spostai lo sguardo dal finestrino ai passeggeri.

Tra le persone in piedi notai un viso che avevo già visto da qualche parte, strinsi gli occhi e cercai di mettere a fuoco.

Era di profilo, era un ragazzo incappucciato, aveva le cuffiette nelle orecchie e con le labbra mimava il testo della canzone che stava ascoltando. Muoveva le mani a ritmo sbattendole sul palo sulla quale era appoggiato.

Tutto d'un tratto si girò e lo riconobbi. Era James.

Sfilai il cellulare dalla tasca della felpa e gli scrissi un messaggio: "Guarda alla tua destra."

Lo vidi prendere il cellulare e poi girarsi.
Mi sorrise.

Gli feci segno con la mano di venire.

"Scusi, posso passare?"
"Grazie."
"Mi scusi."
"Potrebbe spostarsi per favore?"
"Grazie."

"Heii, cosa ci fai qui?" Domandai.

"Vado a scuola." Disse con tono ovvio.

Nel frattempo si girarono Becka e Kyle.

"Oh ciao, non ti avevo visto." Disse Becka.

"Ehi, Ciao." Disse Kyle.

"Ciao ragazzi."

"Non sapevo prendessi anche tu questa linea." Dissi io.

"Nemmeno io che la prendeste voi."

Ridemmo tutti e quattro.

***

"Wilson! Johnson! La smettete di parlare?"

"Ci scusi prof."

*5 minuti dopo*

"Insomma ragazze, la volete smettere? Cosa vi state raccontando di così importante?"

"Niente." Rispose Becka indifferente mentre si sistemó meglio sulla sedia.

"Come niente, è da quando ho iniziato la lezione che non fate altro che parlare."

"Beh, si faccia due domande no? Secondo lei, se i suoi studenti non la ascoltano un motivo c'é, non trova?" Sputó Becka.

La professoressa provó a ribattere ma Becka riprese a parlare.

Non lasciarmi andareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora